Litigano per il riscaldamento, tentato omicidio a Treviglio
I dettagli della vicenda saranno resi noti in mattinata durante una conferenza stampa al Comando provinciale di Bergamo.
Tentato omicidio a Treviglio, vittima un pakistano. E' successo ieri sera, nelle case popolare di via Bosco. La chiamata al 112 è scattata intorno alle 20.
Tentato omicidio a Treviglio
I carabinieri, intervenuti ieri sera a Treviglio, in un appartamento delle case popolari nella zona del PalaFacchetti si sono trovati davanti a un uomo con una profonda ferita al collo e un'emorragia in corso. Si tratta di un pakistano del 1995 regolare in Italia e operaio di una ditta di manifattura nella zona. In casa i militari hanno trovato altri due uomini, uno di loro con vestiti sporchi di sangue che se ne stava particolarmente in disparte.
Portato d'urgenza al Pronto Soccorso di Treviglio i medici hanno tentato di fermare l'emorragia senza successo. Operato, è stato stabilizzato e portato in Terapia Intensiva in prognosi riservata. Al momento è in pericolo di vita.
La lite per il riscaldamento
Secondo la ricostruzione offerta dagli inquirenti in casa, dove la vittima B.A., viveva da due anni con altri indiani regolari e incensurati, sarebbe scoppiata una lite per l'accensione del riscaldamento. L.T., classe 1969 anni, rientrato dal lavoro avrebbe acceso i termosifoni contrariamente alla volontà di B.A. di tenerli spenti.
Da qui la discussione, poi la lite con l'aggressore che a un certo punto ha impugnato un coltello da cucina. Non si sa se inizialmente fosse la vittima a impugnarlo: questo dettaglio è ancora in fase di accertamento. La lite è degenerata e la vittima ha subito un taglio nella parte sinistra del collo che ha reciso un vaso sanguigno del collo e parte dell'orecchio.
Il terzo inquilino, che nella sua testimonianza ha raccontato di aver visto l'aggressore armato e la vittima a tera, ha subito soccorso la vittima. Le grida hanno allertato il vicino che ha lanciato l'allarme al 112.
In carcere per tentato omicidio
Ferito anche l'aggressore che è stato portato in Pronto soccorso di Zingonia, medicato per un taglio alla mano di tre centimetri e poi trattenuto dai carabinieri. Ora si trova in carcere a Bergamo, con l'accusa di tentato omicidio, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Non ci sono, invece, motivi religiosi alla base del litigio.