Romano

Antropologia e teologia hanno chiuso gli appuntamenti autunnali della cultura targati Rotary

Si è concluso venerdì scorso il VI Rotary Festival della cultura di Romano che in quest’edizione autunnale ha avuto come tema: “Storie del vivere. Dialoghi ".

Antropologia e teologia hanno chiuso gli appuntamenti autunnali della cultura targati Rotary
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Si è concluso venerdì scorso il VI Rotary Festival della cultura di Romano che in quest’edizione autunnale ha avuto come tema: “Storie del vivere. Dialoghi ".

Rotary Festival della Cultura

Storie del vivere. Dialoghi il tema dell’edizione autunnale 2023 per il nuovo format voluto dal direttore scientifico Fabio Cleto. Rispetto al passato non più un unico relatore, ma due protagonisti interpreti di un dialogo serrato, talvolta divertente, interessante perché basato sulla diversa prospettiva di chi ha preso parola. Grazie alla collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo, il progetto di questa edizione è stato sostenuto nell’ambito del bando di Ateneo per iniziative di Public Engagement 2023.

“Il Festival della Cultura – spiega Cristian Viscardi, Presidente Rotary Romano – è giunto alla sua sesta edizione assumendo una nuova veste. Siamo stati felici di vedere la comunità coinvolta in questo Festival che si sta confermando sempre di più anno dopo anno”.

La serata del 17 novembre

“La storia – ha detto Fabio Cleto, curatore scientifico del Festival – nasce necessariamente nella relazione. La vita è una sequenza di storie che si collegano alle origini e ai fini dell’esistere, che nell’oscillazione fra inizio e fine trovano il proprio senso, e che costituiscono forse la più fondamentale fra le caratteristiche dell’umano”.

D’eccellenza i relatori dell’ultima serata: Enrico Finzi è espressione di chi getta uno sguardo antropologico e scientifico alla società, mentre don Giuliano Zanchi dello sguardo del teologo per il quale fine e fini sono certamente diversi. Eppure, le due prospettive si intrecciano e l’incontro ce lo ha dimostrato. È difficile, infatti, fare i conti con la dimensione terrena senza considerarne il confine estremo e quanto ne segue; dall’altra parte, chi si fa carico dell’ultraterreno deve misurarsi sempre con ciò che viene prima e con la dimensione più intima dell’umano”.

La spiritualità

Enrico Finzi, nel 2019, aveva aperto il Rotary Festival della Cultura e si è confermato relatore colto e avvincente. Se Finzi non si è limitato ai confini scientifici, don Giuliano Zanchi a sua volta ha raccontato di una spiritualità radicata nella vita, della dimensione umana che fa i conti con il trascendente. Il suo è stato un intervento dal taglio filosofico, con un’apologia anche dell’arte e del mondo del possibile: cioè la fantascienza. Entrambi dunque convocati per presentare la loro posizione sul tema della fine, hanno poi intrecciato le loro visioni aprendo a suggestioni estetiche e spirituali, in un gioco mobile delle parti. Per Finzi anche uno spunto sulla spiritualità.

 

“Ci ha fatto riflettere – continua ancora Cleto – sulla dimensione del post mortem, quella che determina la nostra esistenza e ci distingue dal non umano. Gli animali, infatti, sono consapevoli della morte soltanto quando essa sta per sopraggiungere nell’immediatezza, per l’uomo non è così e questo apre anche alla responsabilità dell’uomo”.

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