Montagna

Voglia di montagna? Il CAI punta a riaprire i rifugi

Voglia di montagna? Il CAI punta a riaprire i rifugi
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Migliaia di appassionati di montagna in queste ore, anche nella Bassa, guardano le cime all'orizzonte dalla finestra di casa. Normalmente, un sabato pomeriggio d'aprile come questo fa pensare alla meta da raggiungere la domenica mattina, e spinge a preparare zaino e scarponi. Quest'anno, per ora, le vette sono ancora un miraggio. Ma il CAI, in una nota pubblicata stamattina, lascia aperta qualche speranza di poter tornare ad andare per rifugi almeno quest'estate.

Il vicepresidente CAI: "Faremo di tutto"

"Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutto quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club alpino italiano si è attivato e sta lavorando per scongiurare questa ipotesi", commenta Antonio Montani, vicepresidente del CAI e responsabile dei rifugi, riferendosi a un articolo pubblicato oggi su Repubblica, proprio sul tema della riapertura per le strutture montane.

"Faremo di tutto: sia intervenendo nelle sedi istituzionali per spiegare la differenza che c'è tra rifugio e albergo, sia mettendo a disposizione delle nostre Sezioni e dei rifugisti tutte la risorse disponibili per poter contribuire alla riapertura delle strutture" continua Montani.
Ma come?  Lo scoglio principale è la ristrettezza degli spazi a disposizione nei rifugi, che rendono complicato mantenere il distanziamento sociale necessario a prevenire il contagio.
"Le modalità della riapertura dei rifugi dipenderanno anche dalle future disposizioni normative sulla Fase 2 dell'attuale emergenza sanitaria - chiarisce Montani - Il CAI farà quindi la propria parte sostenendo sezioni e rifugi per affrontare questa difficile situazione e per arrivare alla riapertura il prima possibile".
Nella foto: il rifugio "Merelli" al Coca, in Val Seriana
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