Il melone retato cerca produttori

Prodotto a Calvenzano, è presidio slow food e fa «gola» a Eataly

Il melone retato cerca produttori
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Il melone retato di Calvenzano è presidio slow food e fa «gola» a Eataly.

Il melone retato cerca imprenditori

Il melone retato di Calvenzano diventa un Presidio Slow Food e i suoi derivati (salse senapate, confetture e il liquore) fanno «gola» al colosso Eataly che li vorrebbe commercializzare attraverso la sua rete nazionale di distribuzione di prodotti tipici. Servono però nuovi imprenditori agricoli che investano e s’impegnino a coltivare il prelibato frutto. Ovviamente nel rispetto del disciplinare imposto per mantenere il marchio di qualità, per un prodotto che nel secolo scorso, ha reso celebre Calvenzano nel mondo.

La qualità e garanzia del prodotto

A lanciare l’appello al mondo agricolo della Bassa sono stati gli esponenti di Slow Food e i soci della storica Cooperativa agricola di Calvenzano. - Grazie alla passione di alcuni suoi «volontari» ha recuperato e piantato, negli scorsi anni, le preziose sementi del celebre retato. Sabato scorso durante la conferenza stampa ha ufficializzato l’assegnazione al melone di Calvenzano del Presidio Slow Food. Un marchio che è sinonimo di qualità e garanzia di un prodotto coltivato secondo un preciso e rigido disciplinare. (Sono 283 i prodotti che hanno ottenuto il Presidio in tutta Italia).

L'appello di Slow Food

«Il Presidio Slow Food intende garantire un futuro a questa piccola coltivazione, che era a rischio - ha spiegato Barbara Schiavino, responsabile del Presidio sostenuto dalla Condotta Slow Food Bassa Bergamasca. - La filiera è ripartita lo scorso anno grazie ai primi tre produttori che hanno aderito al disciplinare e che ringrazio. Per rilanciarla, però, rivolgiamo l’appello agli imprenditori agricoli del territorio affinché sposino questa coltivazione».

Il progetto pilota è partito lo scorso anno

La stesura del disciplinare, curato da Chicco Crippa e dall’agronomo Gaetano Vertova, è durata anni e il progetto pilota di coltivazione del melone retato è partita lo scorso anno coinvolgendo la Cooperativa agricola del paese - con l’azienda «Ridibio» di Lorenzo Ferrari - la Cooperativa «Pelesa» di Castel Cerreto e l’azienda agricola «Il Platano» di Treviglio. La produzione è stata di poco più di due quintali e il frutto è stato completamente destinato alla trasformazione nei suoi derivati: salse senapate, confetture e il liquore di melone che da oggi avranno la «chiocciolina», marchio del Presidio di garanzia Slow Food.

Verso la denominazione di origine comunale

Per rilanciare la produzione e l’economia della zona, legata al melone retato, fondamentale sarà ampliare la rete dei produttori, come ha sottolineato il presidente della Cooperativa agricola Domenico Valsecchi. «Il fatto che Eataly si interessi ai prodotti legati al melone retato oggi può spaventare - ha sottolineato Beppe Facchetti, ex presidente e socio della storica cooperativa calvenzanese. - Ma deve fare da volano al rilancio di questa produzione tipica del nostro territorio e in questo senso sarà importante che al progetto si uniscano nuovi coltivatori. Un’altra spinta, dopo il riconoscimento del Presidio Slow Food, potrebbe arrivare dalla Denominazione di origine comunale per la quale invito il sindaco a impegnarsi».

Servono investimenti dallo Stato e dall'Europa

Invito raccolto dal primo cittadino Fabio Ferla. «Auspico che per rilanciare la filiera di questo frutto, simbolo del paese - ha dichiarato Ferla - oggi più che mai arrivino investimenti da parte dello Stato o della Comunità europea».

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