Romano

"Rubini, the celebrated tenor, is dead", quando il mondo si fermò per la scomparsa dell'artista romanese

Sabato alle 17  a Romano nell'ambito del festival dedicato a Giovan Battista Rubini verrà presentato l'elaborato realizzato dagli studenti dell'Ic Martiri della Resistenza di Calcio contenente i titoli dei giornali che annunciarono la morte del tenore.

"Rubini, the celebrated tenor, is dead", quando il mondo si fermò per la scomparsa dell'artista romanese
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Sabato alle 17  a Romano nell'ambito del festival dedicato a Giovan Battista Rubini verrà presentato l'elaborato realizzato dagli studenti dell'Ic Martiri della Resistenza di Calcio contenente i titoli dei giornali che annunciarono la morte del tenore.

Il progetto

L’Istituto Comprensivo “Martiri della Resistenza” ha dedicato uno dei suoi laboratori al giornalismo storico, durante il quale vengono approfonditi in modo critico fatti, eventi, vite di personaggi e realtà ancorati al contesto territoriale. Una storia concreta che si collega con la realtà presente, che riguarda da vicino gli studenti, che introietta in loro un senso di appartenenza e sveglia la loro curiosità e voglia di conoscere. La storia non dei grandi manuali, sempre più spesso dispersivi e difficili da comprendere, ma una storia co-costruita dagli alunni, sempre più in balia di strumenti digitali che favoriscono una memoria volatile e non duratura. La “sfida”, quindi, dei nostri allievi è stata quella di cimentarsi in un lavoro da archivisti e reporter, leggendo ed esaminando documenti, approfondendo e confrontando testi e testimonianze che riguardavano il grande tenore di fama mondiale, Giovan Battista Rubini, che a lungo collaborò con Bellini e Donizetti e riuscì a conquistare il pubblico con il suo spessore professionale e umano. Notevole è lo studio della lettera inedita del compositore cremonese Ruggero Manna a Tito di Giovanni Ricordi e la scoperta di un brano dedicato al tenore, così come l’approfondimento sugli articoli dei giornali sulla morte di Rubini.

La morte di Rubini

"La morte di Rubini, avvenuta il 3 marzo 1854, venne annunciata sui giornali inizialmente tramite una breve o lancio di agenzia, come lo chiameremmo oggi, che quasi immediatamente tutti i giornali ripresero. La diffusione partì dal regno Lombardo Veneto e prende due vie differenti: la prima procedette verso est, l’Austria Ungheria e l’Europa orientale, la seconda verso ovest approdando prima a Torino (Regno di Sardegna) e da qui verso l’Europa occidentale e del Nord, il Nord America e l’Australia. Una reazione mondiale che l'elaborato degli studenti rende chiaro fin dal frontespizio della ricerca, riportando commenti di personaggi illustri, che hanno fatto la storia d'Italia o della letteratura mondiale che fanno capire la celebrità di Rubini nel mondo. "…e forse gran parte di quella fama che s’è concentrata sull’autore è da ripartirsi tra Lablache, Tamburini, Rubini e Grisi, esecutori mirabili» scrisse Giuseppe Mazzini sulla rivista "Filosofia della Musica" nel 1836. "Se non si tratta di Rubini, per noi non c’è cantante che valga". l'opinione di Fëdor Michajlovic Dostoevskij pubblicata su "La cronaca di Pietroburgo" nel 1848.

Gli autori della ricerca

"Una lettera rinvenuta nell’Archivio Storico della Casa Ricordi ci ha aperto la possibilità di ricostruire una storia che aveva subito l’oblio degli anni, quella di una composizione scritta per la morte del tenore Rubini che la "Gazzetta Musicale di Milano", edita da Tito Ricordi, offrì in omaggio ai suoi abbonati. Grazie alla disponibilità dell’Archivio Storico Ricordi due alunni hanno potuto trascriverne il testo che è stato pubblicato sul sito dell’Archivio. - hanno scritto i docenti Stefano Gelsomini e Emanuela Citati - La storia raccontata dalla lettera ha aperto, per noi, altri incroci interessanti, come il coinvolgimento di Rubini nei moti risorgimentali del 1848, incroci che ci hanno permesso di affrontare con gli studenti del laboratorio di “Giornalismo Storico” approfondimenti in vari settori della storia: oltre a quella d’Italia, quella della musica, quella postale e quella del giornalismo. Quest’ultimo aspetto lo si rileva, soprattutto, nel secondo capitolo del lavoro dedicato a come la notizia della morte di Giovanni Battista Rubini fu recepita sulla stampa dell’epoca, considerando che, per motivi scolastici, sono stati presi in considerazione solo i dodici mesi successivi alla scomparsa del tenore. Un capitolo che, fatte le dovute proporzioni, ambirebbe a porsi in ideale continuità con il lavoro di Bruno Cassinelli, Antonio Maltempi e Mario Pozzoni nei due volumi Rubini. L’uomo e l’artista, che proprio con la cronaca della morte e delle esequie di Rubini tratta dal «Giornale di Bergamo» conclude la storia del grande tenore romanese".

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