Treviglio

Siccità, si rischia un'estate micidiale. La cava Holcim per "salvare" Treviglio

Le acque del laghetto a nord di Treviglio torneranno a irrigare le campagne per "salvare" l'agricoltura dalla siccità

Siccità, si rischia un'estate micidiale. La cava Holcim per "salvare" Treviglio
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Le acque della Cava Holcim, a nord di Treviglio, torneranno a irrigare le campagne del Trevigliese. E’ in fase preliminare la stipula dell’accordo fra il Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca e Holcim, la multinazionale svizzera proprietaria dell’ex polo estrattivo, per l’utilizzo del bacino. Un progetto che potrebbe essere determinante per scongiurare, la prossima estate, i danni della siccità che rischia di piegare l'agricoltura (e non solo) della pianura, forse persino in modo più disastroso dello scorso anno.

 

La cava Holcim e la crisi idrica

Già in passato il laghetto a nord della città costituiva una risorsa idrica importante per l’agricoltura locale, tanto è vero che una quindicina di anni fa fu dotato di una piattaforma e di pompe per attingere l’acqua destinata all’irrigazione dei terreni dell’area trevigliese.
L’utilizzo della cava però si era interrotto oltre dieci anni fa, quando all’interno del bacino era stata riscontrata la presenza di inquinanti: cromo esavalente, in particolare, che anni fa aveva infilatrato anche la falda. Da allora l’approvvigionamento dell’acqua era stato interrotto. In questi anni di siccità mai vista, però, è stato necessario riattivare le vecchie pompe.

Il presidente del CdB Franco Gatti (a destra)

Gatti: «Riattiveremo le pompe idrauliche»

"Dalle ultime analisi effettuate non risultano più tracce della sostanza inquinante – ha spiegato il presidente del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca Franco Gatti – Ciò quindi ci ha permesso di avviare la procedura di accordo con la proprietà".

In base all’accordo il Consorzio otterrà l’autorizzazione all’utilizzo, mentre la proprietà del sito sarà mantenuta da Holcim.

"In loco l’impianto per l’emunzione dell’acqua era già stato installato anni fa, si tratta soltanto di riattivare piattaforma e pompe, quindi, una volta siglato l’accordo, i tempi per attuarlo saranno brevi", ha assicurato Gatti.

Onde evitare la crisi idrica della scorsa estate il Consorzio quest’anno gioca d’anticipo: "Le acque della cava saranno destinate ad alimentare la roggia Moschetta, insieme a quelle della cava Moschetta di Pontirolo (un altro progetto decisamente pionieristico, portato a termine dal Consorzio negli scorsi mesi, ndr). In questo modo riusciamo a liberare le risorse provenienti dal Brembo per destinarle interamente alla roggia Vignola. Puntiamo inoltre ad aprire anche alcuni pozzi, anche in modo provvisorio, per attingere acqua dalla falda", ha aggiunto il presidente.

Preoccupa il bacino del Serio

Se la rete irrigua del Trevigliese sembra così essere messa al riparo dalla penuria d’acqua del Brembo, finora sua principale fonte di approvvigionamento, più critica è la situazione nella zona est, quella di Seriate, che dipende dal fiume Serio.

"Qui purtroppo non abbiamo la disponibilità di risorse aggiuntive, in questo territorio la falda è profonda e le cave sono senz’acqua – ha osservato Gatti – Per di più non potremo contare neppure sul lago Barbellino, importante riserva idrica, che da maggio andrà in manutenzione per tutta l’estate per il rifacimento del manto interno della diga, intervento che può essere effettuato soltanto d’estate, vista l’altitudine che rende impossibile la manutenzione in altre stagioni".

Che fare dunque per il bacino del Serio? Le zone più a rischio sono i bacini delle rogge Morlana, Bordogna e Serio, tutte derivate appunto dal fiume che nasce in ValSeriana e che taglia la pianura bergamasca da nord a sud.

"Stiamo prendendo accordi con Enel per ridurre gli svasi dei laghetti circostanti in modo da garantire adeguato approvvigionamento idrico alla centrale idroelettrica di Ardesio. La richiesta a Regione Lombardia è già stata presentata – ha annunciato Gatti – L’obiettivo è ora di trovare risorse alternative da impiegare preventivamente in modo da conservare le risorse esistenti per i momenti più critici".

Le rogge stesse assorbono l’acqua: è un problema

A questi interventi si aggiunge infine la manutenzione straordinaria dei tratti principali delle rogge:

"Dal momento che la siccità prolungata ha dissolto lo strato impermeabilizzante creato naturalmente dallo scorrere dell’acqua, quando l’acqua viene immessa nella roggia la gran parte viene assorbita dalle pareti stesse del canale. Ora stiamo procedendo a ricoprire il letto con gusci in cemento in modo da risparmiare la dispersione dell’acqua e migliorare così l’effettivo apporto ai terreni", ha spiegato il presidente.

Verso una nuova crisi idrica

Gli addetti ai lavori si preparano insomma a una nuova crisi idrica estiva, spinti anche dai dati sulle riserve idriche diramati a fine gennaio dall’Arpa Lombardia.

Il livello del lago di Como, bacino di riserva dell’Adda, il 26 gennaio scorso era di 3,2 centimetri al di sotto dello zero idrometrico, mentre poco più di un mese prima lo superava di 18 centimetri. Benché il manto nevoso in sei settimane circa sia aumentato del 65 per cento, gli invasi fanno registrare una riserva idrica negativa del 21 per cento e i laghi addirittura del 40 per cento, a causa delle temperature miti. Nel 2022 in totale Arpa registra un calo del 29 per cento di riserve idriche rispetto al periodo 2006-2020. Ancora più critica la situazione dei bacini del Brembo, a meno 37 per cento, e del Serio, a meno 36 per cento. A meno di una primavera piovosa, i pronostici giustificano quindi il timore di una nuova estate a secco.

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