Un Rosario per chiedere la pace in Terra Santa e il Santuario s’illumina di centinaia di fiaccole
Una folla di fedeli si è riunita nel Santuario sabato sera, accogliendo l’invito del vescovo di Cremona Antonio Napolioni
Una Rosario per la pace in Terra Santa e il Santuario si illumina di centinaia di fiaccole. Una folla di fedeli si è riunita nel Santuario sabato sera, accogliendo l’invito del vescovo di Cremona Antonio Napolioni a pregare la Madonna per la fine di ogni guerra e in particolare affinché si fermi l’escalation di violenza che dal 7 ottobre semina morte e distruzione.
Un Rosario per la pace in Terra Santa
Giovani, anziani, laici e consacrati provenienti da ogni parte della diocesi si sono radunati davanti all’ingresso con le fiaccole accese strette nelle mani. Lungo i portici hanno recitato i misteri gloriosi e ogni decina è stata dedicata a una parte del mondo martoriata da sanguinose lotte. Secondo i dati dell’«Uppsala Conflict Data Program» (UCDP), un programma di ricerca sui conflitti realizzato dall’Università svedese di Uppsala, sono ben 170 i conflitti oggi in atto nel mondo con centinaia di migliaia di vittime ogni giorno. E i dati sono preoccupantemente in continuo aumento.
«Stasera dobbiamo mettere in secondo piano le nostre intenzioni personali – ha esordito il vescovo prima di iniziare la recita del Rosario - Non esistono parole per dire il bisogno di pace e di dialogo fraterno tra i popoli che vivono in Terra Santa, la terra dove si impara a chiamare Dio come padre. Proviamo forse solo indignazione o disperazione davanti alle atrocità che non si smettono di commettere, e per questo abbiamo bisogno del Dio degli inermi che ci dia la forza di scegliere per noi la via della mitezza, della pazienza, del perdono e del dialogo. Maria ci è sempre vicina e otterrà sicuramente il miracolo della nostra perseveranza e della nostra fiducia».
L'appello al digiuno
L’incontro di preghiera è stato un’anticipazione dell’invito che il neocardinale colognese Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, tanto affezionato al Santuario caravaggino, ha rivolto a tutti i cristiani del mondo per lo scorso martedì 17 ottobre: una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Medio Oriente.
Dopo la recita dei cinque misteri della gioia, il corteo è entrato in Santuario dove il monsignor Napolioni ha letto una preghiera per invocare la pace: «Abbiamo provato tante volte a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e le nostre armi, tanto sangue è stato versato e tante vite sono state spezzate. Ma i nostri sforzi sono stati vani: ora, Signore, donaci tu la pace e guidaci verso la pace: apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire “mai più la guerra” e di compiere gesti concreti per costruire la pace. Rendici disponibili nell’ascoltare le grida di chi ci chiede di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono».
Il momento di preghiera si è concluso con la raccolta di offerte destinate alle popolazioni che vivono in Israele e Palestina.
«È tradizione che qui in Santuario si raccolgano le offerte per la Terra Santa il Venerdì Santo - ha spiegato il rettore, monsignor Amedeo Ferrari, e in questi giorni, i nostri fratelli stanno vivendo un serio Venerdì Santo».