Cultura

Castelli e dimore in rete, scopri le 21 perle della Bergamasca FOTO

Sono 21 le realtà che uniscono al valore storico e artistico il servizio di apertura al pubblico.

Castelli e dimore in rete, scopri le 21 perle della Bergamasca FOTO
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"Castelli e Dimore" in rete per promuovere storia e splendore di Bergamo e provincia. Prende forma la rete di castelli e dimore storiche voluta dalla Provincia di Bergamo per valorizzare il territorio bergamasco custode di un patrimonio dalla storia secolare.

Castelli e dimore in rete

La promozione, che prevede a breve anche la realizzazione di un brand, un video, un editoriale web e mirate campagne social, sarà affidata alla piattaforma di VisitBergamo: l’ente per il turismo di Bergamo e Provincia metterà a disposizione i suoi strumenti al fine di diffondere il fascino dei castelli e la bellezza delle dimore della rete.

Soddisfatto il consigliere con delega al Turismo Claudio Bolandrini, sindaco di Caravaggio: "La Provincia svolge un ruolo significativo e fondamentale di coordinamento delle eccellenze culturali, favorendo tra i protagonisti la sinergia necessaria per fare squadra e centrare l'obiettivo comune di aumentare l’attrattività turistica dei castelli e delle dimore storiche del nostro territorio".

Anche le realtà presenti hanno espresso soddisfazione per il progetto, offerto gratuitamente senza alcuna richiesta di compartecipazione economica, e ringraziamenti per l'impegno profuso dalla Provincia a sostegno dell'attività turistica delle loro strutture.

Un tour tra 21 realtà meravigliose

Della rete Castelli e dimore fanno parte 21 realtà che uniscono al valore storico e artistico il servizio di apertura al pubblico. Sfoglia la gallery per scoprire le realtà bergamasche da visitare.

Villa Pesenti Agliardi di Paladina
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VILLA PESENTI AGLIARDI DI PALADINA - Situata ai piedi delle colline, a dieci chilometri da Bergamo, la seicentesca Villa Pesenti-Agliardi fu ampliata e modificata nel 1798, su incarico del Conte Pietro Pesenti, dall’architetto Leopold Pollack, con un progetto innovativo di reinterpretazione in chiave neoclassica sia della dimora che del giardino. Nella villa si possono ammirare la cappella, lo scalone monumentale, le sale decorate con notevoli affreschi e stucchi.

Villa Moroni di Stezzano
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VILLA MORONI DI STEZZANO - Villa Moroni è collocata lungo il lato nord di Piazza della Libertà di Stezzano. Il nucleo originario della villa risale al Settecento, ma dell’antica struttura rimane oggi ben poco, poiché il Conte Antonio Moroni vi apportò sostanziali modifiche nel 1815.Il piano terra ospita le sale di rappresentanza, come il Salone centrale, affrescato con scene mitologiche e di ispirazione storica. La volta del salone da ballo è stata dipinto da Giulio Quaglio nel 1719; l’artista operò anche in altri edifici stezzanesi, come la Chiesa Parrocchiale e il Santuario Madonna dei Campi.

Villa Grismondi Finardi di Bergamo
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VILLA GRISMONDI FINARDI DI BERGAMO - Villa Grismondi Finardi si trova al centro di un'antica tenuta agricola divenuta in questo secolo quartiere giardino confinante con il centro della città di Bergamo. Le origini della Villa, riportata nelle antiche mappe come "Il Palazzo", risalgono al XVI secolo, o forse anche a tempi molto più antichi, almeno come nucleo iniziale. La sua storia artistica testimonia di un'evoluzione che parte dal primitivo impianto, ancora arcaico, per giungere ai fasti della decorazione settecentesca e romantica. Nel Settecento fu dimora dei Grismondi e divenne salotto letterario della poetessa Paolina Grismondi Secco Suardo, nota con lo pseudonimo di Lesbia Cidonia, celebrata dal Mascheroni e a contatto con i principali letterati del tempo. Dalla metà Ottocento è dimora dei Finardi, che fondarono l'omonimo Quartiere intorno alla Villa e al suo Parco, ineguagliabile polmone verde per la città.

Villa dei Tasso di Celadina
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VILLA DEI TASSO DI CELADINA - La Villa dei Tasso “”Celadina”” risale agli inizi del 500; la sua sfilata di sale e saloni con stucchi e affreschi ne fa una fastosa residenza che ha ospitato anche Torquato Tasso ed i pittori Giambattista Tiepolo e Francesco Zuccarelli. La Villa, con annessa grande tenuta agricola, sarà un luogo simbolo della ricchezza dei Tasso, famiglia che, originaria della val Brembana, dopo il XV secolo, si diffonderà in tutta Europa ottenendo i massimi gradi di nobiltà con l’organizzazione e la gestione del servizio postale.

torre pallavicina Palazzo Barbò
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PALAZZO BARBO' TORRE PALLAVICINA - A seguito della Pace di Lodi del 1453 tra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta, Francesco Sforza commissiona al figlio naturale Tristano la costruzione di una torre di guardia del confine che seguirà, come stabilisce il trattato, il corso del fiume Oglio tra Soncino e Pumenengo.La Torre, detta di Tristano, venne così eretta sulle terre dei Conti Barbò, feudatari dei luoghi sin dal 1070, in contrapposizione a Roccafranca, posta sul lato veneto del fiume. Nello stesso luogo, un secolo più tardi, Adalberto Marchese Pallavicino, la cui fortuna è legata alla costruzione dell’omonimo naviglio di irrigazione della piana cremonese, decise di costruire una sontuosa dimora “… per non voler più seguire principi ingrati…” e quale “… sede di ozio di pace per sé e per i suoi amici (SIBI ET AMICIS)”, proposito che si può leggere scolpito con un fregio, sulla pietra che corre sopra i portici della facciata. Il Palazzo divenne poi dimora dei Conti Barbò che tuttora lo possiedono.

Palazzo Visconti Brignano
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PALAZZO VISCONTI A BRIGNANO - Leggenda vuole che questo splendido palazzo fosse il castello dell'Innominato descritto da Manzoni nei "I Promessi Sposi". Il cuore dell'edificio: Palazzo Vecchio risale alla fine del Cinquecento ed è stato realizzato su fortificazioni preesistenti. Recentemente restaurato, ospita a pianterreno la sede municipale. Il piano nobile offre numerose sale affrescate, che lo rendono una delle pagine più riuscite del barocco lombardo. Negli ambienti di rappresentanza si possono osservare affreschi dedicati ai fasti dinastici, in particolare nella cosiddetta sala del trono, datata 1675, in cui gli esponenti più illustri della famiglia Visconti si stagliano su alti piedistalli sotto forma di statue monocrome dipinte.

Palazzo Terzi Bergamo
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PALAZZO TERZI A BERGAMO - Palazzo Terzi costituisce un caso particolarmente interessante, sia per le problematiche logistiche che esso rappresenta (venne costruito su un sedime occupato da preesistenze rinascimentali parzialmente inglobate negli ampliamenti sei-settecenteschi), sia perché rientra a pieno titolo in questo clima di affermazione sociale. La prima fase della costruzione del palazzo, che coincise con le nozze fra il marchese Luigi Terzi e la giovanissima Paola Roncalli (1631), interessò la facciata e l'ala meridionale della dimora.

Palazzo Sozzi Vimercati (Palazzo Tasso)
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PALAZZO SOZZI VIMERCATI (PALAZZO TASSO) - Il palazzo fu edificato tra i 1480 e il 1520 da Domenico Tasso (1467-1538) figlio di Agostino, coniugato con Elisabetta Rota (1470-1553)[2], e illustre rappresentante della famiglia Tasso, che fu insignito dal papa Giulio II nel 1512, del titolo di conte e cavaliere apostolico, grazie al servizio svolto nelle poste pontificie. Lo stemma posto sull'estremità dell'architrave del portone riporta le sue iniziali D T (Domenicus Tassus) con il cartiglio COMES ET EQUES. ad indicarne il titolo di cavaliere e conte. I coniugi, nei primi anni del '500, aveva anche commissionato una cappella nella chiesa di Santo Spirito, ponendo il proprio stemma su di una colonna esterna. La famiglia era originaria di Cornello dei Tasso, piccola frazione in Val Brembana. Arricchitasi con il lavoro di servizio postale, si trasferì a Bergamo. I Tasso o Tassis abitarono il palazzo fino alla fine del 1700 ospitando due volte il poeta Torquato Tasso che restò sempre affezionato alla città orobica citandola in un sonetto e in alcune lettere private. Nel secolo successivo i locali furono adibiti a scuole private, come il collegio femminile Marchiondi. Nel 1842 venne acquistato dal conte Paolo Vimercati Sozzi, milanese di nascita e uomo di cultura; alla sua morte nel 1883 lasciò in eredità al comune di Bergamo numerosi oggetti prezioni e volumi antichi. Lo stabile venne acquistato da Augusto Baldini per soddisfare il desiderio della figlia Anna sposata Triade di aprire una scuola di economia domestica attiva dal 1890. Il palazzo venne abitato anche da Guido Tadini e dalla famiglia Zineroni e visitato dal principe Alberto I di Thurn und Taxis di Ratisbona, discendente da un ramo dei Tasso, che unito con la famiglia Thurn - Della Torre - volle visitare i luoghi dove i suoi avi intrapresero l'attività di corrieri postali. Quando il palazzo venne acquisito da Giacinto Lanfranchi in alcuni locali venne allestina una esposizione di armi e armature antiche. Nel 1909, nel palazzo, nacque il musicista Gianandrea Gavazzeni.

Palazzo Oldofredi Tadini Botti
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PALAZZO OLOFREDI TADINI BOTTI - Già nella seconda parte del 1400 dimora estiva segreta degli sforza, situata nello stato della calciana in un punto strategico fortificato sul tratto medio del fiume oglio, linea di confine con la serenissima, utilizzata per feste bucoliche e battute di caccia, viene trasformata in un palazzo dedicato al mito di apuleio su amore e psiche nel 1500. Di particolare interesse sono due stanze e la loggia. Entrambe le stanze si presentano con cassettoni lignei a carena quattrocenteschi e affreschi del 1500. La prima presenta pareti a grottesche con un interessante ciclo pittorico raffigurante parte delle incisioni raffaellesche dedicate alla favola di cupido. La seconda una stanza militare con paesaggi e insediamenti militari/religiosi per orientarsi nel territorio. Infine la loggia, anticamente chiusa con vetrate di grande pregio, portata in dote da Elisabetta Margherita Sforza figlia di Tristano e Beatrice D’Este, a Galeazzo Pallavicino da Busseto marchese dello stato Pallavicino. Tre affreschi rappresentano Busseto, la Calciana e Castel S.Angelo come tributo a Caterina Sforza. Madre di Giovanni delle bande nere ( personaggio del film di Ermanno Olmi) governa e gestisce il potere al punto da assumere un ruolo di importanza consistente nel contesto della politica italiana fino alla calata di Carlo VIII, a dimostrazione di quanto la figura femminile avesse un enorme potere e prestigio nel periodo di dominazione sforzesca. Nel 1473 – quando Caterina ha solo dieci anni – viene concessa in moglie al nipote di papa Sisto IV, Girolamo Riario, diventa un’ intermediaria apprezzata e ricercata tra la corte romana e quella milanese. Alla morte di Sisto IV, in fuga, decide di rifugiarsi presso la rocca di Castel Sant’Angelo con l’intento di occuparla a nome del governatore, suo marito. Comanda da qui i soldati e minaccia addirittura il Vaticano, imponendo ai cardinali di venire a patti con lei. Alla fine del 1500 gli Oldofredi di Iseo vengono in possesso del palazzo Botti per sfruttare la possibilità di moltiplicare i dazi sui porti e i guadi del fiume Oglio, e per contollare il commercio del sale.

Palazzo Milesi Gromo
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PALAZZO MILESI A GROMO - La costruzione del palazzo risale alla fine del XIV secolo, probabilmente da un membro della famiglia Buccelleni, già proprietaria del Castello Buccelleni, essendo documentato in un estimo del 1399. Sulla piazza del Mercato o piazza Vecchia, vengono infatti elencati: una fontana rotonda, un oratorio, una casa con torre, e una casa nuova. Il palazzo viene nuovamente citato, in una pergamena del 1456 che nomina Gabriele, figlio di Generimo Bellera de Zuchinallis di Gromo che aveva la sua residenza in una casa "solerata, lobiata et plodata iacente in contrata de Gromo de supra fontem ptatee ubi dicitur ad domuns Zenesimi...", sarà lui il primo esponente della famiglia Ginami. Un atto notarile del 1581, conservato nell'archivio comunale di Gromo, indica Giuseppe Ginami proprietario del palazzo. La famiglia Ginami, che aveva provenienza dagli Zucchinali o Zucchini, avente per stemma tre zucche o zucchine, era la famiglia che maggiormente operava l'estrazione mineraria, e il commercio delle armi, era anche la famiglia che possedeva il maggior numero di beni in alta valle, lo stemma, formato da una zucchina riprendeva quello della famiglia d'origine degli Zucchinali. Nel 1644 Candida Ginami andò in sposa a GiovanBattista Franzini, fu in occasione di questo matrimonio che venne costruita la torre laterale; il palazzo divenne poi Scacchi quando Maria Manenti, vedova di Giacomo Franzini, prese in affido Alma, orfana Scacchi. Alma andò in moglie a Bernardo Milesi, oriundo di Roncobello, e con i suoi figli, il palazzo prese il nome di Milesi, nome che mantenne. Nel 1924 Valerio Milesi vendette il palazzo alla famiglia Cittadini che successivamente lo alienò all'amministrazione comunale.

Palazzo Gallavresi Caravaggio
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PALAZZO GALLAVRESI A CARAVAGGIO - Non si conosce la data esatta di costruzione dell'edificio, anche se un valido terminus post quem è dato dallo stile tardogotico degli archi ogivali degli ampi portici della facciata principale, che indica un'edificazione sicuramente successiva alla metà del XIII secolo (il gotico si diffuse solo in questo periodo in Lombardia). Si trattò tuttavia, con ogni probabilità, del rifacimento di un edificio già preesistente. Il palazzo fu sede dell'amministrazione comunale già nel primo XIV secolo; nel corso dei secoli passò poi in mano ai privati, a partire dai marchesi della casata Sforza, feudatari di Caravaggio, ai marchesi Villani e alla famiglia Schizzi. Gli ultimi proprietari furono i signori Bellinzaghi e Gallavresi, che ne mantennero la proprietà fino alla prima metà del XX secolo. Appena dopo la Liberazione l'amministrazione cittadina riacquistò il palazzo dalla famiglia Gallavresi per trasferirvi la sede municipale, precedentemente collocata nell'attuale via Mangone. Il palazzo venne profondamente ristrutturato nel 1981; i lavori di risistemazione della facciata hanno consentito di mettere in maggiore evidenza lo stile gotico-lombardo dell'edificio.

Palazzo Agliardi Bergamo
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PALAZZO AGLIARDI A BERGAMO - Il Palazzo sorge vicino a Porta S. Agostino, in uno dei borghi ove nel Cinquecento importanti famiglie di nobili e mercanti fecero erigere le proprie dimore. Fatto costruire nel 1500 da Alessandro Martinengo Colleoni, il palazzo fu ristrutturato nel 1741 dall’architetto Caniana. Dal 1845 è di proprietà dei Conti Agliardi. All’interno, un salone centrale, fiancheggiato da quattro sale, presenta preziosi affreschi settecenteschi di C. I. Carloni e F. Ferrario. Dalle sale si accede ad un suggestivo giardino pensile e alle scuderie. È possibile visitare il palazzo su prenotazione, oppure potete scegliere di essere ospitati per pranzi o cene accolti dal padrone di casa che vi racconterà la storia e gli aneddoti della famiglia e della dimora. Il palazzo viene affittato per matrimoni, ricevimenti privati, eventi aziendali, presentazioni prodotti,conferenze, concerti e servizi fotografici. La capienza per pranzi e cene seduti è di 120 persone, mentre per le conferenze si possono ospitare 80 persone in salone e 40 nella saletta conferenze. È possibile affittare anche una sola parte del palazzo (cinque sale, sette sale, due sale, zona rustica: cantinone, porticato e scuderia).

Castello Silvestri di Calcio
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CASTELLO DI CALCIO - L’insieme del Castello Silvestri si presenta come un edificio principale inserito nel suo parco pertinenziale che lo avvolge su tutti i lati. La pianta è sviluppata intorno ad una corte interna di forma quadrangolare; sugli estremi dell’ala Nord sono presenti tre torri. Giardini, prati verdi, alberi secolari e imponenti magnolie fanno di ogni angolo della proprietà un piccolo monumento verde. Alcune parti del corpo centrale con la tipica struttura a forma di U, risalgono al XVI secolo.

Castello di Urgnano
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CASTELLO DI URGNANO - Sul lato est della rocca, all’esterno delle mura e dell’ampio fossato, sorgono quelle che anticamente erano le aie del castello che ospitavano sia le scuderie per i cavalli che la fattoria vera e propria. In questo ampio cortile spicca la struttura dell’ antica cappella di proprietà della famiglia Albani, collegata al vecchio maniero da un ponticello dotato di un ponte levatoio posto sopra il fossato. Di particolare pregio le antiche scuderie con il loro soffitto a volte. Da qui si ha una vista privilegiata sul lato est della rocca che può essere ammirato in tutta la sua maestosità ed imponenza. Spiccano il mastio, torre principale del castello; la torretta pensile nell’angolo nord est e, nell’angolo sud est, la torretta di controllo, crollata nel 1968 e ricostruita parzialmente negli anni ottanta.

Castello di Pagazzano
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CASTELLO DI PAGAZZANO - Pare che nel VI secolo, a causa della presenza dei Longobardi, fosse sorto come centro fortificato. Nel IX secolo i Franchi conquistarono tutto il territorio della Gera d’Adda compreso quello che doveva essere il nucleo originario del castello. In quel periodo Pagazzano passò sotto la giurisdizione del Conte di Bergamo e successivamente dei Vescovi della città. Non ci sono altre notizie più antiche. Il documento cartaceo più vecchio finora trovato è una pergamena del 1032 in cui un certo Lanfranco del fu Lanfranco da Martinengo elargisce per testamento alla chiesa di Bergamo i suoi beni e le sue terre. Tra questi viene nominato per due volte il nome Pagazanum. Si sa ancora che con bolla del 1168 papa Adriano IV concesse provvisoriamente alla diocesi di Cremona la pieve di Pagazzano che fino ad allora apparteneva alla diocesi di Pavia. Ma la concessione resterà sulla carta perché, come sappiamo, apparterrà invece a Pavia fino al 1820.

Castello di Malpaga Cavernago
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CASTELLO DI MALPAGA - Il Castello di Malpaga è certamente una delle costruzioni più tipiche della Lombardia, per l'interesse architettonico, per le vicende storiche che vi si collegano e per i richiami dell'antica vita di corte che evocano una grande figura del quattrocento: il condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni. Dopo essere stato ceduto al Comune di Bergamo viene abbandonato. Con la nomina di Bartolomeo Colleoni (1395-1475) a Capitano Generale di tutte le milizie della Repubblica di Venezia, il Senato della Serenissima il 24 giugno 1455 concede al grande condottiero la facoltà di scegliere come dimora un castello posto sul confine a difesa della Repubblica dalle invasioni provenienti dal Ducato di Milano.

Castello di Lurano
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CASTELLO DI LURANO - Precedentemente proprietà di importanti famiglie bergamasche tra cui i Bonghi e gli Agliardi, il Castello viene acquisito nel XV secolo dalla famiglia Secco, feudatari della Calciana Inferiore e signori di Caravaggio. Socino II Secco nel 1483 incarica l’architetto militare Venturino Moroni di eseguire importanti opere in occasione del suo matrimonio con Sara Bonghi, figlia del giureconsulto della città di Bergamo. Alla fine del XV secolo il settore orientale viene venduto all’Ospedale di San Marco di Bergamo. Nel 1517 Socino II Secco, a seguito del matrimonio di sua figlia Maria, con Ludovico Suardo, dona al nipote Marco Antonio Suardo tutta la proprietà di Lurano con la clausola di unire i due cognomi Secco e Suardo. Da allora il Castello è stato una delle residenze principali della famiglia Secco Suardo che, attraverso le varie generazioni ha continuato ad abitarci e a lasciarvi i segni e le testimonianze delle diverse vicende storiche, professionali e personali.

Castello di Cavernago
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CASTELLO DI CAVERNAGO - L'origine della struttura risale al 1243 quando i canonici della cattedrale di Bergamo entrarono in possesso di un'antica costruzione nella stessa località. Questa, posta in posizione strategica in quanto situata al crocevia tra le provincie di Milano, Bergamo e Brescia, nel 1470 venne acquistata con atto pubblico la struttura e le relative dipendenze dal celebre condottiero Bartolomeo Colleoni, che vi apportò importanti modifiche. Alla sua morte il feudo di Cavernago e il relativo castello passarono nelle mani di Gherardo Martinengo-Colleoni marito di Ursina, una delle figlie del condottiero. La costruzione attuale, caratterizzata da uno in stile barocco e da un grande cortile con doppio loggiato, risale al '600. L'edificio a pianta quadrata, è privo di merlatura e di camminamenti di ronda: questi elementi lasciano intuire che non si tratta di una fortezza militare, come lo è, per esempio, il vicino castello di Malpaga, bensì che fu concepito come residenza familiare, in modo da garantire tutti gli agi che si addicevano ad una famiglia nobile. Il castello era dotato anche di un ponte levatoio, di un fossato (ormai privo d'acqua), di un pozzo centrale, oltre che di un grande giardino. Il castello dopo esser stato acquistato dai conti Giovannelli prima e dal conte Mazzotti Biancinelli poi, ora è di proprietà di un erede del principe Gonzaga di Vescovato

Castello Colleoni di Solza
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CASTELLO COLLEONI A SOLZA - La tradizione vuole che quando Bartolomeo Colleoni lasciò il castello di Solza, dov’era nato, avesse tra i 14 e i 15 anni. Poco più che un ragazzo anche per quei tempi, e niente faceva presagire che fosse destinato a diventare uno dei più noti condottieri del ‘400. E lo stesso castello oggi appare poca cosa nel suo modesto impianto trecentesco. Eppure vale la pena di raggiungere il piccolo borgo di Solza, a non molta distanza dal fiume Adda, per iniziare un viaggio nei luoghi e nella storia per conoscere i castelli che punteggiano la pianura bergamasca. Su questa terra di confine si contrapposero a lungo due grandi potenze: il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia.

Castello Barbò Pumenengo
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CASTELLO BARBO' A PUMENENGO - La posizione del castello di Pumenengo ha caratterizzato anche la sua planimetria: situato su un terrapieno lambito dal Naviglio Pallavicino, sovrastante la vallata che conduce al fiume Oglio, il castello non presenta la classica pianta quadrata con una torre per angolo che, invece, caratterizza gli altri edifici fortificati di pianura. La pianta del castello di Pumenengo è trapezoidale e presenta solamente tre torri, di cui di una, quella di nord-est, rimane solo qualche traccia, mentre le altre due sono ancora ben visibili. Alla mancanza della torre di sud-est si sopperiva con una massiccia scarpatura realizzata con una tessitura muraria differente da quella impiegata nel resto della costruzione. Le notizie storiche relative al castello risalgono al XVI secolo, ma è molto probabile che quanto vediamo noi oggi sia l’ampliamento di una precedente fortificazione ancora più antica, resasi necessaria a causa dei continui conflitti che si generavano a causa del controllo sul passaggio del fiume con il borgo di Rudiano.

Casa Museo Fantoni di Rovetta
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CASA MUSEO FANTONI DI ROVETTA - L’antica casa-bottega degli scultori Fantoni è situata nel centro storico di Rovetta, nell'alta Valle Seriana. Conserva un ricchissimo patrimonio di opere e di testimonianze artistiche e documentarie derivato dall’attività delle diverse generazioni di artisti della famiglia. I prospetti interni di casa Fantoni affacciano sull’ampia corte e sull’area verde destinata a frutteto (brolo). Sono compositi e vivaci, in contrasto con l’austera omogeneità del fronte esterno sulla via Fantoni. La struttura a «elle» del complesso, ben percepibile dal cortile, nasce dall’unione di due corpi prima separati. L’ala principale ha origine da un nucleo primitivo a pianta pressoché quadrata, riconducibile al tipo casa-torre, con murature di grande spessore e un pozzo interno. Dalla ricostruzione di questo corpo originario che la tradizione vuole distrutto fin quasi alle fondamenta nel 1378, durante le lotte tra i guelfi e i ghibellini locali e con l’addizione successiva delle parti laterali (secc. XV e XVII) prende forma l’edificio attuale, completato dal portico e dai loggiati soprastanti. In facciata trovano impiego manufatti di fogge e di epoche diverse.

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