Treviglio

Stefano Iacobone, per la sua morte la famiglia chiede un risarcimento di 1,5 milioni di euro

Il 31enne bagnino della piscina "Quadri" morì schiantandosi contro un guardrail ritenuto dal Pm di Bergamo non a norma.

Stefano Iacobone, per la sua morte la famiglia chiede un risarcimento di 1,5 milioni di euro
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Oltre un milione e mezzo di risarcimento. E’ quanto ha chiesto al Comune di Treviglio la famiglia di Stefano Iacobone, il 31enne morto il 22 marzo 2019 in un tragico incidente stradale avvenuto in via Bergamo.

Stefano Iacobone

Secondo i rilievi, a causare la morte del giovane bagnino della piscina "Quadri" fu il guardrail non a norma. Quella notte, erano da poco passate le 2, Stefano Iacobone era di ritorno da Bergamo dal ristorante dove lavorava la sera, quando ebbe un colpo di sonno. L’auto invase la corsia opposta e si schiantò contro un guardrail all’altezza della rotatoria di via da Verrazzano (che all’epoca era in costruzione). Il guardrail, invece che rimbalzare l’automobile, che viaggiava a una velocità relativamente contenuta, trafisse l’abitacolo e il 31enne morì sul colpo.

I rilievi della Polizia stradale

Da subito i famigliari, anche sulla base dei rilievi della Polizia stradale intervenuta sul sinistro, ebbero dei dubbi sul fatto che il guardrail fosse a norma. Sospetti che hanno trovato conferma nella relazione tecnica del consulente del Pm, secondo la quale "il nesso causale tra la violazione della norma e la morte appare evidente". In pratica, secondo il tecnico del magistrato "avrebbe dovuto essere impiegato un terminale diverso, adatto ad assorbire l’energia di eventuali incidenti senza causare quello che tecnicamente viene definito "effetto lancia", e che per Stefano Iacobone è stato fatale".

Tre rinvii a giudizio

Su queste basi, nel marzo del 2021 il pm di Bergamo ha richiesto il rinvio a giudizio per Juri Imeri in qualità di sindaco di Treviglio e di committente dei lavori alla rotatoria; per Alberto Bani, in qualità di responsabile del procedimento e della sicurezza in fase di progettazione, e di progettista/direttore dei lavori per la realizzazione della rotatoria; e per Pierluigi Assolari (ora non più dipendente del Comune), in qualità di verificatore del progetto definitivo-esecutivo. I tre sono imputati sulla base degli articoli 113 e 589 bis (omicidio stradale) perché "in cooperazione tra loro, con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, cagionavano la morte di Stefano Iacobone". La prima udienza si è tenuta lo scorso 22 gennaio, ma il processo è stato rinviato a maggio.

Un esperto per il Comune

Parallelamente procede anche la causa civile intrapresa dal padre Antonio e dal fratello Davide (la madre Valeria è nel frattempo deceduta) rappresentati dall’avvocato Giovanni Lipiani del foro di Milano. In data 6 gennaio 2022 è stata infatti notificata al Comune la richiesta di risarcimento per complessivi 1.579.750,77 euro. Una richiesta ingente per cui l’Amministrazione comunale ha deciso di resistere in giudizio perché, si legge nella delibera di Giunta approvata mercoledì, "la pretesa azionata dagli attori appare infondata in fatto e diritto".
Vista la complessità del contenzioso, l’Amministrazione guidata dal sindaco Imeri ha deciso di incaricare per la difesa l’avvocato Carlo Orlandi del Foro di Milano, ritenuto un esperto in materia, che verrà affiancato da Katiuscia Bugatti, dell’avvocatura civica. La difesa costerà alle casse comunali poco più di 42 mila euro.

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