Cologno al Serio

Un pezzo di storia se n'è andata con la centenaria Teresa Giacoma Raffaini

Una vita di lavoro, conclusa venerdì 14 aprile nel sonno, tra le mura di casa.

Un pezzo di storia se n'è andata con la centenaria Teresa Giacoma Raffaini
Pubblicato:
Aggiornato:

Solo qualche mese fa aveva tagliato il traguardo del secolo di vita, ma venerdì 14 aprile il cuore di Teresa Giacoma Raffaini, una delle centenarie di Cologno al Serio, ha smesso di battere per sempre.

Addio alla centenaria

Colognese doc, l'anziana era nata dalle seconde nozze di un vetturino che trasportava alla stazione con il calesse i clienti dell’albergo di Bergamo per cui lavorava. Da ragazza aveva lavorato in filanda e in seguito era stata per tre anni dipendente di un’osteria in paese ma poi, divenuta mamma di quattro figlie, aveva deciso di occuparsi della famiglia. Si è spenta venerdì scorso nel suo letto, nel sonno, e sabato pomeriggio si sono celebrati i funerali nella chiesa parrocchiale. La comunità perde un pezzo della sua storia.

"Si è spenta serena, senza disturbare - ha detto la figlia Annamaria - com'era nella sua indole mite".

Una vita di lavoro

"Mio padre, operaio, è mancato nel 1998 a 79 anni, tra le cure della mamma che ha reagito con la forza che la contraddistingue, anche perché ha sette nipoti a cui ha fatto la baby-sitter - aveva raccontato la figlia quando la famiglia aveva festeggiato i cent'anni della mamma - è nata lavorando ed è sempre andata avanti a testa bassa. Faceva tutto in casa, in particolare era una cuoca provetta e ha sempre lavorato a maglia: confezionava lei i nostri completini, i cappellini, le coperte o le babbucce e se qualcuno arrivava con un bottone scucito o altro ci pensava lei a rammendare. Lo ha fatto fino a 95-96 anni, finché la vista glielo ha permesso".

Dal 2004 le era stato impiantato un pacemaker ma era ancora autonoma nel badare a sé, seppure accudita dall’altra figlia Nadia, con la quale ha sempre vissuto in via Drago.

"Una donna volitiva, senza peli sulla lingua, che dà e pretende rispetto - aveva continuato Annamaria - non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Un sergente di ferro ma con un cuore generoso e mani d’oro. Ha patito tanta fame: appena sposata non aveva nemmeno una pentola per cucinare un uovo al tegamino, quello delle galline che teneva in cortile, e allora gliela prestava la vicina...".

Seguici sui nostri canali