Sicurezza sul lavoro, un investimento per le aziende

A fronte dei tragici episodi delle ultime settimane un'analisi del dottor Maurizio Costa di Treviglio sul perchè sia importante investire in questo settore per tutte le aziende, dalle più grandi alle più piccole.

Sicurezza sul lavoro, un investimento per le aziende
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C'è ancora molto da fare in tema di salute e sicurezza sul lavoro in Italia. Lo dicono i numeri degli infortuni relativi ai primi sei mesi del 2019, resi noti dall'Inail.

Sicurezza sul lavoro, i dati

Da gennaio a giugno scorso gli incidenti denunciati all'istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro sono stati 269.431 infortuni, 99 in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Di questi 391 sono stati mortali. Vittime soprattutto le donne: aumentate dello 0,7 per cento.
Aumentano anche le malattie di origine professionale: 27.385 i casi segnalati, 372 in più rispetto allo scorso anno. Anche in questo caso a farne le spese, ancora una volta, sono soprattutto le lavoratrici con un aumento del 4,3%. Un costo considerevole, stimato nell'Unione Europea fra il 2,6 e il 3,8 per cento del prodotto interno lordo.

Maglia nera al settore dell'industria e dei servizi

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (15.556 casi), del sistema nervoso (2.741, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell’orecchio (1.811) continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio (1.084) e dai tumori (1.046).
Nella provincia di Bergamo, in particolare, le denunce di malattie professionali nel semestre gennaio-giugno 2019 sono state 657, sei in più rispetto allo stesso semestre del 2018. Un dato che attesta il nostro territorio al primo posto fra le provincie lombarde.
Quanto alla tipologia l'aumento maggiore si registra fra le patologie dei disturbi psichici e comportamentali, quasi raddoppiati nell'arco di un anno a livello nazionale: nel primo semestre del 2018 i casi denunciati dall'Inail sono stati 21, mentre sono saliti a 36 nei primi sei mesi del 2019.

Contro la legge e contro i bilanci aziendali

Un quadro non certo rassicurante, che contrasta con i principi fondamentali sanciti dall'Organizzazione mondiale per la Sanità, e con il Testo unico di riferimento in termini di salute e sicurezza sul lavoro, il Decreto legislativo 81 del 2008 che all'articolo 2 definisce la salute quale: “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità”. Eppure, anche sul piano economico, la salute e la sicurezza dei lavoratori rappresenta un vero e proprio investimento per un'azienda, che si traduce in una molteplicità di benefici.L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro stima che una buona strategia di Salute e sicurezza sul lavoro può rendere fino a 12 volte l'investimento: ciò significa 12 euro per ogni euro investito.
Non solo, risulta che un'efficiente strategia di Salute e sicurezza sul lavoro aiuta a ottimizzare la produttività dei lavoratori, fa aumentare l'impegno dei dipendenti nei confronti dell'azienda, crea una forza lavoro più competente e più sana, riduce i costi aziendali e le interruzioni dell'attività, incoraggia la forza lavoro a rimanere in attività più a lungo, oltre a proteggere e arricchire l'immagine e il valore del marchio e, di conseguenza, a dimostrare che l'azienda è socialmente responsabile.

La parola ai medici

“Anche semplici adeguamenti possono aumentare la competitività, la redditività e la motivazione dei dipendenti – spiega il dottor Maurizio Costa, specialista in Medicina del Lavoro – L'attuazione di un sistema di gestione della SSL costituisce uno strumento efficace per prevenire o ridurre gli infortuni e i problemi di salute. Basti pensare all'importanza, universalmente riconosciuta, dell'estesa e costante attività di monitoraggio sanitario praticata grazie alle visite periodiche cui i lavoratori sono sottoposti nell'ambito dei piani di SSL”.
Lo sottolinea anche il dottor Giorgio Arrigoni, medico di base di lunga esperienza: “Dal medico in genere si va quando si manifesta un sintomo in maniera evidente. Grazie alle visite periodiche invece i lavoratori, ovvero i pazienti, sono costantemente sottoposti a screening in grado di produrre diagnosi precoci, in alcuni casi salvavita”.
Lo stesso vale per i corsi di formazione: “In passato venivano considerati inutili perdite di tempo – continua il dottor Arrigoni – Ora invece sono sempre più apprezzati soprattutto dai giovani datori di lavoro e dai manager, più consapevoli del fatto che un lavoratore è prima di tutto una persona e, se messo nelle condizioni ottimali per lavorare, diventa una preziosa risorsa per l'azienda”.

 

Ancora tanta strada da fare

 

Formare adeguatamente il lavoratore significa stimolarlo a un atteggiamento proattivo in materia di tutela della propria salute e sicurezza: “Purtroppo c'è ancora della strada da fare in merito – osserva Giorgio Arrigoni – Spesso sono i lavoratori stessi a disattendere le norme di sicurezza più banali e a mettere così a repentaglio la propria incolumità e la propria salute: non è facile per il datore di lavoro controllare che vengano utilizzati i mezzi di protezione necessari”.
Un infortunio o una patologia professionale che rende il lavoratore inabile a svolgere la mansione sempre svolta ha un costo elevato sia per l'azienda sia per il lavoratore stesso: “Ricollocare un lavoratore che non può più svolgere la mansione per il quale era stato assunto non è facile soprattutto per le aziende medio-piccole – spiega Arrigoni – Spesso si perde la figura professionale specializzata e si perturba il contesto di lavoro stesso: si scontenta chi va sostituito e chi andrà a sostituirlo”.

Stress nemico numero uno

Quanto invece alla maggior incidenza delle malattie professionali sul genere femminile Arrigoni spiega: “Le malattie più diffuse sono ormai quelle derivanti da mansioni ripetitive, ricoperte  prevalentemente dalle donne. Un problema che può essere ovviato con una diversa turnazione o con una rotazione delle mansioni, ma che, per questione di numeri, nelle aziende medio-piccole è molto difficile da applicare. L'alternativa è l'automazione”.
Quanto poi all'aumento dei casi di stress lavoro correlato il dottor Arrigoni osserva: “E' chiaro che l'attenzione dell'Inail per questo tipo di patologia è aumentato, anche se non è facile dimostrarlo in quanto non sono ancora stati individuati criteri univoci. Tuttavia è un dato che richiede un arco di tempo maggiore di quello per ora a disposizione per essere adeguatamente analizzato”.

Sicurezza, motivazione e produttività

Anche se una buona strategia di SSL può essere applicata a qualsiasi azienda, vi sono fattori commerciali che possono variare di molto fra le piccole e le grandi aziende.
Secondo The Economist “le grandi imprese dovranno dimostrare standard di corporate governance ancora maggiori e una maggiore trasparenza nelle pratiche di comunicazione delle informazioni. Il fatto di operare in un'economia guidata dal mercato e di interagire con una società più consapevole dei rischi ha portato molte imprese a comprendere i vantaggi effettivi derivanti dall'integrazione di un'efficace strategia di gestione della SSL nel loro modello imprenditoriale”. In particolare si stima che a beneficiarne sono in particolare l'immagine e il valore commerciale dell'azienda, l'affidabilità in termini di responsabilità sociale, il mantenimento e la promozione della fiducia degli investitori e  lo sviluppo di un impegno costruttivo dei partner.
“Ne giovano anche produttività ed efficienza – osserva il dottor Costa – i lavoratori sono più motivati e collaborativi. Grazie a metodi di lavoro più efficienti aumenta poi la produttività, si riducono i costi imprevisti, dovuti agli infortuni o alle malattie professionali e aumenta la continuità aziendale, aumenta anche la qualità dell'assunzione e del mantenimento dei lavoratori in azienda. Di  conseguenza diminuiscono i premi assicurativi e la potenziale esposizione a cause penali o civili”.

I vantaggi per le piccole imprese

Una buona strategia di gestione della SSL porta significativi vantaggi anche alle piccole imprese.
“Il soddisfacimento dei criteri di SSL permette l'aggiudicazione e il mantenimento dei contratti di appalto, una minor interruzione dell'attività e una minor perdita di dipendenti validi, la presenza di dipendenti motivati e disposti a mantenere il proprio impegno nei confronti dell'azienda – spiega il dottor Costa – Investire in uno standard efficace di SSL insomma accresce la competitività dell'azienda, che aumenta la possibilità di conservare  i clienti e fare nuovi affari”.
Di contro uno scarso sistema di gestione della SSL comporta costi enormi per le piccole imprese: “I costi umani e aziendali di un infortunio mortale, di un grosso incendio o di un procedimento penale sono evidenti a tutti – continua Maurizio Costa – Circa il 60 per cento delle imprese che interrompono la loro attività per più di nove giorni finisce con il chiudere i battenti. Al contrario le piccole imprese che investono in un sistema di gestione della SSL efficiente giungono a ottenere metodi di lavoro più sicuri, che permettono di svolgere la loro attività in modo più rapido e impiegando meno lavoratori, la diminuzione di infortuni e malattie professionali, un miglioramento del livello di assunzione, motivazione e conservazione del personale qualificato”.

Più sicurezza, premi assicurativi più bassi

Sicurezza e salute sul lavoro migliori significa inoltre premi assicurativi inferiori.
“Le imprese sono tenute per legge ad avere un'adeguata copertura assicurativa per poter svolgere la loro attività – spiega il dottor Costa – I premi assicurativi sono tuttavia in continuo aumento e non sono sempre facili da ottenere. Inoltre il costo della copertura assicurativa di un lavoratore varia in base all'attività svolta: per i lavori d'ufficio si calcola lo 0,5 per cento della paga, per l'edilizia si arriva anche al 15 per cento. Nei Paesi dell'Ue sono previsti sconti significativi per le aziende virtuose in tema di SSL, al contrario onerose sanzioni per quelle non ottemperanti alle normative. Nonostante la crescente consapevolezza dell'importanza di un buon piano di gestione della SSL vi sono ancora molte aziende che si devono ancora adeguare, anche sul nostro territorio”.
Il riferimento è alle imprese medio-piccole.
“Purtroppo spesso queste aziende si affidano al commercialista per gestire la questione della SSL, sebbene non sia la figura competente incorrendo così nel rischio di sanzioni per il mancato rispetto delle norme di legge”.
Si comprende così l'importanza di affidarsi a professionisti qualificati e competenti: “Una struttura specializzata in materia di SSL è in grado di garantire un'assistenza 365 giorni l'anno a 360 gradi, offrendo in tempo reale le risposte alle richieste da parte del datore di lavoro, del lavoratore e dell'organismo di vigilanza”.
Una buona politica di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro fa bene insomma alla salute dell'azienda stessa.

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