Da Caravaggio a Venezia sulle tracce di Straparola
Una coppia di appassionati del novelliere cinquecentesco ha intrapreso assidue ricerche, non ancora ultimate
Da Caravaggio a Venezia (passando per Rivolta) sulle tracce del novelliere cinquecentesco Giovanni Francesco Straparola. La curiosità ha portato Luigi Venturati, ex dirigente bancario in pensione, e la moglie Luisa Bonomi a lavorare sull’illustre cittadino, forse un po’ dimenticato, per smentire dicerie sul suo conto. E non solo.
Straparola e la Gatta senza stivali
Caravaggio è terra di artisti e scrittori, da sempre. Ma pochi in città sentono il desiderio di saperne di più su questi illustri concittadini che hanno dato il nome a parecchie vie del borgo. Tra loro ci sono sicuramente Luigi e Luisa, che hanno intrapreso una vera e propria indagine tra archivi parrocchiali e antiche edizioni degli scritti di Straparola, degna di un ricercatore.
"Ne sapevo poco su di lui, se non che in città dal 1982 gli è stato dedicato il premio letterario che porta il suo nome - ha spiegato Venturati - poi nel 2000 è uscita una pregevole edizione locale in italiano moderno di venti sue novelle estratte dalla sua celebre opera “Le piacevoli notti” , firmata dalla coppia Francesco Tadini ed Enrica Tirloni. A quel punto ho deciso di comprare un’edizione completa dell’opera e alla fine sono diventato un collezionista delle varie edizioni che furono stampate anche all’estero. Si tratta di una raccolta di racconti di stampo per così dire boccacesco, pubblicata per la prima volta a Venezia nel 1550, per la quale Straparola è famoso in tutto il mondo. Molto meno in Italia".
Tra questi ci sono anche diverse favole, che sono tra le più vecchie trascrizioni di fiabe per l’era moderna, tra le quali la versione più antica nota del «Gatto con gli stivali», che in realtà era una gatta e senza stivali. La raccolta ebbe molte ristampe in Italia tra il XVI e il XVII secolo e fu presto tradotta in francese e in tedesco. Nel XIX secolo l’opera è stata oggetto di numerosi studi, essendo la prima ad aver raccolto così tante fiabe popolari.
"Ho edizioni in russo, in spagnolo, in giapponese, in cecoslovacco e via discorrendo - ha spiegato - una novantina in tutto".
Le ricerche sul presunto cognome di fantasia
Proprio in questi giorni in biblioteca c’è una mostra sul novelliere e Venturati ha portato il fascicolo, non ancora ultimato, che riguarda la sua biografia, dal titolo "Straparola... un cognome vero". Per tre secoli infatti si è sostenuto che non esisteva, che fosse un nome di fantasia.
"Si diceva che fosse un’invenzione, un soprannome, uno pseudonimo - ha raccontato - la teoria ebbe origine dalle incaute affermazioni del francese Bernard de La Monnoye nel 1725 che, in sostanza, sostenne che era un povero diavolo chiamato così perché straparlava... - ha rivelato - E poiché nel 1480, anno in cui si presume sia nato il novelliere, non c’erano ancora i registri parrocchiali e quindi neanche documenti che potevano comprovare la sua nascita a Caravaggio, negli anni a seguire la maggior parte degli studiosi e critici letterari si sono allineati. La cosa mi ha infastidito e ho deciso di andare a fondo della questione".
E così con la moglie ha iniziato a fare delle ricerche nell’archivio parrocchiale caravaggino e poi in quello di Rivolta - centro dove si concentra il maggior numero di cognomi dello stesso ceppo - alla ricerca di informazioni.
"Abbiamo potuto appurare che quel cognome era già presente a Caravaggio, ma anche a Rivolta, sin dalla metà del ‘500 - ha riferito - Infatti nel registro dei morti nella parrocchia di Caravaggio dell’anno 1566, risulta che il giorno 18 gennaio è deceduto un certo Marcantonio Strepparola, senza ulteriori annotazioni. Mentre nel registro matrimoni, alla data del 15 aprile 1577 risulta quello della figlia Origa/Orisa Strepparole. Non solo, nello stesso registro matrimoni, qualche anno prima, il 3 maggio 1570, figura come sacerdote officiante il reverendo Valeriano Straparola, si presume proveniente da altra parrocchia. Un’ulteriore dimostrazione comunque che il cognome era già diffuso sul territorio. Anche a Rivolta, dove i cognomi Streparola e Strepparola sono storicamente radicati e tutt’oggi ampiamente diffusi, le ricerche hanno portato ad analoghi riscontri. Il 3 aprile 1579 nasce Maria figlia di Joseph Streparola, mentre il 28 settembre 1595 e il 5 settembre 1597 nascono rispettivamente Francesco e Valeriano, entrambi figli di Marco Antonio... Streparoli nel primo caso, Streparola nel secondo. Nel febbraio 1603 muore Catherina un’altra figlia dello stesso Marco Antonio, qui registrato come Strapparola. Lo stesso novelliere in altre opere si firmò in modo diverso, Streparola".
Oggi in Italia ci sono 89 famiglie che portano questo cognome o una delle sue varianti dovute a storpiature nella trascrizione, 85 delle quali sono in Lombardia, 27 solo a Rivolta. Molti sono presenti anche a Treviglio.
Il giallo della morte
Ma le ricerche dei coniugi caravaggini non finiscono qui. È loro intenzione infatti proseguire nelle indagini già iniziate a Venezia, dove Straparola senz’altro si trasferì sia nel 1508 e dal 1550 per dare alle stampe le sue opere, e dove probabilmente morì dopo il 1557.
"Nella città lagunare torneremo per visitare ancora l’Archivio Storico del Patriarcato e l’Archivio di Stato di Venezia - ha concluso - alla ricerca di qualche traccia riconducibile sia alla data di morte dello Straparola ma anche e soprattutto alla presenza di suoi ipotetici familiari e discendenti".