Quando l'arte va a ruba...

L'opera "Mikado" di Marina Menti è stata trafugata nella notte. Suo il terzo posto all'interno del concorso indetto dal Parco dell'Oglio

Quando l'arte va a ruba...
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Artisti in gara sull'Oglio e i ladri rubano le opere d'arte.

Quando l'arte va a ruba...

Furto inaspettato e grave danno per Marina Menti, una scultrice impegnata nella gara artistica del Parco Oglio nord. Martedì la sua scultura «Mikado» è stata rubata, con grande dispiacere e rabbia degli organizzatori del concorso, proprio vicino alla sede del Molino da Basso in via Madonna di Loreto. Un affronto e uno smacco pure per la giuria, composta dall’artista Anna Ghilardi, dal professor Piero Almeoni e da Claudia Ploia, direttore del Parco, incredula per l’atto d’inciviltà contro i partecipanti alla prima edizione della manifestazione.

"Fiumi d'arte"

«Quest’anno l’Ente ha voluto indire un concorso intitolato “Fiumi d’arte” per stimolare gli artisti locali e internazionali a costruire opere artistiche in un contesto naturale quali le langhe, i boschi e i fiumi – ha spiegato la responsabile del Parco – Il bando era molto restrittivo perché limitava l’uso ai soli elementi naturali.  Abbiamo valutato i vari progetti e selezionato tre opere migliori, per originalità dei materiali utilizzati.  Al primo posto si è classificata la scultura “I suoni dell’acqua e del vento”, di Edisson Prada Vanegas, un artista columbiano che ora vive a Barcellona, al secondo “Balena verde” di Stefano Ogliari Badessi e al terzo “Mikado” di Marina Menti».

"La terza opera è stata rubata"

«Il vincitore non è presente per ritirare il premio di 600 euro, mentre consegniamo direttamente 300 euro (secondo) e 200 (terzo) agli altri due - ha proseguito la responsabile - Purtroppo la terza opera è stata rubata, causando profondo dispiacere a noi e all’autrice. Per il successo riscosso l’anno prossimo ripeteremo il concorso». Ironico e amaro il commento di Marina Menti nel descrivere il furto subito. «Avevo infilato le canne di bambù e gli spaghi con molta attenzione per evitare di rompere i rami degli alberi e creare una scultura molto bella e raffinata – ha confidato l’artista – Probabilmente i ladri avranno faticato perché la struttura era incastrata e ingombrante, pertanto ci vuole tempo e organizzazione per raccogliere tutto il materiale di notevole lunghezza e caricarlo su un furgone per portarlo via. A me è dispiaciuto molto, ma i giudici sostengono che l’opera di valore deve essere piaciuta così tanto da aver scatenato invidie per rubarla».

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