Martinengo

L’ex sindaco rilancia l’archivio della memoria

Un’idea che aveva tentato di realizzare anni fa ma che è rimasta un sogno nel cassetto

L’ex sindaco rilancia l’archivio della memoria
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L’ex sindaco di Martinengo Francesco Pavoncelli torna alla carica con un’idea che coltiva da tempo ma che non è ancora riuscito a concretizzare: l'archivio della memoria.

Un'idea affascinante: l'archivio della memoria

Pavoncelli è un cultore della storia locale e l'idea dell'archivio della memoria non è mai stata abbandonata

"Ho sempre pensato che se ci si cala dentro la propria realtà comune ci si rende conto quanto sia importante l’aver costruito una memoria condivisa - ha spiegato - Martinengo può definirsi già abbastanza fortunata avendo avuto tra i suoi concittadini alcuni ricercatori di storia locale del calibro del professor Angelo Pinetti, del monsignor Luigi Pagnoni, ma anche di cultori di storia non proprio nativi, ma molto legati alla città come Riccardo Caproni e monsignor Giuseppe Mojoli. Io stesso ho contribuito con la trascrizione dei sei volumi manoscritti di don Giuseppe Foglieni (1919-1948) e, da sindaco, riuscendo a portare a termine la pubblicazione di due guide storico-artistiche: una sulla chiesa parrocchiale (1455-2000) e una sulla città (900-2004). Il dottor Cesare Persiani e il professor Luciano Bonomi, entrambi martinenghesi, hanno scritto libri ambientati nel nostro anteguerra che ci hanno molto aiutato a rileggere aspetti importanti del nostro passato".

Ricordando la dozzina di nuove pubblicazioni durante gli anni del suo mandato (2004-2009), ha parlato con entusiasmo della riscoperta della vicenda del dottor Camillo Gittardi a cavallo tra la fine della Prima Guerra e il Fascismo (1918-1928) o l’arrivo degli americani il 25 Aprile del 1945.

"Più passa il tempo e meno sono le persone che possono aiutarci a ricostruire il ricostruibile"

"Tutto il resto però è ancora da scrivere quasi completamente e più passa il tempo e meno sono le persone che possono aiutarci a ricostruire il ricostruibile - ha osservato - Avviene sempre più spesso che le memorie dei nostri anziani finiscono purtroppo in discarica invece che in archivio. Si tratterebbe di storia spicciola, ma importantissima, qualora fosse raccolta con metodo e conservata in un luogo pubblico. Per esempio saremmo riusciti a ricostruire meglio come finì la nostra benemerita Cassa Rurale, la prima costituita nella Bergamasca, se il direttore che tutti conoscevano come “Angelì della banca” fosse tra noi o avesse lasciato a suo figlio Italo Deleidi il compito di trasmetterci le sue carte e altro materiale".

Poi ha fatto riferimento alla recente pubblicazione «Scuola a Martinengo negli Anni Trenta».

"L’archivio del direttore didattico Giuseppe Gasparini sarebbe sicuramente andato perso se la sua casa di proprietà non fosse finita a Gianni Santagati che si è reso conto della sua importanza e ha condiviso quelle carte con Pasquale Busetti. Non avremmo semplicemente avuto il libro".

Il progetto

"L’idea dell’archivio della memoria è quella di dotare la città e la frazione di Cortenuova di Sopra di un luogo al quale poter affidare oggetti, cartoline, lettere, ma soprattutto libri, fotografie, filmati e video che tutti abbiamo in casa, con la certezza che verrebbero valorizzati - ha chiarito - Oltre ad individuare il luogo, andrebbe studiato il protocollo da seguire durante la fase di acquisizione dei lasciti e della loro archiviazione. Per farlo servirà anche il contributo di un’associazione di volontari coordinata da un dipendente comunale part-time. Ne parlai già alcuni anni fa, ma alla fine non se ne fece nulla. All’interno di un comparto urbanistico in progetto avevamo individuato la possibilità di acquisire a proprietà pubblica un capannone di circa 300 metri quadrati da mettere a disposizione di studiosi della locale realtà sociale. Una realtà locale deve sapersi raccontare oppure è destinata alla sicura emarginazione".

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