Le proposte

Vaccini, convocazioni ai Comuni e Rsa come sedi vaccinali

Ad avanzarle sono l'onorevole Elena Carnevali e la Cisl per agevolare i cittadini, soprattutto i più fragili.

Vaccini, convocazioni ai Comuni e Rsa come sedi vaccinali
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Il tema vaccini anti Covid resta caldissimo anche nella Bergamasca. Dopo i ritardi, i disservizi e le polemiche (non da ultimo il duro tweet dell'assessore al Welfare Letizia Moratti contro AriaLombardia) si torna a parlare dell'organizzazione di una campagna vaccinale che ancora stenta a decollare.

Vaccini nelle Rsa: "Perché no?"

Perché non utilizzare le Rsa come centri vaccinali e raggiungere anche i più fragili soprattutto nelle aree montane o meno servite? Se lo chiede l'onorevole Elena Carnevali, capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali e Sanità alla Camera dei Deputati.

"È incomprensibile la posizione del direttore socio sanitario dell’Ats Bergamo Giuseppe Matozzo che esclude le Residenze sanitarie assistenziali (RSA) come sedi vaccinali – ha dichiarato Carnevali – La delibera regionale 4433/ 21 è un Protocollo d’intesa tra la Regione Lombardia e alcuni Enti erogatori coinvolgibili, tra cui Uneba che è un’organizzazione di categoria del settore socio sanitario, assistenziale, educativo, presente in molte RSA bergamasche e l’Alleanza cooperative Italiane welfare Lombardia, insieme a molte altre con l'obiettivo di aumentare i punti di somministrazione vaccinale. Sfugge alla logica il motivo per cui secondo Matozzo si possa chiedere l'ausilio del personale delle RSA, ma non vaccinare nelle loro sedi, che oltre ad essere Covid Free, in molti casi sono in grado di garantire la conservazioni delle dosi, la somministrazione in luoghi dedicati secondo le regole stabilite, ed essere di ausilio ai medici di medicina generale che non hanno spazi adeguati. Inoltre la vaccinazione presso le Rsa faciliterebbe l'accesso vaccinale ai cittadini di distretti di montagna, o di bassa densità abitativa o di offerta sanitaria scarsa e comunque semplificherebbe la vita di persone oggi costrette a fare chilometri per ricevere un vaccino. Forse non è chiaro che nel prossimo trimestre in Italia arriveranno 50 milioni di vaccini. Regione Lombardia ha dimostrato inefficienze, disorganizzazione e poca capillarità. Le RSA sono parte integrante del nostro SSN e inoltre attraversano un momento di grande crisi finanziaria dopo un anno di Covid. Questa attività potrebbe dunque essere, anche se marginalmente, d'aiuto ai bilanci per non gravare sulle famiglie. Non da ultimo per importanza, nelle RSA si potrebbe vaccinare anche solo un parente, seguendo il programma di target nazionale, così da poter riprendere le visite, dopo oltre un anno di isolamento. Direi che i vantaggi nell’arruolare le RSA sono molti, serve solo che ATS Bergamo cambi idea su questa scelta".

"Sui vaccini lasciamo la convocazione ai Comuni"

“Convocazioni cancellate o tardive, doppie convocazioni, sedi vaccinali lontane con hub già funzionanti nel territorio di residenza degli anziani, over 90 mandati in giro per la provincia e non solo, come se tutti fossero in grado di spostarsi in autonomia, l’assessore Moratti che prende le distanze da Aria a cui la Regione stessa ha affidato la gestione delle prenotazioni, direttori sanitari che difendono Aria per il gran
numero di adesioni alla campagna vaccinale come se queste adesioni avessero già sortito un conseguente risultato di efficienza nel fissare le convocazioni”.

La lettura che la segretaria generale di FNP CISL di Bergamo fa del primo periodo della campagna vaccinale è decisamente negativo, dettato anche da un forte scoramento.

“Sarebbe stato meglio pensare meno in grande – dice Caterina Delasa -, realizzare un’organizzazione meno centralizzata, più capillare coinvolgendo direttamente i Comuni che conoscono in modo diretto la situazione dei loro cittadini. Non sempre “il grande” è meglio, soprattutto se non si è capaci di sostenerlo fino in fondo”.

Lasciamo ai comuni le convocazioni dei cittadini alle vaccinazioni: non può che funzionare meglio, è la proposta del sindacato pensionati della CISL orobica.

“Sappiamo che molti sindaci sono disponibili, le sedi sono pronte e adeguate anche per i cittadini più anziani e più fragili, perché hanno il pregio di essere poco distanti da casa e certamente non a 50 e più chilometri, come è successo e sta succedendo un po’ ovunque. Questo non significa necessariamente rinunciare ad eventuali priorità, ma significa riuscire a avere sempre il polso della situazione portando avanti velocemente ma ordinatamente le vaccinazioni con prenotazioni che non potranno essere che puntuali. Il resto-conclude la leader FNP - dipenderà solo dalla disponibilità dei vaccini, ma questo è un altro tema”.

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