Si è spento Adalberto Sironi, paladino della biodiversità
Ex presidente dell’associazione "Orti biodiversi caravaggini" ed ex consigliere comunale nelle fila del Psi, è mancato a 80 anni
Caravaggio perde uno dei suoi paladini della biodiversità, da anni impegnato nel recupero di ortaggi locali che, senza il suo impegno, sarebbero andati perduti per sempre. Adalberto Sironi, ex presidente dell’associazione "Orti biodiversi caravaggini" ed ex consigliere comunale nelle fila del Psi, è mancato mercoledì 20 novembre, a 80 anni, amorevolmente accudito dalla famiglia e dalle sue amatissime nipotine Nicole e Michelle.
Adalberto Sironi dalla Brianza alla città del Merisi
Quella di Sironi era ormai diventata una vera e propria missione, non solo una passione. Si deve a lui e agli altri membri del sodalizio la conservazione di semi antichi e preziosissimi, che un mercato sempre più globalizzato, con la presenza di sementi Ogm e comandato dalla Grande distribuzione, relega ai margini, spesso decretandone la scomparsa.
Originario di Agrate Brianza, era approdato a Caravaggio in gioventù, quando frequentava l’allora famosissima sala da ballo "La Ruota", dove aveva conosciuto la futura moglie Jolanda Merletti, originaria di Antegnate ma trasferitasi in città quando aveva 12 anni. Nella vita Sironi aveva fatto una brillante carriera cominciando a 14 anni come operaio in una ditta del suo paese, la "St Thomson", produttrice di componenti elettronici. A Caravaggio si era avvicinato alla politica, era iscritto al Psi e frequentava il «Circulì» di via Mazzini, diventando anche consigliere con l’Amministrazione Mezzanotte, salvo poi abbandonare la vita pubblica perché non amava i compromessi. Aveva anche scritto per anni sulla testata trevigliese "La Tribuna" e poi sulla rivista dell’associazione "Amici di Gabry".
"Siamo stati fidanzati quattro anni e poi ci siamo sposati - ha raccontato la moglie, sua coetanea - io lavoravo alla “Balzaretti” di Vidalengo e così abbiamo deciso di vivere qui poi abbiamo avuto nostro figlio Simone. Mio marito era un uomo paziente e disponibile, che si è fatto strada in azienda, tanto che per anni ha lavorato anche in Francia e ci siamo innamorati della Provenza".
Custode della biodiversità locale
"Sempre per lavoro era andato anche negli Usa e lì è nato il suo amore per l’orticoltura - ha continuato la moglie - in un villaggio indiano infatti aveva ricevuto dei semi antichi, ed era rimasto affascinato da come li coltivavano".
Al rientro in Italia, entusiasta, aveva cominciato a farlo anche lui, approfondendo di più la materia e la ricerca di varietà di semi locali sempre meno presenti sul territorio, trascinando in quest’avventura anche degli amici, uniti nell’associazione "Orti biodiversi caravaggini", di cui è stato presidente. Un lavoro impagabile a sostegno della conservazione della biodiversità. La rete negli anni si è allargata, tra appassionati lo scambio dei semi era continuo, e sono nati anche una corrispondenza estera e un rapporto con l’orto botanico di Bergamo.
"Arrivano ancora semi dalla Cina, dall’Indonesia, dalla Siberia - ha continuato la moglie - sono tante le varietà di ortaggi che sono stati recuperati: penso al pomodoro ribattezzato Cornù de Tempestì, perché un nostro vicino di casa soprannominato 'Tempestì' anni fa aveva consegnato ad Adalberto dei semi provenienti dalla Francia. Due settimane dopo era venuto a mancare e da allora Adalberto aveva soprannominato quei pomodori così, vista la loro forma a corno. Seguiva una procedura meticolosa per conservare i semi e così faceva anche nella coltivazione".
Un lutto che ha colpito i tanti amici e collaboratori che aveva.
"Mi ha scritto Francesco Zonca, il responsabile dell’orto botanico di Bergamo, ricordando la visita con il professor Graziano Rossi dell’Università di Pavia nell’estate del 2020, quando erano alla ricerca di varietà locali di pomodori, meloni e cipolle - ha riferito Jolanda - Aveva apprezzato l’accoglienza ricevuta, il bicchiere di vino, il salame e soprattutto la fetta della Satèla de Careàs, una varietà di melone che Adalberto aveva impedito sparisse, i cui semi preziosi sono stati inseriti nella banca del germoplasma e studiati. Ha ricordato anche la collaborazione in un progetto di ricerca relativa ad alcuni pomodori lombardi che lui coltivava negli orti caravaggini".
La lotta contro la malattia
"Nel 2011 aveva subito un intervento per un tumore allo stomaco, per anni tutto a posto - ha ricordato - era stato curato a Treviglio e si era trovato molto bene con il dottor Marco Cremonesi, oggi assessore. Tramite lui aveva iniziato a scrivere sula rivista gli “Amici di Gabry”. Questa primavera però ho cominciato a vedere un calo, dimagriva, e dopo una lunga trafila è risultato che il cancro lo aveva aggredito al pancreas. Ha subìto un intervento all’ospedale di Bergamo ed era ottimista ma non c’è stato nulla da fare, a casa non è stato più possibile assisterlo ed è mancato all’hospice di Treviglio".
Tantissimi i caravaggini che hanno partecipato alle sue esequie, celebrate venerdì 22 novembre. La salma è stata cremata e le ceneri saranno conservate nella sua casa di via Calvi.
ciao io sono michelle e lui è il mio nonno