Bergamo e hinterland

Revenge porn: minaccia la collega con cui aveva avuto una relazione, denunciato

L'ha minacciata di diffondere i video dei loro incontri intimi e in cambio del silenzio le aveva chiesto 3mila euro.

Revenge porn: minaccia la collega con cui aveva avuto una relazione, denunciato
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E' stato arrestato dalla Polizia di Stato con l'accusa di estorsione e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, noto anche come “revenge porn”, l'uomo denunciato da una collega con cui aveva avuto una relazione.

Revenge porn: amante minacciata

Poche settimane fa, una giovane donna, si è rivolta alla Squadra Mobile della Questura di Bergamo: la vittima, sposata e residente nell'hinterland bergamasco, ha raccontato agli inquirenti di aver conosciuto un coetaneo sul luogo di lavoro. Tra i due era nata una simpatia, sfociata poi in una relazione sentimentale.
Tuttavia, quando la donna aveva iniziato a tergiversare sulla volontà di prolungare la relazione extraconiugale, l’uomo le aveva inviato, tramite messaggi WhatsApp, dei video dal contenuto esplicitamente sessuale, nei quali la coppia era intenta a consumare rapporti intimi. I video erano stati registrati dall’uomo con l’inganno, all’insaputa della donna, che tuttavia, negli stessi, era chiaramente riconoscibile.

Soldi in cambio del silenzio

A quel punto sono iniziate le minacce: l'amante ha intimato alla donna che se non avesse consegnato 500 euro immediatamente e altri 2.500 entro il mese di maggio, avrebbe diffuso su Internet i video in questione e li avrebbe, ovviamente, inviati anche al marito della donna. Per questo la donna ha deciso di andare alla Polizia e denunciare l'accaduto.

La Sezione “Reati contro la persona, in danno dei minori e reati sessuali” dell'ufficio investigativo, che si occupa prevalentemente del cosiddetto “codice rosso”, che comprende appunto anche il “revenge porn”, ha dato il via a un’immediata attività d’indagine.

Arrestato l'amante estorsore

Dopo aver individuato l’uomo, a seguito di perquisizione, gli agenti sono riusciti, infatti, a rinvenire e sequestrare il dispositivo sul quale erano salvati i filmati e grazie al quale era stata effettuata la videoripresa, individuando anche il punto in cui lo stesso era stato collocato di nascosto per effettuare le riprese. Al termine delle indagini i risultati investigativi sono stati pienamente sposati dall'Autorità giudiziaria, che ha emesso l'ordinanza di misura cautelare facendo scattare le manette per l'amante estorsore.

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