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Sciopero alla Bomi Italia, i lavoratori incrociano le braccia per chiedere un salario adeguato

Lo stato di agitazione è stato proclamato dal Cobas contro il precariato e la mancata applicazione del contratto

Sciopero alla Bomi Italia, i lavoratori incrociano le braccia per chiedere un salario adeguato
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Giornata di sciopero, oggi, giovedì 31 agosto, per i lavoratori della "DidacoLogistica Srl", "Nam Spa" e "Adhr Group Spa" presso l’appalto "Bomi Italia Spa", che hanno incrociato le braccia per l’intera giornata per "affermare il sacrosanto diritto dei lavoratori al lavoro e a una retribuzione in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa".

Sciopero alla Bomi Italia

A indire lo sciopero è il sindacato intercategoriale Cobas, in merito alla vertenza in atto dei lavoratori della società "DidacoLogistica Srl" e agenzie per il lavoro ("Nam Spa" e "Adhr Group Spa"), che operano in appalto alla "Bomi" di via Madonna del Bosco.
Per il sindacato non è "più procrastinabile la corretta applicazione del CCNL di riferimento": lo stato di agitazione sostiene le rivendicazioni dei lavoratori che chiedono «condizioni di lavoro migliori, un salario adeguato alla qualità e quantità del lavoro prestato, con la possibilità di poter recuperare ulteriori quote per il riscatto al reale costo della vita.

"Ad oggi siamo rimasti in vana attesa - hanno spiegato - nei fatti tutte le società hanno eluso nei termini la richiesta sindacale, evidenziando che qualsivoglia discussione sindacale sarà ricompresa all’interno dei rapporti che hanno con i sindacati confederali di comodo. Siamo stanchi di sopportare. Ora basta. Scioperiamo per la conquista dei diritti, della dignità e di un salario adeguato per tutti i lavoratori".

La richiesta di un salario adeguato

Il Cobas punta il dito poi contro le modalità di gestione della "Bomi", acquisita interamente da "UPS Healthcare" e che per il sindacato "ha trovato giovamento e crescita dei margini di profitto, in un sistema di precarizzazione del lavoro e appalti al ribasso, obbligando le società appaltatrici ad applicare prima ancora il CCNL servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi ora in essere (un inquadramento professionale meno oneroso per il datore di lavoro e sfavorevole economicamente per il lavoratore), non adeguando tutti i rapporti di lavoro con applicazione del più consono CCNL Commercio Terziario e Servizi (Confcommercio), conformemente all’attività prevalente dell’azienda committente (servizio di logistica, gestione di prodotti ad alta tecnologia per la tutela della salute, healthcare, etichettatura, imbustamento, inscatolamento ed assemblaggio di prodotti farmaceutici). Così facendo sono state applicate tariffe del costo del lavoro inferiori a quanto stabilito dalle determinazioni degli uffici competenti, con contratti di lavoro non adeguati o irregolarmente applicati, con l'applicazione di livelli di inquadramento non adeguati e conformi alle mansioni svolte, a fronte poi di buste paga per anni falcidiate dalle irregolarità nei conteggi, attraverso la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme, comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato".

"I lavoratori sono esasperati da un sistema di sfruttamento e precarizzazione che sembra riportarci indietro nel tempo, quando il lavoro operaio era fatto di fatiche bestiali, bassi salari e condizioni disumane senza diritti e senza regole - hanno aggiunto - I lavoratori che rappresentiamo, dopo aver accettato per anni ogni forma di sfruttamento, ruberie sul salario, non vogliono farsi più intimorire perché sanno, dati alla mano, che in questi anni hanno loro sottratto migliaia di euro e non a caso. Per chiedere con forza la risoluzione dei problemi".

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