Audio del Consiglio manomesso, Pirovano dovrà chiedere scusa

Il capogruppo dell'opposizione leghista ha promesso anche battaglia a colpi di documenti per dimostrare i controlli effettuati.

Audio del Consiglio manomesso, Pirovano dovrà chiedere scusa
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File audio del Consiglio comunale manomesso con un «taglia e cuci» e poi diffuso, ora Pirovano dovrà chiedere scusa. Si è concluso in via extragiudiziale la vicenda che ha visto coinvolto il capogruppo dell’opposizione leghista Ettore Pirovano accusato di aver manomesso la registrazione audio del Consiglio comunale del maggio scorso.

Dovrà chiedere scusa in Consiglio

Scoperto, infatti, era stato querelato dal primo cittadino Claudio Bolandrini e ora dovrà chiedere scusa pubblicamente. Scuse che dovrebbero arrivare a conclusione del Consiglio comunale che si terrà il prossimo 3 aprile.
Ma andiamo con ordine.  La vicenda risale al maggio scorso. Una comunicazione del sindaco aveva innescato una discussione che, nella forma e nei contenuti, non è andata giù all’opposizione guidata da Pirovano che, tuttavia, proprio in quel Consiglio era assente.

Il nodo dei controlli patrimoniali all'estero

Il tema riguardava i controlli patrimoniali all’estero richiesti dalla minoranza attraverso una mozione. Era stato lo stesso sindaco, però, a sottolineare come quei controlli tanto sbandierati non fossero mai stati messi in atto durante l’Amministrazione di Centrodestra.
Ed è questa la registrazione che, finita nelle mani di Pirovano, è stata manomessa con un «taglia e cucia» a regola d’arte e poi diffusa attraverso WhatsApp.

"Ho agito per tutelare la mia dignità istituzionale"

Giunta, però, all’orecchio del primo cittadino non è certo passata inosservata. Ed è subito scattata la querela.
«Ho agito a tutela della mia dignità istituzionale - ha spiegato Bolandrini - Non ho chiesto alcun risarcimento, ma ritengo questo atto grave e inaccettabile». L’accusa di falso in atto pubblico e diffamazione ha portato i due protagonisti in Procura a Bergamo dove, in via extragiudiziale, Pirovano ha ammesso le proprie responsabilità dicendosi disponibile a porgere le scuse in sede pubblica.

"Porterò i documenti"

«Ne riparleremo il 3 aprile perché porterò i documenti che sono nelle mie mani e che riportano tutti i controlli realmente effettuati sul patrimonio estero e sulle dichiarazione Isee presentate dagli stranieri - ha spiegato Pirovano - Controlli che sono sempre stati fatti e che confermerò portando oltre cento documenti a riguardo».
La manomissione, infatti, era tesa a sottolineare più volte, con la ripetizione artefatta di alcune frasi, la non voglia del primo cittadino a informarsi se questi controlli erano stati effettuati. Quella frase, contestualizzata, invece, era riferita ad altri controlli sull’Isee, che erano stati effettuati e che non erano stati messi in discussione.

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