Treviglio

Treviglio ricorda i poliziotti Sullo e Catalano, morti in un'esplosione in caserma

Correva l’anno 1963: un terribile incidente uccise due poliziotti nella caserma del distaccamento di Polizia stradale in città.

Treviglio ricorda i poliziotti Sullo e Catalano, morti in un'esplosione in caserma
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Un’esplosione accidentale nel dormitorio della caserma della Polizia di Stato di Treviglio, e due poliziotti morirono in servizio, per le gravi ferite riportate. Correva l’anno 1963, e oggi, 58 anni dopo, Treviglio ha reso omaggio a quelle due vittime del lavoro, il comandante Vincenzo Sullo e la guardia Marcello Catalano.

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La cerimonia di commemorazione 58 anni dopo

La cerimonia si è celebrata al Santuario della Madonna delle Lacrime con una messa celebrata dal Cappellano della Questura di Bergamo, alla quale  sono intervenuti anche il Questore di Bergamo Maurizio Auriemma, il Prefetto Enrico Ricci e le massime autorità provinciali, oltre al vicesindaco Pinuccia Prandina.

“Al termine della celebrazione, il Questore Maurizio Auriemma, nel ringraziare tutti i presenti per la loro partecipazione, ha sottolineato l’importanza di fermarsi per ricordare chi, tanti anni fa, in adesione allo spirito di servizio, ha sacrificato la propria vita e quella dei propri cari a difesa della libertà – spiega in una nota la stessa Questura - Se noi oggi siamo qui è anche grazie al sacrificio e all’esempio di uomini come quelli che in questa occasione ricordiamo: a loro e alle loro famiglie un sentito e commosso grazie a nome di tutta la famiglia della Polizia di Stato”.

L'incidente in caserma, nel 1953

In pochi a Treviglio conservano, ormai, la memoria diretta di quel drammatico incidente.  Secondo le cronache dell'epoca, erano circa le 12.15 del 21 giugno 1963. Vincenzo Sollo, 44 anni, maresciallo delle guardie in servizio al distaccamento di Polizia Stradale di Treviglio, si trovava nel dormitorio della caserma cittadina insieme a due agenti di 28 anni, Marcello Catalano e Giacomo Mora.

I tre furono investiti dall'esplosione accidentale di una latta di benzina, forse causata, si legge sul Corriere della sera dell'epoca, da un corto circuito.  A soccorrerli, riportava sempre il Corsera, era stato un imbianchino che si trovava fuori dalla caserma. Furono portati in condizioni gravissime all'ospedale Maggiore di Milano, ma per due di loro non ci fu nulla da fare.

Il giorno dopo l'esplosione morì il comandante Sullo, a causa delle gravissime ustioni. A mezzogiorno del 28 giugno, otto giorni dopo l'incidente, morì anche Catalano.  Spirò mentre i medici lo stavano riportando a casa, a Treviglio, dal Niguarda di Milano: viste le condizioni disperate, Catalano infatti aveva sposato in articulo mortis, durante la degenza in ospedale, la moglie Rosanna Rozzoni, e con lei stava tornando a Treviglio, per vivere le sue ultime ore.

 

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