Siccità, le riserve idriche dei fiumi Brembo, Serio e Oglio scendono di oltre il 60%
A fare il punto sulla situazione, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua è il presidente Alberto Brivio.
La primavera è arrivata, ma mai come quest'anno le mancate precipitazioni invernali preoccupano gli agricoltori. Basti pensare che, rispetto alla media del periodo tra il 2006 e il 2020 le riserve idriche dei fiumi Brembo, Serio e Oglio si sono ridotte rispettivamente del 77%, del 71% e del 66%, mentre il riempimento del lago d'Iseo è pari al 7,1%. Numeri che preoccupano, soprattutto ora che le coltivazioni avranno bisogno di acqua per poter crescere.
Emergenza siccità
A fare il punto sulla situazione in provincia di Bergamo, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, che cade oggi 22 marzo, è il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio.
"Colture come orzo, loietto e frumento per la mancanza di acqua rischiano di avere problemi durante la fase di accrescimento. C’è molta preoccupazione anche per quanto riguarda lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali, perché se le condizioni di secca dovessero continuare gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Inoltre, nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais e della soia, ma con i terreni così aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche".
Il Po in secca
Secondo l’analisi condotta da Coldiretti Lombardia sui dati raccolti dall’Arpa e relativi all’inverno meteorologico (ossia da dicembre a febbraio) nella nostra regione sono caduti appena 65 millimetri di pioggia durante l’ultimo inverno, l’82% in meno rispetto al 2020. Il fiume Po è in secca a un livello idrometrico addirittura più basso che ad agosto a causa della lunga assenza di precipitazioni, che nel Nord Italia si sono praticamente dimezzate.
I cambiamenti climatici
La siccità è diventata una delle calamità più rilevanti per l’agricoltura italiana, con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.
"In questo scenario – prosegue Brivio - vanno rivisti i termini per l’applicazione del deflusso ecologico che si vuole introdurre in Lombardia. Pensato per raggiungere obiettivi ambientali stabiliti nelle direttive europee, così come è stato definito non tiene in dovuta considerazione i cambiamenti climatici, con gli effetti della tendenza alla tropicalizzazione che si stanno verificando sui nostri territori".
Secondo Coldiretti Bergamo se il deflusso ecologico venisse applicato senza gli opportuni aggiustamenti, rischierebbe di compromettere il regolare lavoro nelle campagne con conseguenze negative sia sulla produzione di cibo sia sugli stessi risultati che si prefigge di ottenere. Nei campi, infatti, l’acqua viene in parte utilizzata per le colture agricole per poi essere restituita alle falde, preservando così la salute dei terreni. Senza considerare che la presenza della risorsa idrica nella rete di fossi e canali di cui la Lombardia è ricca contribuisce al mantenimento di habitat ecologici custodi di biodiversità.