Domani 31 ottobre sciopero generale unitario dei metalmeccanici

Anche nella bergamasca la mobilitazione nazionale: la protesta verrà effettuata nelle prime due ore di ogni turno.

Domani 31 ottobre sciopero generale unitario dei metalmeccanici
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Due ore di sciopero in tutti i luoghi di lavoro: così FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL, unitariamente, hanno deciso di avviare domani, giovedì 31 ottobre, la mobilitazione unitaria nazionale dei metalmeccanici che proseguirà, poi, con una grande assemblea nazionale dei delegati mercoledì 20 novembre a Roma. Nella bergamasca, la protesta di domani verrà effettuata nelle prime due ore di ogni turno di lavoro.

Sciopero dei metalmeccanici

“Assistiamo in Italia a un generale aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali, trend negativo che viene registrato anche nella nostra provincia; sentiamo annunci di nuove chiusure e di processi di ristrutturazione che come al solito scaricano il prezzo delle difficoltà sui lavoratori” ha commentato oggi Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo. “Con lo sciopero di domani chiediamo a imprese, Governo e Parlamento, investimenti pubblici e privati, il rilancio della crescita economica e sociale, e la salvaguardia dell’occupazione, sempre garantendo la tutela della salute e della sicurezza di chi lavora”.

Bisogna evitare la delocalizzazione

“Va evitata la tentazione alla delocalizzazione delle attività produttive verso paesi a più basso costo del lavoro, per tutelare, invece, l’occupazione in Italia, investendo nella ricerca, nello sviluppo e nella formazione continua” prosegue Agazzi. “C’è poi il capitolo degli ammortizzatori sociali: dopo una serie di interventi legislativi che hanno pesantemente limitato la possibilità di ricorrervi, pensiamo che la sola reintroduzione della Cassa straordinaria per cessazione non sia sufficiente. Servono interventi strutturali che garantiscano il diritto all’ammortizzazione, a cui, tra l’altro, i lavoratori continuano a contribuire con una trattenuta in busta paga. La salvaguardia e la valorizzazione del tessuto industriale e manifatturiero devono essere centrali per dare un futuro al paese. C’è, infine, la questione degli infortuni sul lavoro: è inaccettabile la serie di morti e infortuni gravi mentre si lavora. Servono interventi seri, che coinvolgano tutti, ognuno per le proprie responsabilità e nei propri ruoli, perché l’obiettivo di ridurre gli infortuni deve essere una priorità. Lo è per noi e deve esserlo anche per le aziende e le istituzioni”.

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