Soresina, arrestato il “baby pusher” di via Marconi.
Spacciava eroina a decine di clienti provenienti da tutti i comuni della zona.

I Carabinieri del Comando Stazione di Soresina, al termine di indagini esperite tra il novembre 2019 ed il mese di marzo 2020, con servizi di osservazione e controllo, escussione testi e sommarie informazioni di decine di soggetti, il 22 giugno 2020, hanno tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza restrittiva di applicazione della misura cautelare del collocamento in comunità, un 17enne, nato a Crema, ma residente a Izano, disoccupato, aggravato per tipologia e quantitativi di sostanza, trattandosi di eroina.
Le indagini
Le indagini hanno permesso di individuare e sorprendere il giovane in via Marconi di fronte al municipio di Soresina, mentre era intento a spacciare. Sottoposto a perquisizione personale, è stato trovato in possesso della somma in denaro contante di 340 euro e di un telefono cellulare che, sottoposto a visione, è risultato contenere l’invio di messaggi dal contenuto palesemente indiziario circa un florido smercio di stupefacenti. Nel corso dei servizi venivano quindi identificati e segnalati alla competente autorità amministrativa quali assuntori sostanza stupefacente come acquirenti del 17enne diversi soggetti di età compresa tra i 55 e i 17 anni. Clientela che è risultata rifornirsi dal giovane provenendo da Soresina, Pizzighettone e Casalmorano. I clienti sono risultati aver acquistato dal 17enne, nel periodo compreso dal mese di ottobre 2019, sino al mese di febbraio 2020, quantitativi di sostanza stupefacente del tipo eroina, dietro corrispettivo di euro 50 o 100 euro a dose.
Soresina: luogo di spaccio
Il giovane pusher, seppur residente a Izano, è risultato aver scelto Soresina, in particolare nel centro storico, quale luogo di spaccio e intratteneva una relazione sentimentale con una 30enne del posto, già nota come tossicodipendente. L’acquirente, trovandosi in prossimità del pusher, inoltrava chiamata sul cellulare dello stesso facendo squillare il telefono per una o due volte per poi chiudere la chiamata senza attendere risposta. Il 17enne faceva la medesima operazione per avvisare l’acquirente che stava per scendere in strada, nel caso fosse stato ancora in casa della compagna. Spesso il minore si presentava alla consegna, mano nella mano con la fidanzata, la cui posizione è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di concorso nell’attività di spaccio.
Modus operandi
Il giovane si avvicinava all’acquirente di turno, tenendo già lo stupefacente nel pugno chiuso e con una stretta di mano a simulare un saluto cedeva la droga ricevendo quantitativo economico pattuito e così avveniva la cessione. È capitato anche che il minore si recasse agli incontri da solo portando al guinzaglio un cane di razza pitbull o li attendesse seduto in compagnia della ragazza su di una panchina del parco, scambiando qualche “effusione” al passaggio delle pattuglie, ciò per non destare il sospetto con la loro presenza specie in orario serale. Numerosissime le cessioni accertate a clienti abituali e occasionali, quantificati in
almeno una trentina di persone. Dopo i primi approcci con la clientela, una volta che erano fissate le quantità di stupefacente ed il corrispettivo in denaro per ogni singolo acquirente, l’ordine di acquisto avveniva mediante l’invio di un messaggio riportante la dicitura: “il solito”. Il 17enne tratto in arresto è stato collocato presso una comunità di un’altra provincia.