Misano

Santuario e polo logistico, depositata una interrogazione parlamentare

L'ha depositata alla Camera dei Deputati l'onorevole Devis Dori del gruppo "Alleanza Verdi e Sinistra", esponente del partito ambientalista "Europa Verde"

Santuario e polo logistico, depositata una interrogazione parlamentare
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La possibilità che sorga un polo logistico in prossimità del Santuario Santa Maria del Fonte di Caravaggio, nella zona produttiva che il Comune di Misano ha previsto a nord della provinciale Rivoltana, finisce in una interrogazione parlamentare. L'ha depositata alla Camera dei Deputati l'onorevole Devis Dori del gruppo "Alleanza Verdi e Sinistra", esponente del partito ambientalista "Europa Verde".

Polo logistico di Misano, arriva una interrogazione parlamentare

L'obiettivo è quello di fermare la probabile realizzazione di un polo logistico nelle campagne a nord della Rivoltana, in prossimità del Santuario mariano di Caravaggio. Contro le previsioni urbanistiche del Comune di Misano, oltre ai ricorsi al Tar depositati da Legambiente e dal rettore del Santuario stesso, in questi giorno alla Camera dei Deputati l'onorevole Devis Dori ha depositato una interrogazione parlamentare rivolta al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica (delegato a rispondere), al Ministero della Cultura e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

"Da circa 600 anni il Santuario di “Santa Maria della Fonte di Caravaggio” attira pellegrini da tutta Italia e dall'estero, rappresentando una delle principali mete religiose della Lombardia. Desta quindi particolare preoccupazione la scelta avallata dal comune di Misano di Gera d'Adda (Bg) di sfruttare gli spazi agricoli circostanti al Santuario per l'ennesima realizzazione di un polo logistico, su un'area da circa 120 mila metri quadrati a nord della provinciale Rivoltana, sottraendo spazio agevole per la piena visibilità del Santuario, finora immerso in un ambiente naturale di grande respiro, danneggiando dunque la sua funzione spirituale e culturale - afferma in una nota l'onorevole Dori -. Anziché riutilizzare e ripristinare i capannoni dismessi nella bassa bergamasca, si vuole realizzare un nuovo polo logistico a 500 metri da un santuario così importante: è una scelta inaccettabile e da respingere al mittente. Sappiamo che realizzare un polo di logistica significa anche aumentare il traffico veicolare nella zona e conseguentemente l’inquinamento, con un impatto anche sulla qualità della vita dei cittadini. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di interloquire con il Comune di Misano Gera d’Adda per impedire nuovo consumo di suolo. Vogliamo vedere il Santuario, non un capannone".

La presa di posizione di "Europa Verde" Bergamo

La nota del deputato Devis Dori è sostenuta dai coportavoce provinciali di Europa Verde Bergamo Oriana Ruzzini e Giuseppe Canducci.

"In linea con gli obiettivi sanciti dall’Agenda ONU 2030 occorre promuovere un modello di sviluppo economico che concili gli interessi delle generazioni odierne e future. Tra le priorità attuali c'è lo sviluppo equilibrato del territorio dal punto di vista infrastrutturale ed il ripensamento della logistica. Non è più sostenibile consumare suolo per costruire capannoni su aree vergini - sottolineano Ruzzini e Canducci - La provincia di Bergamo si estende solo parzialmente su territorio pianeggiante, che non può essere sacrificato alla logistica ma salvaguardato a scopo alimentare e a tutela della biodiversità. Lo sviluppo della logistica porta con sé la progettazione di strade e autostrade inutili – a volte addirittura a pedaggio – ingannevolmente mostrate ai cittadini come necessarie. Si tratta spesso di progetti vecchi (es. Treviglio/Dalmine) osteggiati anche dalle amministrazioni locali e non voluti dalla cittadinanza. La conservazione del patrimonio naturale del territorio bergamasco che si raggiunge con la custodia dei parchi esistenti, nonché il loro ampliamento e l’eventuale nuova istituzione, deve essere l'obiettivo di ogni Comune così come è l'obiettivo di consumo di suolo zero entro il 2050 dettato dall'UE".

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