Biogas a Zanica, polemiche anche a Basella: "Saranno puzze"

Un impianto di energia elettrica alimentato a biogas sarà costruito a Zanica, nella frazione di Capannelle, vicinissima a Basella. C'è già chi chi protesta

Biogas a Zanica, polemiche anche a Basella: "Saranno puzze"
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Un impianto di energia elettrica alimentato a biogas sarà costruito a Zanica, nella frazione di Capannelle, vicinissima a Basella. Forse proprio questa vicinanza ha messo in allarme gli urgnanesi che hanno partecipato in tanti all’assemblea pubblica indetta dal sindaco di Zanica Luigi Locatelli per spiegare la questione ai propri cittadini. Saranno due gli impianti che sorgeranno prossimamente a Capannelle: uno in via Scuole e l'altro proprio in via Basella.

Allarme: tanti "contro"

Non appena la notizia che un’azienda agricola della frazione aveva fatto richiesta di costruire un impianto a biogas si è diffusa subito è scattato l’allarme tra i residenti delle due frazioni, preoccupati per i possibili rischi che l’impianto potrebbe rappresentare. Odore, rumore e controindicazioni per la salute sono i temi che causano maggiori perplessità: «Sarà anche biogas - dicono i contrari alla costruzione - ma per farlo funzionare servono corrente e macchinari. Senza contare gli autocarri che verrebbero a portare la materia prima. Già si sente la sera odore di cloro e plastica, oltre a quello del rifiuto umido, se costruiranno anche il biogas chissà. Senza parlare dei possibili effetti sulla fauna locale e sulle nostre campagne. Quelle centrali inquinano, le ricerche parlano chiaro. Senza contare che negli anni passati è stato usato liquame umano per l’alimentazione dell’impianto. Chi controllerà che questo non accada anche a Capannelle?»

Ma ci sono anche i "pro"

Fortunatamente non tutti sono così pessimisti: «Gli impianti non sono poi così grandi - dicono invece i sostenitori del biogas - e funzioneranno solo con liquami, non con foraggi o farine. Quindi saranno solo gli scarti ad essere utilizzati, sembra una soluzione etica».
Ma come funziona il biogas? Nei cosiddetti “digestori” degli impianti,si immettono le biomasse (liquami zootecnici, letame, sfalci agricoli, scarti di produzione, ma anche insilati e coltivazioni) affinché siano trasformate da dei batteri. Questi rilasciano metano, che serve a generare energia elettrica con un motore (che produce anche calore), e intanto avanzano un “digestato” che può essere utilizzato come ammendante o concime nei campi”.

 

Un mercato inarrestabile

L’Italia è il secondo mercato europeo, dopo la Germania, e il terzo mondiale, dopo la Cina, in impianti di biogas. Questo quanto risulta dallo studio Althesys, secondo cui, soltanto con la produzione di energia elettrica rinnovabile, il settore è in grado di innescare al 2020 un valore economico di 3,2 miliardi di euro al netto degli incentivi. Un progresso che sembra essere ormai inarrestabile, con buona pace dei detrattori.

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