Agnadello

Biogas, in arrivo un nuovo impianto: dibattito serrato

Un impianto di grosse dimensioni, pare, se è vero che l’impegno di spesa stimato è rilevante. "Undici milioni di euro"

Biogas, in arrivo un nuovo impianto: dibattito serrato
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È in arrivo un impianto a biogas in località Mirandola ad Agnadello? Un’ipotesi che non pare campata in aria, se la minoranza ha deciso di informare i cittadini che la richiesta è stata presentata in Municipio a inizio gennaio.

Agnadello, dibattito sul biogas

«Saremo circondati dagli impianti a biogas? - si chiede “Lista per Agnadello” - Dopo quello installato sul lato est del paese, ne è in arrivo un altro sul lato ovest. Anche in questo caso dovrebbe trattarsi di un impianto alimentato, principalmente, con il trinciato di mais e, il cosiddetto digestato, verrebbe poi smaltito sui terreni agricoli circostanti. C’è innanzi tutto un aspetto curioso da rilevare: in ambedue i casi, i titolari degli impianti non sono di Agnadello ma risiedono nei paesi limitrofi. Quello realizzato una decina di anni fa, ai tempi della Giunta Belli, sul confine con Vailate, appartiene all’”Azienda agricola Asti”, proprietaria di migliaia di pertiche di terreno agricolo non solo in territorio vailatese (paese d’origine del titolare) ma anche nei Comuni contermini, Agnadello compreso. Il biogas che dovrebbe essere realizzato sul lato ovest, in località Mirandola, sarebbe di proprietà della società agricola “Energia verde bio Gradella”, rappresentata da Pietro Branchi, che si qualifica come richiedente dell’installazione». Un impianto di grosse dimensioni, pare, se è vero che l’impegno di spesa stimato è rilevante.

Investimento a sette zeri

«L’investimento è superiore agli 11 milioni di euro, quindi probabilmente molto più grande di quello situato verso Vailate - spiega ancora il gruppo, che ha visionato le richiesta - Ancora non conosciamo le dimensioni reali e la sua precisa collocazione sul territorio, presumibilmente prossima alla strada provinciale per Rivolta, per semplificare l’accesso dei mezzi agricoli impiegati per la fornitura del trinciato di mais ed, eventualmente, delle deiezioni di animali da stalla, provenienti dalla stessa azienda richiedente o da altri allevamenti del circondario. Il nuovo impianto dovrebbe essere alimentato, nella misura del 40% da produzioni vegetali (si presume trinciato di mais) e nella misura del 60% da non meglio precisati sottoprodotti vegetali, che sarebbero comunque compatibili, come specificato nella richiesta, con le inerenti disposizioni normative». Un’eventualità, quella di un nuovo biogas sul territorio, che solleva qualche perplessità nell’opposizione.

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