Il sacerdote aveva chiesto aiuto ai carabinieri

Ricatti sessuali a un prete della Val Brembana, il 21 luglio la sentenza a Monza

Per tre ragazzi la pena richiesta va dai 2 ai 5 anni di reclusione, i restanti sei giovani imputati hanno invece chiesto il patteggiamento.

Ricatti sessuali a un prete della Val Brembana, il 21 luglio la sentenza a Monza
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Ricatti sessuali a un prete della Val Brembana, il 21 luglio la sentenza a Monza. Per tre ragazzi la pena richiesta va dai 2 ai 5 anni di reclusione, i restanti sei giovani imputati hanno invece chiesto il patteggiamento.

Ricatti sessuali al prete, a fine mese la sentenza

Tutti con la “strada” del rito abbreviato. È questa la situazione del processo, che dovrebbe andare a sentenza il 21 luglio prossimo al Tribunale di Monza, che vede imputati nove ragazzi residenti in Brianza (i fatti si erano svolti nei comuni di Busnago, Vimercate e Lesmo) di età compresa tra i 20 e i 24 anni accusati di estorsione. Nello specifico, avrebbero ricattato due preti, di cui uno bergamasco, per non diffondere filmati, foto e conversazioni hard con protagonisti i due sacerdoti e, per l’appunto, alcuni dei giovani.

Il prete chiede aiuto ai carabinieri

Le indagini risalgono a circa un anno fa, ma la vicenda è venuta a galla a gennaio di quest’anno. A condurle sono stati i Carabinieri di Zogno, perché in quella caserma un prete che opera in Val Brembana si era rivolto ai militari per denunciare il ricatto che stava subendo dalla primavera precedente. L’altro prete, invece, opererebbe in Brianza. Come riporta Prima Bergamo, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, tra il febbraio a il maggio 2019 hanno pianificato in almeno due occasioni estorsioni a sfondo sessuale nei confronti di uomini adescati su chat erotiche, minacciandoli di pubblicare le immagini e le videoriprese degli incontri omosessuali tra le vittime e le “esche” sui social, o attraverso manifesti, se non avessero effettuato i pagamenti richiesti. A questo si aggiungevano le minacce di gravi conseguenze personali e giudiziarie, in quanto gli indagati millantavano conoscenze sia nelle Forze di Polizia, sia nella criminalità organizzata.

L'incontro e il rapporto

Il prete bergamasco, il primo ad aver avuto il coraggio di denunciare quanto stava accadendo, ai militari aveva raccontato di aver inizialmente fissato un appuntamento con una donna conosciuta su una chat di incontri. Una volta presentatosi nel luogo prefissato, ovvero il parcheggio del cimitero di una località brianzola, il prete s’era però trovato davanti un ragazzo. Nonostante ciò, i due hanno pattuito un prezzo e hanno avuto un rapporto sessuale non completo. È dopo quell’incontro che sono iniziate le minacce, che il prete ha provato a far terminare pagando seimila euro.

Soldi in cambio del silenzio

Le richieste della banda di giovani, però, non si fermate e così il sacerdote s’è deciso a denunciare. Si è poi scoperto che nella rete di questi estorsori era finito anche un altro prete, brianzolo. I componenti della banda, per non farsi identificare, utilizzavano sistemi di messaggistica criptata e si spostavano su automobili intestate a estranei alla vicenda. Per incastrarli, gli inquirenti hanno fatto ricordo a riprese di telecamere e intercettazione ambientali. Complessivamente, gli imputati sarebbero riusciti a ottenere dalle proprie vittime oltre sedicimila euro.

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