Ieri l'intesa con l'Esecutivo

Vaccinazioni in azienda, firmato il protocollo d'intesa tra Governo, sindacati e Inail

Il segretario generale Cisl Bergamo Francesco Corna: "Al più presto l'avvio anche a Bergamo del protocollo".

Vaccinazioni in azienda, firmato il protocollo d'intesa tra Governo, sindacati e Inail
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E' stata firmata ieri l'intesa tra Governo, sindacati e Inail per l'avvio delle vaccinazioni anti Covid-19 in azienda. Il segretario generale Cisl Bergamo Francesco Corna: "Al più presto l'avvio anche a Bergamo del protocollo". Angelo Chiari e Orazio Amboni della CGIL di Bergamo chiedono attenzione a non creare disparità.

Vaccinazioni in azienda

Le aziende potranno vaccinare i propri dipendenti. Il ministero della Salute ha firmato l’accordo con le organizzazioni sindacali e l’Inail ha fissato le regole con un protocollo che è già stato approvato. Secondo l’intesa, le aziende predisporranno un piano aziendale all’Azienda Sanitaria di riferimento specificando il numero di vaccini richiesti per le lavoratrici e i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione, in modo da consentire all’Azienda Sanitaria la necessaria programmazione dell’attività di distribuzione.

Possono così prendere il via le vaccinazioni nei luoghi di lavoro, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail, rivolte ai lavoratori che decideranno di aderire volontariamente.

Chiesto un incontro per la Bergamasca

“Sarà opportuno ora incontrarci al più presto anche a livello provinciale con le associazioni datoriali per definire la gestione del protocollo – dice Francesco Corna, segretario generale CISL di Bergamo - , coinvolgendo anche i comitati aziendali anti Covid. La campagna di vaccinazione rimane l’unico strumento che ci può permettere di tornare a una vita normale, fatta anche di relazioni. Mi auguro che non diventi occasione di scontro tra tifoserie: compito del sindacato sarà quello di favorire un dialogo che crei un consenso favorevole verso la vaccinazione, senza giudicare, comprendendo le ragioni delle paure e delle fragilità umane. Ad oggi la legislazione non obbliga la generalità dei lavoratori e lavoratrici a sottoporsi alla vaccinazione. Dove non vi è sorveglianza sanitaria specifica, il datore di lavoro non è tenuto a controlli specifici: può solo proporre su base volontaria il vaccino, come già si fa in alcune aziende con il vaccino dell’influenza”.

Nessuna disparità tra i lavoratori

“Nell’applicazione del Protocollo per la vaccinazione nei luoghi di lavoro - sottolineano Angelo Chiari e Orazio Amboni della CGIL di Bergamo - vanno garantite in modo scrupoloso tutte le norme di igiene e sicurezza: la somministrazione deve essere svolta in ambienti adeguati che garantiscano la catena del freddo e le norme previste di distanziamento e uso dei DPI. Va inoltre evitato che si creino sul territorio differenze tra lavoratori di grandi aziende e lavoratori di piccole realtà, tra dipendenti diretti, e in subappalto, in somministrazione, …. o settori parcellizzati, come gli edili, i lavoratori agricoli, i dipendenti di imprese artigiani, ecc. Non si creino lavoratori di serie A e di serie B. Si deve per questo chiedere che gli enti bilaterali presenti sul territorio svolgano, ad esempio per gli edili, per i lavoratori del commercio e dell’artigianato, un ruolo attivo, diventando un centro vaccinale di zona per le aziende di riferimento. Inoltre, le aziende di grandi dimensioni e più attrezzate dovrebbero garantire l’accesso ai lavoratori delle zone limitrofe. Si dimostrerebbe così il valore e l’importanza di una collaborazione verso uno scopo comune anche a livello territoriale”.

Il protocollo

Il piano

Le aziende dovranno presentare un piano all’Ats di riferimento, specificando il numero di dosi richieste sulla base dell’adesione dei lavoratori, così che si possa progettare la distribuzione

I costi

Il costo delle operazioni di vaccinazione, di predisposizione del piano aziendale e, in generale, del servizio sarà a carico del datore di lavoro, mentre il costo di vaccini, attrezzature per la somministrazione e vari strumenti per l’effettuazione e la registrazione delle vaccinazioni saranno a carico del Servizio Sanitario Regionale.

Somministrazione

Le operazioni di somministrazione saranno a carico del personale sanitario e dovranno svolgersi in sedi idonee. I vaccinati saranno poi registrati nel rispetto dei dati personali.

Convenzioni

Le imprese potranno stipulare delle convenzioni, a loro carico, con strutture sanitarie private per effettuare le vaccinazioni. I vaccini saranno lo stesso pagati dal Servizio Sanitario Regionale.

Il lavoratore: obbligatorietà e rischi

L’adesione alla somministrazione al vaccino non è in alcun modo obbligatoria, il datore di lavoro non dovrà commettere alcun tipo di discriminazione nei confronti dei lavoratori coinvolti e sarà osservata la tutela della privacy e dei dati personali.

I rischi eventuali saranno specificati dal medico competente e i lavoratori dovranno rilasciare un consenso informato, dopo un triage preventivo per verificare che non ci possano essere eventuali problemi dopo la somministrazione (relativamente, ad esempio, a soggetti con malattie o problematiche particolari).

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