Sale il contagio da Coronavirus, Gallera: "Restate a casa o non riusciremo a fermarlo"
I contagi salgono a 5469, 1280 più di ieri. Bergamo e Brescia in aumento.
Sale il contagio da Coronavirus, 1280 casi in più rispetto a ieri. Poco fa l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha fatto il punto della situazione in Lombardia in una diretta Facebook.
Creati 223 posti in Terapia intensiva
"Siamo a più 223 posti letto rispetto all'inizio della crisi e altri 150 ne apriremo nei prossimi sette giorni. Riusciamo a farlo grazie alla chiusura delle sale operatorie e di altri reparti - ha spiegato Gallera - Stiamo inoltre ampliando i posti per trasformare le Medicine generali in Pneumologie, per gestire pazienti critici ma non da Terapia intensiva. E aumentiamo anche i posti in sub-intensiva, per chi non deve essere ancora intubato ma hanno comunque bisogno di una ventilazione assistita con le mascherine o con i C-Pap, i caschetti che ora sono 1600 circa. Altri 500 sono stati ordinati in queste ore, insieme ai flussimetri, i meccanismi che regolano la quantità di ossigeno".
Dimessi senza febbre
"Stiamo inoltre costruendo un meccanismo per liberare il più possibile posti letto attraverso le dimissioni di chi non ha più la febbre, e quindi è in guarigione ma non è ancora negativo al tampone", ha continuato Gallera.
I numeri del contagio, però, sono ancora in crescita. I casi positivi sono 5469 (1280 in più rispetto a ieri). Sono 2802 ricoverati (585 in più), e altri 440 sono in terapia intensiva (41 in più rispetto a ieri). Crescono anche i dimessi, a 646. E purtroppo anche i decessi: siamo a quota 333 morti, 76 in più rispetto a ieri.
A Bergamo sono 1245 i positivi, ben 248 rispetto a ieri. Il contagio cresce molto anche in provincia di Brescia con 739 casi positivi, 238 in più rispetto a ieri.
L'appello: "Restate a casa"
"Il Coronavirus non si può sconfiggere con un farmaco perché non lo abbiamo, come non abbiamo un vaccino - ha spiegato Gallera - L'unico modo per fermare la diffusione dell'infezione è quella di ridurre la nostra vita sociale e i nostri spostamenti, evitare di contagiare ed essere contagiati. E questo vale anche per i più giovani, per i ragazzi e i bambini che rimangono quasi immuni dal virus, ma possono essere un veicolo di trasmissione".
Non sono solo gli anziani, infatti, ad avere bisogno della terapia intensiva. Il 22% dei pazienti più sofferenti e bisognose della terapia intensiva sono over 75. Il 35% ha tra 65 e 75 anni, un altro 35% ha tra 50 e 64 anni e l'8% ha tra i 25 e i 49 anni. Risulta quindi colpita sensibilmente la fascia tra i 50 e i 64 anni, chi si trova in terapia intensiva resta anche per due/tre settimane prima di iniziare a stare meglio.
"Abbiamo bisogno di avere un sistema sanitario in grado di curare i pazienti affetti da Coronavirus, ma che riesca anche a continuare a curare chi viene colto da infarto, da un ictus o subisce un grave incidente. Perché questo avvenga abbiamo bisogno di continuare a limitare il contagio: se il numero dovesse continuare a crescere ancora come in queste due settimane non saremo in grado di garantire una risposta sanitaria di qualità".
Cala il contagio nella zona rossa
E dove la limitazione della vita sociale è stata rispettata, come nella zona rossa, il contagio effettivamente ha iniziato a calare, quasi a fermarsi. Lo mostra lo stesso Gallera con un grafico riferito agli ospedalizzati della zona rossa.
"Ognuno di noi è protagonista di questa battaglia - ha detto - restate a casa, limitate la vita sociale perché o riusciamo a fermare adesso il contagio oppure sarà tardi per garantire la tenuta del sistema sanitario".
E conclude l'assessore con le parole di una donna, che commentava la diretta social e riassume bene la drammaticità di questo momento: "Gli occhi del paziente che ho intubato stamattina non li scorderò mai per favore state a casa".