Vigile abusa della "104", il sindaco sguinzaglia un investigatore privato e lo fa sospendere per sei mesi - TreviglioTv

Vigile abusa della "104", il sindaco sguinzaglia un investigatore privato e lo fa sospendere per sei mesi - TreviglioTv
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Redazione, 29 maggio 2017

Enzo Gabanella, vigile a Bagnolo Cremasco da nove anni, è stato sospeso dal servizio per sei mesi (con stipendio dimezzato) per aver «abusato della 104 e della fiducia del sindaco Doriano Aiolfi.  Al posto di accudire i genitori malati, avrebbe svolto commissioni personali in diverse occasioni, compresa una spesa per la famiglia. Ma lui si difende: "Non è così, provvedimento eccessivo".

Sei mesi di sospensione dal servizio, con stipendio dimezzato. Questo  il provvedimento che è stato preso nei confronti di Enzo Gabanella 61 anni, vigile a Bagnolo Cremasco dal 2008, 41 anni di lavoro sulle spalle, che in questi giorni sta cercando di affrontare una situazione spinosa che vede la sua vita lavorativa, ma anche familiare, distruggersi davanti ai suoi occhi.
Perché?
Perché il sindaco Doriano Aiolfi, con il quale a detta sua ha avuto molti conflitti, l’ha sospeso dal servizio per sei mesi, con stipendio dimezzato, per aver «abusato della legge 104 e della fiducia del primo cittadino», legge che permette ai dipendenti, in questo caso comunali come il vigile, di prendersi dei giorni liberi per accudire i parenti malati o con gravi malattie. Situazione in cui Gabbanella dice di trovarsi. E la versione che ha raccontato al nostro giornale insieme a sua moglie, Silvana, pare molti diversa da quanto è scritto sulle carte dei suoi provvedimenti disciplinari.
«Il provvedimento è arrivato giovedì nel primo pomeriggio, quando stavo finendo il mio turno e me l’ha consegnato il messo comunale in ufficio - ha spiegato il vigile - secondo il primo cittadino avrei abusato della 104 e della sua fiducia ma trovo che tutto ciò, ovviamente, sia ingiusto. Non è la prima volta che prendo questi giorni di permesso per andare ad aiutare la mia famiglia: mio padre è a letto a causa di un ictus che gli ha paralizzato una parte del corspo, riesce a muoversi a malapena, mia sorella ha gravi problemi di vista, mia madre è affetta da gravi difficoltà motorie, è disabile. Abitano tutti insieme in un paesino nel pavese dove i Servizi sociali praticamente non esistono e li aiuto io, andando a fargli visita abbastanza spesso. Così per un sabato di dicembre e due di gennaio ho chiesto di usufruire della 104. Poco dopo, verso marzo, il sindaco mi ha chiesto le motivazioni e poi ho saputo che era stato aperto un processo disciplinare nei miei confronti».
Un colpo per il vigile, che ha cercato di capire cosa stesse succedendo.
«Ho chiesto l’accesso agli atti e ho scoperto che Aiolfi mi ha fatto seguire da un investigatore privato di Crema per tutti e tre i sabati - ha spiegato Gabbanella - Foto che ritraevano me, mia moglie e sua figlia, mentre compravamo beni di prima necessità: pannoloni per adulti, prodotti per l’igiene primaria. Acquisti che non solo servivano per la mia famiglia, ma anche per il padre di mia moglie, che in quel periodo era in punto di morte e che ha cambiato parecchi ospedali del territorio e del milanese per ricevere delle cure. Secondo il rapporto, dove sono stato seguito passo passo, almeno così dice l’investigatore, inoltre, con la mia auto sarei tornato poi a casa senza muovermi. Non è così anche perché ho altre tre auto di cui usufruisco e trovo che questo rapporto sia stato eseguito dall’investigatore in questione in maniera approssimativa e in maniera che ledesse la mia persona, nonché il periodo che io e mia moglie stavamo passando. Io con i miei parenti in difficoltà, lei con il padre morente, e che poi è deceduto, e con sua madre che ha problemi cognitivi e che ora è seguita dalla badante. Per la nostra situazione nessun cenno di comprensione, nemmeno le condoglianze per mio suocero né dal sindaco né dall’Amministrazione, anzi, in quel momento è esploso il caso».
Ancora più indignata è la moglie Silvana. «Non siamo stati trovati a divertirci, a ballare, in vacanza - ha detto - Ma stavamo ottemperando il nostro dovere di figli, perché siamo noi quelli che dobbiamo aiutare i genitori in difficoltà. Io e mia figlia ci siamo sentite violentate nella nostra privacy, ci hanno ripreso, fotografato, mentre stavamo acquistando prodotti per i nostri cari. E’ ingiusto, né io né mia figlia centriamo nulla con la vicenda, ci siamo sentite mortificate, specialmente dato che stavo vivendo un momento di profondo lutto per la perdita di mio padre. Tutta questa gente dovrebbe sostenermi o umiliarmi?».
Una situazione difficile da sostenere, soprattutto economicamente.
«Non è solo il fattore emotivo - ha ripreso il vigile - Ma anche finanziario dato che ora dobbiamo sostenere le spese economiche dei nostri genitori, più quelle della madre di mia moglie, che ha bisogno della badante, più quelle legali, tutto con uno stipendio e mezzo. Magari, poteva prendere un provvedimento più leggero se proprio voleva, un mese andava bene, ma sei mesi sono eccessivi».
Gabanella dovrebbe rientrare in servizio a metà novembre. Per concludere il periodo lavorativo e andare in pensione, ancora due anni.

"La legge in questione consente di avere permessi straordinari, tre giorni al mese, per poter prestare assistenza ad un famigliare disabile. Sospettando di un comportamento da parte dell’interessato non sempre coerente con i dettami della legge, l’Amministrazione ha conferito mandato ad un’agenzia investigativa di Crema al fine di accertare il fondamento o meno di quanto in dubbio - ha spiegato il sindaco Dolini in una nota - Dagli accertamenti effettuati, in tre circostanze distinte, è emerso che i permessi richiesti non sono stati utilizzati per le finalità richieste. Da qui la contestazione dell’addebito all’agente di Polizia e il successivo procedimento disciplinare, avanti la competente Commissione, conclusosi con la sanzione della sospensione dal servizio. La decisione è stata dettata, principalmente, dall’attenzione e rispetto delle norme di comportamento dei pubblici dipendenti, nonché dalla volontà di tutelare la professionalità del personale del Comune che, quotidianamente, lavora con passione, impegno, onestà, trasparenza ed assoluta dedizione. I fatti contestati sono estremamente gravi pertanto l’Amministrazione ritiene che la sanzione applicata dalla Commissione Disciplina sia proporzionata, posto che l’abuso dei permessi della 104 potrebbe portare - anche nel Pubblico Impiego - al licenziamento per giusta causa. Sono stati valutati con attenzione tutti gli elementi del caso, non da ultimo il fatto che l’interessato sia un sgente di Polizia locale e di Pubblica Sicurezza e proprio da coloro che indossano un’uniforme si richiede maggior rigore nell’attenersi alla regole che poi sono chiamati a far rispettare ai cittadini. L’Amministrazione ribadisce la massima fiducia e stima nei confronti di tutto il personale, in questi ultimi anni chiamati ad operare in situazioni di continue “ristrettezze” e difficoltà; gli ottimi risultati ottenuti anche quest’anno relativamente alla capacità di spesa da parte del Comune sono anche il frutto del loro lavoro».

 

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