Economia

MSC si ritira dal progetto interporto: tramonta il maxi polo logistico di Cortenuova

Dopo cinque anni di attese e un investimento da 300 milioni mai decollato, il colosso svizzero del trasporto abbandona l’idea del centro intermodale nella Bassa bergamasca. Il gruppo Vitali cerca nuovi partner, ma il futuro resta incerto.

MSC si ritira dal progetto interporto: tramonta il maxi polo logistico di Cortenuova
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Dopo cinque anni di attese e un investimento da 300 milioni mai decollato, il colosso svizzero del trasporto abbandona l’idea del centro intermodale nella Bassa bergamasca. Il gruppo Vitali cerca nuovi partner, ma il futuro resta incerto.

Una visione ambiziosa

Era il 2019 quando emerse per la prima volta l’ipotesi di realizzare un interporto a Cortenuova, su impulso del gruppo MSC. L’obiettivo era quello di costruire un centro intermodale moderno per favorire lo scambio merci tra ferrovia e trasporto su gomma, alleggerire il traffico sulle autostrade e migliorare l’efficienza logistica nazionale. L’area individuata era quella delle ex Acciaierie, circa 330 mila metri quadrati nella frazione di Santa Maria del Sasso. Nel 2020 la visione si traduce in un’iniziativa concreta: MSC e il gruppo Vitali fondano la joint venture Cortenuova Freight Station, con l’obiettivo di dare vita a un’infrastruttura che diventasse retroporto strategico per gli scali di Trieste, Venezia, Ravenna e Genova. Il progetto, oltre ad avere una valenza nazionale, avrebbe sopperito alla progressiva dismissione dello scalo merci cittadino di Bergamo. Si stimava l’avvio dei cantieri entro un anno. Ma così non è stato.

L’iter che non parte

Le prime difficoltà emergono subito. Il Comune di Cortenuova concede un via libera condizionato, ma la Regione Lombardia si dichiara non competente per un progetto di portata nazionale. Il passo successivo arriva nel 2022, quando la Provincia di Bergamo, insieme ai Comuni interessati, si rivolge al Ministero delle Infrastrutture per ottenere il riconoscimento di strategicità dell’opera e il suo inserimento nella programmazione governativa. Nel 2023, con l’ingresso al tavolo di Rfi e Sistemi Urbani, si inizia a parlare di un protocollo d’intesa pubblico-privato. Tuttavia, nel frattempo chiude definitivamente lo scalo merci di Bergamo, accelerando la necessità di trovare una soluzione. Ma l’anno successivo, il 2024, si consuma tra passaggi interlocutori, rinvii e tensioni tra enti. La Provincia individua cinque condizioni imprescindibili per procedere, e intanto i segnali da MSC diventano sempre più chiari: il gigante svizzero sta perdendo la pazienza.

Il ritiro di MSC

Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 sembrava che il protocollo d’intesa fosse ormai pronto per essere firmato. Le basi per riconoscere l’interesse pubblico del progetto c’erano tutte. Eppure, nonostante gli incontri istituzionali e la costituzione di un tavolo tecnico per valutare il fabbisogno territoriale, nessuna decisione concreta è mai arrivata. Il risultato è un disimpegno ufficiale da parte di MSC. La multinazionale abbandona l’idea dell’interporto non per motivi industriali o economici, ma a causa della lentezza delle procedure, dell’incertezza normativa e della mancanza di risposte chiare da parte delle istituzioni locali. Così, dopo cinque anni e un investimento potenziale da 300 milioni, il progetto si ferma. Il gruppo Vitali, rimasto solo, guarda ora ad altri interlocutori per cercare di salvare l’idea iniziale. Ma la sensazione è che il treno dell’interporto sia ormai passato.