Natura e fiducia: ecco il nuovo asilo con "l'ora d'aria"

L'intervista alla pioniera dell'outdoor urbano Elisa Pierri.

Natura e fiducia: ecco il nuovo asilo con "l'ora d'aria"
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Vivere il proprio territorio imparando dalle esperienze e dalla semplicità di ciò che ci circonda. Anche - e soprattutto, in questo caso - quando attorno a noi non c’è un bosco o un mare, ma la città.

La nuova pedagogia dell'outdoor

Una nuova pedagogia che trova nell’outdoor, nel vivere all’aperto, la sua massima espressione: un cambiamento che dall’Europa sta lentamente, ma inesorabilmente, prendendo piede anche in Italia.
E il vento del cambiamento che dal 5 all’8 luglio ha soffiato nel Parco di San Rossore a Pisa ha portato con sé anche un po’ di Treviglio. Tra i relatori del «Primo convegno internazionale sui nidi naturali», infatti, ha presenziato anche Elisa Pierri, direttrice ed educatrice dell’asilo nido e scuola per l’infanzia 0-6 anni «Il mio nido». Una realtà all’avanguardia che da Caravaggio prima, dove è attivo il micronido, e da Treviglio poi, con la struttura di viale Piave, ha lanciato un nuovo modo di approcciarsi ai bambini e al loro bisogno di imparare in libertà.

Primo convegno sui nidi naturali

Accanto a Pierri, per parlare della rivoluzione dell’idea di asilo, anche Danilo Casertano presidente dell’Associazione Manes, ideatore dell’iniziativa e vero guru della filosofia che riporta i bambini a un contatto più semplice e primitivo con la natura che ci circonda. Con l’Associazione Manes, Pierri e il suo team, composto da 12 persone tra educatrici e volontari, segue un’attività costante di aggiornamento professionale. Il convegno ha visto la partecipazione di Italia, Spagna, Inghilterra, Scozia e Danimarca con la presenza di «mostri sacri» come Claire Warden, Paz Gonçalves, Clair Stevens, Søren Emil Markeprand, Antonella Santi e Ramona Sichi. Tutti uniti da un unico, grande e ambizioso obiettivo: trasformare il mondo dell’educazione dell’infanzia.

L'outdoor urbano

Pierri, presente in qualità di fondatrice di quello che è stato ribattezzato l’outdoor urbano, ha parlato di come trasformare in ricchezza ciò che ci circonda anche quando questo non è verde e profumato come un bosco, ma grigio e ruvido come l’asfalto. In una città, però, c’è molto di più dell’asfalto soprattutto se si guarda con gli occhi dei bambini, pronti a stupirsi per ogni novità.

«Finalmente stiamo uscendo allo scoperto - ha spiegato Elisa Pierri - Stiamo dicendo a tutti che esistono realtà che hanno i canoni e le autorizzazioni per portare avanti questo tipo di esperienze. E’ un nuovo paradigma dell’educazione che ci impegna a tornare alle cose semplici perché il bambino è questo: è semplice e non ha bisogno di mille stimoli e proposte, ma di mettersi alla prova e di sfidare se stesso attraverso la conoscenza di ciò che ci circonda».

Coraggio e responsabilità per cambiare

L’onda del cambiamento sta contagiando anche molte realtà italiane: ottanta circa quelle presenti a Pisa. La strada è ancora lunga, ma il percorso è iniziato nonostante le resistenze dei genitori e del sistema scolastico.

«E’ una questione di responsabilità - ha proseguito Pierri - Uscire con i bambini rappresenta un rischio agli occhi di chi non è abituato a dar loro fiducia e a seguirli passo passo nella loro crescita e nella loro conoscenza del mondo. Ci vuole coraggio, ma i bambini, strano a dirsi - ha ironizzato - tendono ad ascoltare soprattutto quando non si sentono oppressi. Questo non significa aprire le porte e farli sfogare in cortile, ma far vivere l’esterno, un passo alla volta. In questo modo siamo riusciti ad andare anche a Milano, prendendo treno e metropolitana. Sembra pazzesco, invece, è semplicemente naturale».

Un orto in mezzo alla città

Naturale come accudire le piante di un orto, nemmeno troppo improvvisato, in viale Piave.

«I bambini imparano dall’esperienza attraverso l’uso dei cinque sensi - ha detto Pierri - Per farlo bisogna sfruttare il proprio territorio e le risorse a disposizione. Se non abbiamo il bosco non possiamo inventarlo, ma possiamo passeggiare e sbalordirci davanti alle installazioni di via Sangalli, davanti ai colori della stagioni che cambiano e aiutare il bambino a sviluppare le competenze di cui è provvisto già dalla nascita».

L'ora d'aria? E' fondamentale

Vivere all’aria aperta è un dono prezioso che non si deve perdere e che possiede lo straordinario potere di spingere tutti a essere le versione migliore di loro stessi.

«Un’ora d’aria è quanto hanno i carcerati ogni giorno - ha sottolineato - Se viene riconosciuto questo bisogno a chi si trova in galera perché non dovrebbe essere altrettanto importante per i bambini? La stessa etimologia di educare ce lo spiega: significa “portare fuori”. Abbiamo davvero bisogno di altro per convincerci che questa sia la strada giusta?»

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