"La veglia di stalla", un tuffo nel nostro passato con un laboratorio per adulti
Lunedì 14 aprile, alle 20.30, presentazione pubblica del seminario dedicato ai temi della fabulazione e del racconto nella tradizione popolare bergamasca

La XXXVII edizione del Festival Internazionale del Teatro di Gruppo "Segnali Experimenta" avrà un prologo, con la presentazione pubblica del laboratorio teatrale intensivo gratuito per adulti "La veglia di stalla" dedicato ai temi della fabulazione e del racconto nella tradizione popolare bergamasca, nel castello di Urgnano.
"La veglia di stalla"
"La veglia di stalla" è un laboratorio teatrale intensivo gratuito per adulti dedicato ai racconti e alle storie della villa di stalla nella cascina Bella bassa bergamasca, promosso dall'associazione "Laboratorio Teatro Officina Aps", Assessorato alla Cultura del Comune di Urgnano e dalla Pro loco.
"La finalità del laboratorio è quella di stimolare i meccanismi vocali e psicologici che permettono alla narrazione di diventare 'espressiva', cioè comunicazione viva di immagini, sensazioni, sentimenti - fanno sapere gli organizzatori - Vengono pertanto forniti strumenti base di conoscenza della voce umana, per poterla modulare a seconda dell'effetto espressivo che si vuol ottenere. I partecipanti all’esperienza teatrale lavorano sulle diverse qualità di emissione della voce e, di riflesso, sulla diversa qualità di interpretazione di un brano: intensità, tonalità, timbro, durata-ritmo. Tutti gli esercizi sono condotti in forma ludica e coinvolgente, in modo da rendere la lettura e l’interpretazione delle attività piacevoli, che ci conducono dentro le storie, quasi come in un'avventura, tra i suoni e i significati delle parole, dove il testo diventa lo 'spartito' che gli allievi 'suonano'0 con voce e gesti, singolarmente, a coppia o in coro".
L'obiettivo del laboratorio teatrale 2025 è quello di dare nuova vita alla “veglia di stalla” che, un centinaio d’anni or sono, veniva fatta dai contadini delle cascine della Bassa bergamasca, quando, in inverno, i lavori della terra rallentavano i loro ritmi per la neve e il freddo.
"Le stalle diventavano, a quel punto, il centro della vita sociale del casale e, con il caldo delle mucche e la luce di un lume a petrolio, erano l'occasione per incontrarsi, per conoscersi e per stare insieme - spiegano - La stalla, grazie al fiato e alla grossa mole dei numerosi bovini e ovini presenti, alla paglia, e anche alla fermentazione di orina e sterco, diventava la stanza più tiepida e capiente nelle gelide case contadine di quegli anni. Tutte le famiglie del cascinale, alla sera, vi si trasferivano e, spesso, si univa loro qualche vicino o qualche giovanotto venuto dal paese, che faceva la corte alle ragazze di casa. Essendo dei grandi lavoratori, anche durante la veglia, i contadini non stavano mai con le mani in mano: c’era chi aggiustava gli attrezzi agricoli, chi intrecciava i cesti di vimini, chi faceva le scope con i rami di saggina, chi sgranava le pannocchie e chi preparava le trappole per gli uccelli. Più di tutti lavoravano le donne che, con l’inverno, rimontavano il telaio e riprendevano il lavoro di filatura e tessitura. Facevano, inoltre, lavori domestici, rammendavano i panni vecchi e le maglie di tutta la famiglia. Lavoravano anche ai ferri preparando calzini, guanti e sciarpe. Le ragazze in età da marito, infine, ricamavano e preparavano il corredo, per la dote".
Mentre le mani erano occupate in cento cose, fiorivano i racconti più fantasiosi.
"Soprattutto quelli ispirati a narrazioni o a storie di paura che incantavano tutti i partecipanti alla veglia, soprattutto i più piccoli, mentre i giovani intrecciavano tenere storie d’amore, che, a volte, sfociavano in veri e propri fidanzamenti - concludono - Con il caldo delle mucche e la luce del lume a petrolio, si parlava di tutto ed era un’eccellente occasione per incontrarsi e per conoscersi. Quelli che tenevano banco, però, erano i racconti, unitamente ai proverbi, gli indovinelli, gli scioglilingua e le filastrocche, in una sorta di libro aperto, che i contadini, seppur analfabeti, sapevano gestire magistralmente, attraverso una narrazione colorita e una pantomima semplice ma di grande efficacia. L'atto fabulatorio in cascina era un rito collettivo, nel quale la comunità poteva sentirsi unita in qualche cosa di più piacevole della fatica del vivere quotidiano. I vecchi raccontavano, i giovani imparavano a ricordare. Le storie e le leggende venivano tramandate, oralmente, di generazione in generazione".
Dove e quando
Lunedì 14 aprile alle 20.30, nella Sala Conferenze della Rocca Albani di Urgnano presentazione pubblica, ingresso libero. Conduci l'incontro Gianfranco Bergamini, direttore artistico del Festival Internazionale del Teatro di Gruppo "Segnali Experimenta" e regista del laboratorio "Teatro officina". Presenti l'assessore alla Cultura del Comune di Urgnano Alessandro Pelucchi, Nadia Savoldelli del "Cerchio di gesso Aps" e Lorenzo Baronchelli di "Ambaradan". Per partecipare all'incontro è consigliabile prenotarsi inviando un'email al laboratorio teatro ficina@gmail.com ho chiamando i numeri 035891878 -3404994795 e per ulteriori informazioni consultare il sito web www.laboratorioteatroofficina.it. Le lezioni si svolgeranno nella Sala dei Satiri e nela Sala Conferenze della rocca in due fine settimana, nei mesi di maggio (2/3/4) e settembre (19/20/21), di 15 ore l’uno + un saggio finale aperto al pubblico. Numero massimo di partecipanti 10 persone, tessera LTO obbligatoria, costo 10 euro.