Treviglio

I "Promessi sposi" di Manzoni furono ispirati da un trevigliese?

Il poeta Tommaso Grossi potrebbe aver avuto il ruolo di "suggeritore" per la stesura del romanzo. Se ne parlerà lunedì nella sede dell'Auser.

I "Promessi sposi" di Manzoni furono ispirati da un trevigliese?
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Davvero dietro uno dei capolavori immortali della letteratura italiana, i "Promessi sposi" di Alessandro Manzoni (nella foto), c'è un «suggeritore» trevigliese? La tesi, tanto affascinante quanto complessa, torna spesso in superficie, come un fiume carsico, nella storia culturale cittadina.

I "Promessi sposi"

E lunedì prossimo, 12 giugno, alle 16, se ne discuterà di nuovo, durante un evento organizzato all'Auser dal giornalista Roberto Fabbrucci e dalla storica Sara Albergoni, ormai 19 anni dopo una celebre mostra organizzata nel 2004 in Sala crociera sull'argomento. Ma cosa c'entra Treviglio con i luoghi e i personaggi dei "Promessi sposi", che come noto ruotano tutti attorno a «quel ramo del lago di Como» e, tutt'al più, alla Milano delle peregrinazioni di Renzo Tramaglino? A reggere quel filo rosso - tutto da esplorare in filigrana tra le pagine del romanzo - c'è nientemeno che Tommaso Grossi.

L'amicizia tra Manzoni e Tommaso Grossi

Celebre poeta romantico cresciuto a Treviglio (nonché padre di Giuseppe, che sarebbe diventato uno dei sindaci più importanti della città a cavallo tra 19esimo e 20esimo secolo), Tommaso Grossi era infatti senza dubbio un amico intimo di «Don Lisander», da sempre. Su un numero de «Il Diario» del 2004, Fabbrucci riecheggiava incredibili e interessantissimi stralci dalla corrispondenza privata tra i due: Manzoni chiedeva a Grossi consigli sul romanzo in costruzione e persino sul nome dei personaggi. "Con il Grossi, Manzoni si confidava, discuteva e approfondiva i temi letterari, chiedeva consiglio e consulenza. Tanto che la “Storia di Treviglio e della Gera d’Ad da” dello storico Emanuele Lodi si trasformò in una fonte d’ispirazione riguardo personaggi e nomi utili alla costruzione dei Promessi Sposi - ricordava 19 anni fa Fabbrucci - Un piccolo “saccheggio” non programmato, che nacque dalle discussioni tra i due: Manzoni parlava di un personaggio che stava costruendo e il Grossi ricordava personalità storiche locali descritte da Lodi sul suo libro".

Il poeta Tommaso Grossi

La provincia di Bergamo nel romanzo

Tesi riprese, sullo stesso numero del Diario, anche dallo storico trevigliese Marco Carminati. "Bergamo, San Marco e persino Treviglio, Caravaggio, Brignano, Canonica e l’Adda (...) compaiano o apertis verbis o, indirettamente, anche nella corrispondenza epistolare che Don Lisànder scambiava attorno al suo romanzo - spiegava Carminati, citando a sua volta il saggio del 1909 'La provincia di Bergamo nei Promessi Sposi', di uno studioso caravaggino suo omonimo - L’autore del saggio elenca ben sedici capitoli dei Promessi Sposi, in cui, per un verso o per l’altro, si fa riferimento ai nostri luoghi".

Se ne parlerà lunedì

Di più: così scriveva il Manzoni a Grossi, chiedendogli un aiuto per "battezzare" uno dei bravi bergamaschi al servizio di Don Rodrigo: "Quanto al soprannome del bravo bergamasco – scrive il Manzoni a Tommaso Grossi – sappi che non ti lascio requiare, finché non ne hai trovato uno a mio talento. Nessuno dei proposti è buono. Ella s’ingegni". Alla fine nacque "Grignapoco", che finì nel romanzo. Fili, tracce, fantasmi di un primo ottocento sorprendente, che lunedì rivivrà all'Auser. Ingresso libero, dalle 16, nella sede dell’associazione all’ex Foro Boario.

 

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