Rivolta

Un forno crematorio a Rivolta: la cordata da Caravaggio piace in Comune

Dietro alla proposta ci sarebbe una cordata di imprenditori con base a Caravaggio.

Un forno crematorio a Rivolta: la cordata da Caravaggio piace in Comune
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Un tempio crematorio in paese? Il sindaco Giovanni Sgroi conferma alla stampa le indiscrezioni pubblicate settimana scorsa da CremascoWeek: "L'idea non ci dispiace".

Il fallimento di Spino, ora ci prova Rivolta

Dopo il caso di Spino risoltosi in un nulla di fatto dopo una lunghissima battaglia della popolazione contro il progetto, sembra che qualcuno stia pensando di proporre il progetto con una copertura finanziaria da diverse centinaia di migliaia di euro al Comune di Rivolta.

Una cordata di imprenditori con base a Caravaggio

Dietro l’operazione, avevamo riferito sul numero di settimana scorsa del settimanale,  ci sarebbe una cordata di imprenditori con base a Caravaggio, già sufficientemente strutturata. D’altra parte i tempi cambiano, la capienza dei cimiteri è spesso messa a dura prova e nel sentire popolare la cremazione non è più considerata un’opzione da escludere. Anzi.

Il bonus cremazione a Romano di Lombardia

In molti Comuni  da anni esiste un "bonus cremazione", per incentivare questo genere di esequie. Tra i primi Comuni a introdurlo, nella nostra zona, ci fu Romano di Lombardia. Sembrava una misura ai limiti dell'eccentrico, nel 2009, una misura di questo genere. Nel corso degli anni invece  il Comune ha dovuto addirittura incrementare il fondo stanziato finora, da quattromila euro all'anno, fino a seimila, per far fronte a un vero e proprio boom di cremazioni figlio probabilmente anche della crisi economica. Con 250 euro di contributo comunale per ogni cremazione, il numero di famiglie che hanno scelto la cremazione per tumulare il proprio caro è aumentato, portando la percentuale di cremazioni sul totale dei decessi ben sopra la media nazionale, a Romano.  Il provvedimento ha peraltro consentito di ritardare di diversi anni i (costosi) lavori di ampliamento del camposanto.

La situazione dei forni crematori in Lombardia

Il numero dei feretri che prendono la via dei forni è in costante aumento negli ultimi anni e i 12 pubblici presenti in Lombardia (a Bergamo, Brescia, Busto Arsizio, Cinisello Balsamo, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Milano Lambrate, Pavia, Varese, Albosaggia in provincia di Sondrio) non sono più sufficienti a coprire la domanda, tenendo conto che la nostra regione ospita circa dieci milioni di abitanti. Qualche numero: in Lombardia nel 2019 sono stati cremati 42mila 367 defunti su 99mila 986, cioè il 42%. Nel 2020 si ipotizzava (prima del Covid) venissero cremati 53mila 918 morti sui 120mila 620 totali, pari al 44,7%, più del doppio del 21% del 2008.

Il futuro della cremazione

La Regione ipotizza che nel 2022 sarà cremato tra il 48,56 e il 52,86% delle salme, un trend in crescita che porterà nel 2026 a percentuali tra il 56,79 e il 68,8%. Per questo nel 2019 Regione Lombardia aveva bandito una manifestazione di interesse per i Comuni, al fine di individuare i forni da poter ampliare o aree per poterne costruire di nuovi e rispondere così alla maggiore richiesta del territorio.

Il progetto di Spino

Nel Cremasco a farsi avanti, appoggiato dall’Ambito, era stato Spino. La sua proposta però era stata in seguito ritirata, dopo mesi di polemiche e la strenua opposizione degli ambientalisti. Non pare dunque strano che un privato possa vedere un’opportunità di investimento in questo settore. Settimana scorsa, quando il Giornale di Treviglio - CremascoWeek ha riferito degli abboccamenti in corso con gli imprenditori di Caravaggio interessati - l’Amministrazione comunale non aveva commentato la notizia. La proposta sembra tuttavia  essere stata portata sul piano ufficiale, sebbene ancora "preliminare" proprio in questi giorni, trovando da parte del sindaco Sgroi un "placet" abbastanza chiaro.

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