Danza verticale

I Cafélulé e la magia di danzare sospesi, anche a 90 metri d'altezza

Cafelulé è una Compagnia di danza contemporanea verticale fondata da giovani danzatori e performers che si dedicano alla ricerca di un dialogo differente con la gravità

I Cafélulé e la magia di danzare sospesi, anche a 90 metri d'altezza
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"Danzare a novanta metri di altezza è come volare". Lo afferma Federica Madeddu, della compagnia di danza martinenghese "Cafélulé", che sabato scorso, 12 giugno, si è esibita a Palazzolo sull’Oglio, ballando verticalmente dalla Torre del Popolo, alta 91 metri.

Danzare a 90 metri di altezza

L’evento, organizzato dalla compagnia "Filodirame", che gestisce il teatro sociale di Palazzolo, è stato un vero successo. Gli spettatori sono rimasti letteralmente stregati dall’esibizioni dei ballerini, a bocca aperta tra lo stupore e il timore. L’Asd Cafélulé Danza Contemporanea Verticale, quest’anno, compie il 10 anniversario dalla sua nascita. La realtà martinenghese si è specializzata in questi anni nella danza sospesa e nella danza verticale, diventando un punto di riferimento per la Provincia, tant’è che lo scorso 28 maggio è stata chiamata per l’inaugurazione del teatro Donizzetti a Bergamo. I componenti dell’Asd sono le talentuosissime Eleonora Merisio, Lucia Taietti, Federica Madeddu e l’altrettanto talentuoso Yuri Plebani. Molto spesso collabora con loro anche Massimo Prandelli. Cafelulé è una Compagnia di danza contemporanea verticale fondata da giovani danzatori e performers che si dedicano alla ricerca di un dialogo differente con la gravità, di una nuova grammatica del movimento e di un modo unico di raccontare storie.

Danza verticale

Oltre ad esibirsi su palcoscenici nazionali ed internazionali, Cafelulé si distingue anche per la sua versatilità e per la capacità di coordinare grandi eventi, sia pubblici che privati, dove differenti realtà artistiche collaborano, dando forma a performances innovative ed uniche nel loro genere. Le coreografie valorizzano l’ambiente urbano e naturale trasformandolo in palcoscenico: lo spettatore alza lo sguardo e vive lo spazio nella sua inedita dimensione. "Quando si balla a quelle altezze non si può avere paura – ha ammesso Madeddu – la sensazione è appunto quella di volare, c’è un senso di estrema libertà. C’è sicuramente maggiore attenzione, come è giusto che sia, però ciò che si prova non è immaginabile. Ballare verticalmente richiede molto impegno e accortezza, ma il tutto è ripagato dallo spettacolo che incanta noi e chi ci viene a vedere".

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