Tutti a scuola sulla sua 500 gialla, gli ex alunni piangono la maestra Rosa
L'insegnante si è spenta a 93 anni, nella sua casa di via Delle Orchidee. I funerali sono stati celebrati questa mattina, venerdì 7 febbraio, nella chiesa parrocchiale
Aveva insegnato 12 anni alle elementari di Urgnano Rosina Irene Ferri, per tutti la maestra Rosa. Ma aveva lasciato il segno: nei ricordi degli ex alunni è rimasta indelebile la "Fiat 500" gialla con la quale faceva da scuolabus a chi ne aveva bisogno.
La maestra Rosa rimasta nel cuore degli ex alunni
Originaria di Verdello, la maestra era approdata a Urgnano da bambina con la famiglia. Il padre Antonio Ferri, infatti, aveva acquistato una cascina con un fondo di diversi ettari, dove aveva spostato l'attività di allevamento di cavalli da monta, che necessitava di maggiore spazio. Rosa era la terza di sei fratelli. Dopo il matrimonio con il trevigliese Pietro Conti i figli non arrivavano e a quasi 43 anni se ne era fatta una ragione, le offrirono di lavorare come impiegata amministrativa nella scuola elementare e media di Zanica e lei accettò.
"Predisponeva gli stipendi degli insegnanti a mano... Ci andava con la sua nuova auto, infatti aveva preso la patente e circolava con una 'Fiat 500' gialla - ha raccontato con affetto la figlia Elena - Un po' a sorpresa però, sono arrivata io e, visto l'incarico, ha lavorato fino al nono mese e, dopo il parto, è rientrata quasi subito, caricava la culla con me dentro sull'auto e andava a scuola".
Con l'avvento della tecnologia il suo ruolo venne meno e cominciò a insegnare, era il 1979.
"Lei iniziava a fare la maestra a Urgnano e io a frequentare la prima elementare - ha sorriso Elena - per evitare di avermi in classe mi sono spostata a Basella, dove peraltro insegnava sua sorella. Arrivavamo da Treviglio insieme, poi io andavo a scuola con la zia nella frazione e lei a Urgnano. Venduti i terreni di famiglia in paese, ed edificata la casa, io mamma e papà ci siamo poi trasferiti qui da Treviglio nel 1985, ricordo che era felicissima...".
La maestra smise di insegnare nel 1991.
"La scuola stava cambiando molto e, dopo 42 anni complessivi di servizio, scelse di andare in pensione - ha spiegato - .Pochi anni da insegnante eppure in questi giorni sono venuti tanti suoi ex alunni a renderle omaggio: tutti ricordavano la mitica "500" gialla, con la quale dava passaggi a chi aveva problemi di trasporto. Faceva il giro dell'isolato e riempiva la vettura... In tanti hanno rammentato anche quando li ospitava il pomeriggio nella sua cucina, d'estate, per fare i compiti. Offriva loro la merenda e spesso li riaccompagnava a casa. Io ero un po' gelosa... Era un'insegnante molto paziente e dolce, non l'ho mai sentita alzare la voce. Con me peraltro non è mai stata particolarmente esigente, mi lasciava molta autonomia".
Rosa era una maestra dentro e ha sempre dato una mano anche ai due adorati nipotini di 11 e 6 anni.
La giovinezza tra guerra e collegio, poi le nozze
"Era l'ultima in vita di una famiglia molto unita che, in tempo di guerra, aveva aperto le porte a molti in difficoltà - ha rammentato ancora la figlia - chi aveva fame, chi si nascondeva. La mamma mi raccontava di un gruppo di ebrei della zona che avevano trovato rifugio da loro. Qualcuno poi li avvertì in tempo dell'arrivo dei nazisti e fuggirono nei campi, in mezzo al granoturco: li avessero trovati sarebbe stata la condanna a morte anche per la famiglia. Ricordava anche i bombardamenti alla Dalmine e la cantina in cui scendevano come fosse una sorta di bunker".
Dopo la guerra andò in un collegio salesiano a Clusone insieme a una delle sorelle, per frequentare le scuole medie e le magistrali.
"Non riuscivano a tornare spesso, vista la distanza, rimanendo lontane da casa anche per mesi - ha riferito Elena -. Lei amava molto la matematica e, così, conclusi gli studi, decise di impiegarsi in un'azienda del paese, la 'Iris', dove si occupava di ordini e buste paga, mentre la sera dava una mano all'attività di famiglia. In seguito cominciò a insegnare alle medie serali nei paesi vicini, muovendosi sempre in bicicletta. Conobbe mio padre nel bar di un'altra sorella che si era sposata a Treviglio, infatti andava spesso ad aiutarla. La mamma aveva 33 anni e il papà 39, si sposarono subito e si stabilirono a Treviglio. Mi diceva sempre che le dispiacque molto lasciare il suo paese".
Gli ultimi anni
Vedova da sei anni, Rosa negli ultimi anni non usciva più dalla sua casa, a causa di problemi di deambulazione.
"Amava molto camminare e non poterlo più fare è stato un duro colpo - ha concluso la figlia -. Mi aiutava ad accudirla una badante ma era comunque lucidissima e molto presente nella vita dei suoi nipoti. Una polmonite l'ha fiaccata parecchio e nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 si è spenta, nel suo letto".
I funerali sono stati celebrati stamattina, poi il feretro è proseguito verso il tempio crematorio.