Vecchie e nuove generazioni

Set ‘s-cet de chi? A Cologno una mostra per riannodare il filo delle generazioni

Si tratta di un progetto per riannodare i fili, quelli tra nonni e nipoti, che la pandemia ha inevitabilmente, troppo spesso, spezzato.

Set ‘s-cet de chi? A Cologno una mostra per riannodare il filo delle generazioni
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Set ‘s-cet de chi? Di chi sei figlio? Una domanda che bene o male ci siamo sentiti fare tutti, prima o poi, magari da qualche compaesano con qualche anno più di noi sulle spalle. La forza (e anche la debolezza, forse) di comunità medio piccole come quelle che costellano la pianura bergamasca si riassume in questa rete di fili, che collegano famiglie e persone, e che spesso avvolgono letteralmente un intero paese. Poche migliaia di anime, nelle quali tutti conoscono tutti: discendenti e ascendenti, almeno nello spazio di un paio di generazioni. Lo sanno bene a Cologno gli organizzatori di   "Set ‘s-cet de chi", un progetto per riannodare i fili, quelli tra nonni e nipoti, che la pandemia ha inevitabilmente, troppo spesso, spezzato.

Set ‘s-cet de chi?

Sabato pomeriggio  l’assessore Andrea Gastoldi (Politiche giovanili), insieme ad Anna Cometti e Virginia Nozza Bielli (Associazione Anziani e pensionati) e Francesco Basile (Gruppo Giovani), con il Gruppo Fotografico A4, si sono trovati al Museo della Civiltà Contadina per le prime riprese di questo ambizioso progetto, nato dal confronto fra tutte le associazioni del paese, realizzato nell’ambito del percorso COndiVIDi Cologno, con l’assessora Lara Maccarini e lo Studio Macramè.

Andrea Gastoldi 

“Set s-cet de chi?” è la prima domanda che gli anziani rivolgono a un giovane e dà l’idea dell’obiettivo di questo lavoro: creare un dialogo generazionale fra giovani e anziani del territorio, promuovendo la condivisione di memorie che ragazze e ragazzi raccoglieranno, per poi rielaborarle con diverse sensibilità artistiche e condividerle con gli strumenti della comunicazione digitale.

Museo della memoria

Il tutto vedrà la realizzazione di un piccolo “museo della memoria”, che riqualificherà il Museo della civiltà contadina, dove raccogliere esperienze e metterle a disposizione della comunità colognese, vera destinataria di questo intervento.

Tra gli interventi previsti, ci sarà la creazione di un opuscolo da distribuire in tutte le famiglie, la realizzazione di un cortometraggio da proiettare durante il cinema all’aperto estivo dell’oratorio, l’organizzazione di una mostra per presentare gli esiti del progetto (che nasceranno da un concorso artistico per rielaborare le testimonianze) e la creazione di un archivio digitale fruibile da parte di tutta la cittadinanza.

Fra i partner dell’iniziativa, oltre al Comune e al Gruppo Giovani, già protagonista di preziosi interventi di volontariato durante la pandemia, figurano anche l’Associazione Anziani e Pensionati, che ha lo scopo di favorire la socializzazione fra anziani, e l’Oratorio, luogo di aggregazione e di sperimentazione del volontariato dei giovani coinvolti nel percorso. "Mai come oggi, di fronte a eventi tanto imprevedibili e imponderabili, è importante rafforzare il filo della memoria per riconoscerci come comunità" spiegano gli organizzatori. E il progetto è candidato al bando nazionale “Fermenti in Comune”, promosso dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile universale e da Anci.

Per informazioni: assessore Andrea Gastoldi, tel. 3404878838 andrea.gastoldi90@gmail.com.

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