L'analisi della Camera di Commercio

Produzione ai massimi storici: l’industria bergamasca non si ferma (e ora anche l'artigianato)

Resta il problema degli approvvigionamenti, ma le aspettative degli imprenditori si confermano positive.

Produzione ai massimi storici: l’industria bergamasca non si ferma (e ora anche l'artigianato)
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Nel terzo trimestre la produzione manifatturiera in provincia di Bergamo ha fatto registrare un incremento ancora molto rilevante su base annua.

Industria e artigianato in crescita

La crescita rispetto allo stesso periodo del 2020 è pari al +13,2% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e al +10,1% per quelle artigiane con almeno 3 addetti. La variazione rispetto al trimestre precedente risulta naturalmente più contenuta, ma i ritmi di marcia rimangono comunque sostenuti. Per l’industria l’aumento congiunturale è del +2,9%, il quinto segno positivo consecutivo, anche se in lieve rallentamento dopo il balzo del trimestre precedente (+4,6%): tale percorso di intensa crescita ha permesso non solo di superare i livelli del 2019, ma di raggiungere un nuovo punto di massimo della serie storica, oltrepassando anche i valori del 2007, prima della grande crisi finanziaria.

L’artigianato conferma invece una velocità inferiore (+1,4% congiunturale), ma che ha comunque permesso di colmare il divario rispetto ai livelli pre-Covid. Le previsioni degli imprenditori sono coerenti con una prosecuzione dell’attuale fase di crescita, ma le aspettative degli industriali si sono stabilizzate e hanno smesso di migliorare, probabilmente per i timori legati alle difficoltà di approvvigionamento degli input per la produzione e ai rincari delle materie prime.

“Con questo trimestre l’industria ha toccato un massimo nella serie storica della produzione, risultato in parte dovuto alla nostra specializzazione in quei settori dove la domanda internazionale è cresciuta maggiormente nel corso del 2021: la meccanica in particolare, ma anche gomma-plastica e chimica - ha commentato il presidente Carlo Mazzoleni - I settori del comparto moda sono invece ancora indietro nel recupero, inoltre le strozzature lungo le catene di fornitura provocano una scarsità dei materiali necessari alla produzione che potrebbe tradursi in un freno per la crescita futura.”

Industria, incremento più marcato a Bergamo

La crescita della produzione dell’industria bergamasca risulta anche più pronunciata della media regionale, seppur di poco: in Lombardia l’incremento su base annua è pari al +12%, mentre la variazione congiunturale si attesta al +2,5%. Il confronto con i livelli produttivi precedenti all’emergenza sanitaria conferma un incremento più elevato per Bergamo (+9,3% la variazione rispetto al terzo trimestre 2019) rispetto alla regione (+6,2%), evidenziando come la manifattura orobica abbia saputo reagire meglio alla sfida lanciata dalla pandemia.
L’analisi degli altri indicatori conferma il quadro congiunturale positivo, a partire dal fatturato, che registra una variazione congiunturale del +2,4%, sebbene anche in questo caso, come già visto per la produzione, si noti un lieve rallentamento rispetto al secondo trimestre.

Gli ordini evidenziano una crescita congiunturale pari al +1,9%, una velocità in linea con quella del trimestre precedente e compatibile con la prosecuzione della fase espansiva in atto. Sul fronte dei costi delle materie prime, si confermano le tensioni già segnalate nei trimestri precedenti, con prezzi che mantengono un incremento a due cifre (+10%); le imprese riescono a traslare “a valle” questi aumenti solo in parte (+5% la crescita dei listini dei prodotti finiti), andando incontro quindi a una compressione significativa dei margini di redditività. Il saldo tra giudizi di esuberanza e scarsità delle giacenze di materie prime si attesta a -7,9, in miglioramento rispetto al trimestre precedente ma comunque su livelli storicamente molto bassi.

Anche la dinamica occupazionale si conferma in crescita, con un saldo tra ingressi e uscite nel trimestre pari a +0,3%, terzo segno positivo consecutivo. La forza lavoro industriale ha recuperato le perdite registrate nel 2020, oltre ad essere impegnata nel riassorbimento dei lavoratori in Cassa Integrazione (9% la percentuale di imprese nel campione che dichiara di utilizzare la CIG).

Il clima di fiducia prosegue la tendenza alla stabilizzazione emersa nello scorso trimestre, con un lieve calo per la domanda estera e una leggera crescita su domanda interna e occupazione. Le aspettative degli imprenditori si confermano comunque in area decisamente positiva per tutte le variabili, con saldi tra previsioni di aumento e di diminuzione che rimangono su valori storicamente elevati (fatturato: +25; produzione: +22; domanda interna: +18; domanda estera: +17; occupazione: +17). Nonostante le preoccupazioni legate alle difficoltà di rifornimento e ai prezzi delle materie prime, gli imprenditori restano quindi ottimisti sulle prospettive future, almeno nel breve termine, anche se un rallentamento del ritmo di crescita si è già registrato in questo trimestre e potrebbe trovare conferma nei prossimi.

Artigianato in ripresa, si accelera

La produzione manifatturiera dell’artigianato a Bergamo registra una variazione congiunturale del +1,4%, confermando la velocità di marcia evidenziata nel secondo trimestre. Benché caratterizzata da un percorso meno rapido e più accidentato rispetto all’industria, con una battuta d’arresto nei primi tre mesi dell’anno, la ripresa ha comunque consentito di superare i livelli produttivi del 2019 (+2,2% rispetto al terzo trimestre 2019). In Lombardia la crescita è stata più intensa nell’ultimo trimestre (+4,7% la variazione congiunturale), mentre su base annua l’incremento registrato in regione (+9,4%) risulta lievemente inferiore a quello provinciale.

Il fatturato conferma un ritmo di crescita superiore a quello della produzione (+3,7% la variazione congiunturale) e in accelerazione rispetto ai trimestri precedenti, probabilmente anche per l’effetto dei prezzi dei prodotti finiti, che confermano un incremento significativo (+5,3%). Nonostante l’adeguamento dei listini, i prezzi dei materiali per la produzione continuano a correre molto più velocemente (+13% congiunturale), sebbene si registri un lieve rallentamento rispetto ai ritmi del trimestre precedente. Il tema delle difficoltà di approvvigionamento rimane comunque centrale per le imprese artigiane, che dichiarano una scarsità di materie prime molto marcata (-17 il saldo tra valutazioni di eccedenza e scarsità). Anche in questo caso va però sottolineato che il dato più recente risulta in lieve miglioramento rispetto al secondo trimestre, che ha per il momento rappresentato il picco delle tensioni sui mercati delle materie prime e dei semilavorati.

Il saldo del numero di addetti tra inizio e fine trimestre registra un segno negativo (-0,4%), dopo la lieve perdita già evidenziata nel secondo trimestre. In generale l’occupazione delle imprese artigiane non ha seguito le forti oscillazioni che la produzione ha mostrato negli ultimi due anni, anche grazie all’utilizzo di strumenti di protezione della forza lavoro come la Cassa Integrazione, ancora utilizzata dal 16% delle imprese del campione. In ogni caso non si registrano perdite occupazionali rispetto ai livelli precedenti all’emergenza sanitaria.

Tornano a migliorare le aspettative degli imprenditori, dopo la battuta d’arresto del trimestre scorso dovuta anche ad effetti stagionali legati alle ferie estive: i saldi tra previsioni di crescita e di diminuzione salgono a +21 per la produzione, +15 per il fatturato, +17 per la domanda interna e +10 per quella estera. Solo per l’occupazione il saldo, pur in miglioramento, rimane di poco in territorio negativo (-1). Gli imprenditori artigiani, per i quali la ripresa è stata fin qui meno continua e vigorosa, sembrano quindi vedere la possibilità di ulteriori margini di miglioramento.

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