Treviglio

"Signora, lei ci risulta morta": e l'Inps blocca la pensione a una trevigliese

Claudia Stucchi, pensionata di Treviglio, ha dovuto dimostrare di essere viva. L'Inps, per un caso di omonimia, le aveva interrotto i pagamenti mensili.

"Signora, lei ci risulta morta": e l'Inps blocca la pensione a una trevigliese
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Dicono che se qualcuno ti sogna morto, ti allunga la vita. Al contrario, risultare deceduti agli occhi di lince dell’Inps non sembra portare alcun vantaggio. Anzi: può capitare che ti blocchino la pensione. È quanto successo a Claudia Stucchi, pensionata di Treviglio, che, al meglio, si potrà guadagnare qualche anno di paradiso in cambio delle tribolazioni derivanti da questa assurda disavventura.

Omonimia mortale: bloccata la pensione di una trevigliese

Era inizio settembre quando la donna ha ricevuto una chiamata dalla banca, racconta PrimaBergamo. La sua pensione non veniva più accreditata da qualche tempo, e il fatto suonava assai strano. Decisa a fare chiarezza, e preoccupata per il proprio gruzzoletto che non accennava a fare capolino sul conto, la signora Stucchi ha deciso così di recarsi all’Inps.
Lì, viva e vegeta davanti allo sportello, ha ricevuto la notizia: «Signora, a noi la sua pensione non risulta, perché lei è morta».

Qualcuno al suo posto avrebbe sbottato imprecando l’evidenza; qualcun altro si sarebbe toccato spasmodicamente volto, braccia, gambe o si sarebbe dato un bel pizzicotto per verificare la propria esistenza; altri ancora avrebbero pensato di aver capito male e avrebbero scommesso sulla rottura dell’apparecchio acustico, o sull’urgenza di procurarsene uno. Invece, la signora Stucchi, in attesa da tempo allo sportello, parlante e capace di tirare dei profondi respiri simili a sbuffi di impazienza, aveva capito bene. Per l’Inps non esisteva, o meglio, non esisteva più.

Un pezzo di carta nel mondo della burocrazia italiana vale evidentemente più di un corpo in movimento, di occhi vigili per quanto sconcertati, di labbra che si tendono tra il sorriso e la disperazione, di un respiro che si fa risata, ma anche ansia e preoccupazione. Il misterioso caso non può che spiegarsi come una fatale coincidenza: un semplice caso di omonimia, che in una provincia di «Rota» e di «Marco», di «Locatelli» e di «Giulia», non deve capitare poi così raramente. La signora si è poi accorta che non solo la pensione, ma anche il codice fiscale era stato bloccato, e il suo nome era  stato depennato dalla lista per il medico di base.

Ha dovuto dimostrare di essere viva

Accompagnata dalla figlia per un tour de force di uffici e sportelli, l’anziana ha dovuto svolgere una serie di pratiche burocratiche per sistemare la questione. Fortunatamente, la famiglia è stata disponibile ad aiutarla e affiancarla. Per una persona non più giovanissima, spostarsi da un ufficio all’altro, destreggiarsi fra comunicazioni diverse fra loro e spesso discordanti, non è di certo semplice. La richiesta più assurda è stata quella di produrre un «certificato di esistenza in vita».
Claudia Stucchi ha dovuto dare prova di essere viva e di essere davvero chi sosteneva di essere. Ora che un pezzo di carta riesce a dire che Claudia Stucchi è ancora in vita e ha diritto alla sua pensione, al suo medico, ai suoi servizi, forse finalmente il tutto sembra destinato a un lieto fine. Di qui a pochi giorni, non ne resterà che un incubo a occhi aperti o una vicenda tanto assurda da risultare incredibile anche a chi l’ha vissuta.

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