Treviglio

Tumore scambiato per lombalgia, Stella muore a 61 anni

Il marito e i figli hanno presentato un esposto contro tre medici dell’ospedale di Treviglio

Tumore scambiato per lombalgia, Stella muore a 61 anni
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Dieci giorni preziosi. Dieci giorni che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte. Tanto, secondo i medici, sarebbe bastato per salvare la vita a Stella Alaimo, 61enne trevigliese, uccisa dal cancro lo scorso 30 marzo 2024.

La morte di Stella Alaimo

Un tumore che era stato scambiato per una lombalgia all’ospedale di Treviglio e che, se fosse stato diagnosticato per tempo, molto probabilmente avrebbe potuto essere curato. Motivo per cui i suoi cari, il marito Riccardo Franco e i figli Monica e Andrea, ora chiedono giustizia. Al termine del funerale, celebrato il 3 aprile 2024 nella chiesa di San Pietro, i famigliari si sono quindi recati dai carabinieri per denunciare il presunto caso di malasanità che in poco più di tre mesi ha strappato alla vita la loro Stella.

Il primo accesso al Pronto soccorso

Tutto è cominciato il 17 dicembre del 2023, quando Stella Alaimo, molto nota in città per aver gestito sino a giugno un negozio di componenti d’arredo in via Roma, si reca al Pronto soccorso per forti dolori alla schiena e a una gamba. "L’hanno tenuta lì per 7-8 ore, le hanno fatto una lastra e alla fine l’hanno dimessa con una diagnosi per lombalgia", ha raccontato il figlio Andrea, di professione paparazzo a Milano. "Basta prendere qualche antidolorifico e la cosa si risolve", le hanno detto i medici. E invece quel maledetto dolore non accennava a migliorare. Anzi, la situazione peggiorava giorno dopo giorno. Tanto che il 4 gennaio il figlio riporta la madre al Pronto soccorso di Treviglio, dopo averla trovata nel letto che piangeva. "Ma nulla è cambiato - ha sottolineato il fotografo - quasi infastiditi l’hanno nuovamente mandata a casa invitandola ad assumere ancora antidolorifici. Per loro era una semplice lombalgia".

L'intervento della guardia medica

Che però non accennava a guarire. I famigliari di Stella Alaimo hanno quindi chiesto l’intervento della guardia medica.

"Appena ha visitato mia madre e ha visionato la lastra effettuata in ospedale - ha sottolineato il figlio Andrea - subito si è resa conto che c’era qualcosa di molto più grave. E ci ha invitato a fare entro breve una risonanza magnetica. La prima disponibilità l’abbiamo trovata a Gorle per il 16 gennaio. E quel giorno ci cascato il mondo addosso".

Il tecnico che aveva effettuato l’esame subito si è accorto che c’era qualcosa di anomalo.

"Hanno fatto uno strappo alle procedure e ci hanno dato subito l’esito vista la situazione - ha proseguito Andrea Franco - Mia madre aveva delle metastasi alle ossa, partite da un tumore ai polmoni. Altro che lombalgia".

La visita all'Istituto Tumori

Stella Alaimo è stata quindi portata dai suoi famigliari all’Istituto Tumori di Milano, dove è stata sottoposta a degli esami, tra cui la biopsia per capire il tipo di tumore.

"I medici hanno dimostrato ottimismo - ha proseguito il figlio nel suo racconto - Ci hanno detto che era una delle tipologie che meglio risponde alle cure. Eravamo ovviamente felicissimi. Ci hanno proposto una terapia sperimentale, meno invasiva, che avremmo dovuto iniziare dopo qualche giorno. Ricordo anche che chiesi ai medici se, qualora la cura non fosse stata risolutiva, saremmo stati ancora in tempo per procedere con quelle “tradizionali”, come chemioterapia e radioterapia. E loro ci avevano rassicurato in tal senso".

Il peggioramento delle condizioni

Purtroppo, inaspettatamente, la situazione è peggiorata nel giro di pochi giorni. Le condizioni di Stella Alaimo sono precipitate e i figli l’hanno accompagnata al Pronto soccorso (questa volta di Bergamo), dove è emerso che le condizioni della 61enne non erano più idonee a sopportare la cura che le era stata proposta a Milano. Dal Papa Giovanni XXIII venne quindi trasferita alla clinica Palazzolo di Bergamo, poi, dopo alcuni giorni, all’Humanitas di Rozzano e infine all’Istituto Tumori.

"Dove ci hanno comunicato che ormai non c’era più niente da fare per la mamma e che se ne sarebbe andata in pochi giorni - ha detto commosso il figlio Andrea - Lei ha chiesto di poter tornare a casa un’ultima volta, per poter rivedere il suo cane e la nipote. Ma non ha fatto in tempo e il 30 marzo ha chiuso gli occhi per sempre".

La denuncia ai carabinieri

Come detto, terminate le esequie Stella Alaimo il marito e i figli si sono subito diretti nella caserma dei carabinieri di Treviglio per denunciare i fatti.

"Anche loro erano basiti - ha riferito Andrea Franco - L’ipotesi di reato è quello di omicidio colposo e dalle indagini è emersa la responsabilità dei tre medici che l’hanno presa in carico durante i due accessi al Pronto soccorso. Ci sarà molto da attendere, perché i tempi della giustizia sono lenti. Quel che è certo è che c’è stata della negligenza: come può un medico, davanti a una radiografia, scambiare una lombalgia per un tumore? Vogliamo giustizia per nostra mamma, ma lo facciamo anche affinché certe cose non accadano più. Mia mamma ha lasciato un grande vuoto: a mio padre, con cui si erano messi assieme a soli 15 anni; a me che spesso me la portavo dietro a fare gli appostamenti o agli eventi; a mia sorella, con cui ha gestito il negozio per tanti anni. Ci manca, ci manca davvero tanto".

Un dolore atroce, che niente potrà lenire. L’unica luce di consolazione arriverà tra qualche mese, a ottobre, quando è previsto il parto della figlia Monica Franco. «Pare che sia femmina - ha rivelato il futuro zio - E ovviamente si chiamerà Stella, come la nonna che purtroppo non conoscerà mai».

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