Treviglio

Sanità lumaca, nove mesi di attesa per una visita cardiologica

La denuncia di un 78enne: "Per un consulto ortopedico la prima disponibilità era invece a novembre".

Sanità lumaca, nove mesi di attesa per una visita cardiologica
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"Hai bisogno di una visita ortopedica? Ci vediamo a novembre". "Hai necessità di un cardiologo? La prima disponibilità è a febbraio del 2022". Avete letto bene: tra nove mesi. Sono le due ultime disavventure che ha vissuto Paolo Conti, un pensionato di 78 anni residente a Treviglio, che da anni (non solo nell’ultimo periodo) lotta contro i tempi biblici della sanità pubblica lombarda.

Sanità lumaca in Lombardia

"Capisco che in questo periodo c’è il problema della pandemia - ha detto l’anziano - ma è inammissibile dover aspettare così tanto. Se ho un problema al cuore come faccio ad aspettare tutto questo tempo?".

Una situazione che, secondo quanto rivelato dal 78enne, era del tutto simile anche prima che arrivasse il Coronavirus.

"Sono ormai anni che periodicamente contatto il centralino regionale per prenotare visite mediche - ha raccontato - E ogni volta rido per non piangere. Ovviamente poi mi tocca cercare alternative nel privato, ma vi sembra una cosa giusta?".

Nove mesi per una visita cardiologica

Gli ultimi episodi risalgono alle scorse settimane.

"Ho chiamato il call center per una visita ortopedica - ha spiegato - e mi hanno detto che la prima data utile era a novembre a Treviglio. Successivamente (giovedì della scorsa settimana, ndr) ho invece chiamato per una visita cardiologica. E quando mi hanno risposto quasi non ci credevo. Mi hanno detto che se ne parlava a febbraio del 2022. Non ricordo nemmeno in quale ospedale avrei dovuto farla talmente ero basito. Ho salutato l’operatore e ho dovuto, come sempre arrangiarmi in altro modo".

Una situazione che secondo Paolo Conti lede i diritti dei cittadini, che pagano le tasse per avere un non-servizio.

"E’ assurda questa situazione - ha sottolineato Paolo Conti - Non c’è rispetto verso i cittadini. A questo punto avrei una proposta da fare ai nostri politici: cancelliamo dai dizionari le parole “prevenzione” e “semplificazione", perché tanto nella nostra sanità sono inesistenti. L’unica cosa che funziona - ha concluso - e devo darne atto, è l’organizzazione della campagna vaccinale".

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