Economia

Abbiamo un problema con i prosciutti (e i maiali)

La denuncia di Coldiretti Bergamo: "Occorre alleggerire il mercato".

Abbiamo un problema con i prosciutti (e i maiali)
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Pochi ci pensano, ma la chiusura forzata di hotel, ristoranti e catering ha avuto una conseguenza piuttosto insolita nella gestione di una delle catene più fiorenti, nel settore primario soprattutto della Bassa: la produzione di carne suina.

Lo denuncia la Coldiretti di Bergamo, che ha quantificato attorno al 15 percento del fatturato totale il valore del mercato che fino a poche settimane fa alimentava la produzione di affettati Dop per il settore alberghiero e della ristorazione.

"La chiusura forzata del canale Horeca (hotel, restaurant, catering, ndr) che vale il 15% del fatturato, e la riduzione dell’affettamento al banco nella Gdo hanno rallentato l’attività di macellazione, causando squilibri tra l’offerta di suini e la capacità di ritiro da parte dell’industria di trasformazione. A parziale compensazione di questi cali va rilevato, altresì, l’aumento delle vendite dei tagli di suino fresco" spiega il una nota l'associazione di categoria.

Un pilastro dell'economia agricola

"Per sostenere il settore suinicolo che sta vivendo un momento di forte difficoltà dovuto soprattutto alle ricadute sull’intera filiera della diminuzione di consumo dei prosciutti Dop, Coldiretti ha partecipato all’incontro dell’ultimo Tavolo Suinicolo convocato dal Mipaaf perseguendo in particolare due obiettivi: pianificare urgentemente interventi mirati e condivisi per affrontare l’impatto dell’emergenza sanitaria sul settore suinicolo e supportare un pilastro dell’agroalimentare italiano" continua la nota.

"Il comparto suinicolo è strategico per l’economia della nostra provincia – sottolinea Coldiretti Bergamo – per questo è importante il lavoro che è stato impostato a livello nazionale. In provincia di Bergamo vengono allevati circa 312.000 suini, pari al 7% del patrimonio Lombardo. Questa realtà fondamentale per le eccellenze che l’Italia rappresenta nel mondo deve essere tutelata, ricorrendo a tutti gli strumenti possibili per sostenere imprese e mercato".

Troppe cosce, poca richiesta di prosciutti

Il problema è lo squilibrio tra domanda di prosciutti e offerta di cosce. E la necessità quella quindi di alleggerire il mercato. Tra le proposte in discussione c'è quella di "destinare parte di queste cosce al mercato del cotto o al fresco". Oppure "definire un contributo per capo nel caso dei suini non destinabili alle produzioni Dop" o prevedere un secondo fondo indigenti per l’acquisto di prosciutto cotto da suino nato e allevato in Italia, offrire ulteriore sostegno allo stoccaggio di prosciutti stagionati e cosce e pianificare azioni per allevamenti estensivi di razze autoctone. Inoltre, Coldiretti ha sottolineato la necessità di sostenere le scrofaie con un premio a scrofa e di agire perché l’industria allenti le importazioni, a vantaggio della produzione italiana. "Mentre il Mipaaf ha già annunciato l’arrivo di decreto sul fondo suinicolo, si auspica il fattivo contributo di tutte le parti per trovare presto un accordo utile all’intera filiera" conclude Coldiretti.

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