In provincia

Tratta di prostitute dalla Romania a Bergamo, usura e riciclaggio: sette arresti

Prestavano denaro con tasso d’interesse del 30% mensile alle prostitute su cui avevano il controllo, ai loro compagni e protettori.

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Otto persone sono finite in manette questa mattina, 30 giugno 2021, al termine dell'operazione "Camata" che, da un'indagine sulla tratta di prostitute dalla Romania in Italia, ha scoperto anche un complesso meccanismo attraverso il quale gli arrestati prestavano denaro con tasso d’interesse del 30% mensile alle prostitute su cui avevano il controllo, ai loro compagni e protettori.

Operazione "Camata"

Questa mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Brescia su richiesta del sostituto procuratore Claudia Moregola della Direzione Distrettuale Antimafia, traendo in arresto complessivamente sette persone, tre in Italia e quattro in Romania.

L'indagine è la prosecuzione dell’operazione "Bergamo" che nel giugno 2019 aveva portato allo smantellamento del gruppo criminale capeggiato da Constantin Adrian Murariu che operava da anni la tratta dalla Romania alla provincia di Bergamo di giovani ragazze che venivano destinate alla prostituzione su strada.

Indagini in Italia e in Romania

Mentre si celebravano i processi a carico degli 8 imputati della prima operazione, le indagini della Squadra Investigativa Comune costituita –
grazie alla collaborazione di Eurojust – tra le autorità giudiziarie e le polizie giudiziarie italiane e rumene (la DDA di Brescia e la DIICOT di Iasi nonché i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo e la B.C.C.O. della Polizia di Iasi) sono proseguite concentrandosi in particolare sulla ricostruzione dei patrimoni illeciti accumulati dai membri apicali dell’associazione criminale. L'operazione ha permesso di accertare reati di usura, riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi illeciti derivanti dagli svariati delitti compiuti e intestazione fittizia dei beni acquistati – sia in Italia che in Romania – mediante l’investimento dei capitali illeciti, al fine di sottrarli ai possibili provvedimenti di sequestro e confisca da parte dell’autorità giudiziaria.

Tratta di prostitute

Usura e riciclaggio

In particolare dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso che gli indagati prestavano denaro con tasso d’interesse del 30% mensile alle prostitute su cui avevano il controllo, ai loro compagni e protettori e ad altri soggetti loro connazionali, ottenendo in garanzia dalle vittime proprietà immobiliari e autoveicoli.

Gli arrestati

Le indagini si sono concluse grazie a una imponente acquisizione e successiva analisi di documentazione bancaria e catastale proveniente da istituti bancari e autorità rumene. All’apice dell’organizzazione figurano Constantin Adrian Murariu (cl. 76) e Rozalia Cosmina Fita (cl. 94), entrambi in carcere dal 2019 a seguito dell’operazione "Bergamo" (per cui sono stati nel frattempo condannati ad oltre 10 anni di reclusione).

Tra i partecipi figurano Mihaela Fita (cl. 74), madre di Rozalia Cosmina, Florin Nicusor Botea (cl. 93), nonché i famigliari più stretti di Murariu, la moglie Marinela Andreea Murariu (cl. 81), sua sorella Gabriela Hutanu (cl. 77) ed i suoi suoceri Paul Murariu (cl. 55) e Mariana Murariu (cl. 64), questi ultimi residenti stabilmente in Romania, impegnati sia nell’erogazione dei prestiti usurari che nella riscossione degli interessi, nonché dediti alle operazioni bancarie di riciclaggio/autoriciclaggio del denaro provento dell’usura oltre che all’intestazione fittizia dei beni immobili acquisiti con i profitti delle attività illecite o dati in garanzia dalle vittime dell’usura.

Beni immobili e liquidità sotto sequestro

Complessivamente sono state identificate 20 vittime, tutte di nazionalità rumena. La maggior parte di queste dimorano in Provincia di Bergamo, altre vivono stabilmente in Romania ed esercitano attività imprenditoriali. Nel caso delle prostitute sfruttate, i prestiti venivano richiesti sia per sopperire ai sistematici taglieggiamenti ad opera dei loro sfruttatori, che per far fronte alle più basilari esigenze di vita.
Il G.I.P. di Brescia ha disposto nei confronti degli indagati anche il sequestro preventivo ai fini della confisca di numerosi beni immobili e conti correnti bancari (uno dei quali acceso presso una banca tedesca). Sotto sequestro tre appartamenti e due garage in Romania del valore complessivo di oltre 150mila euro, sei terreni agricoli in Romania del valore complessivo di circa 55mila euro e 80.500 euro su conti correnti aperti in Italia, Romani e Germania.

Altri due appartamenti ed un garage in provincia di Bergamo (nei Comuni di Bonate Sopra e Seriate) del valore complessivo di oltre 300mila euro erano già stati sequestrati agli indagati nel 2019, insieme a 40mila euro in contanti.
Oltre ai sei soggetti arrestati quali partecipi dell’associazione per delinquere dedita ai reati di usura, riciclaggio, autoriciclaggio e fittizia intestazione di beni, altre 2 persone sono state arrestate perché partecipi dell’associazione criminale dedita alla tratta di esseri umani a fini di prostituzione che era già stata oggetto dell’operazione del 2019 e che sono stati individuati grazie alle indagini svolte successivamente.

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