Quando il rugby è sinonimo di inclusione sociale
L’idea di base è molto semplice. Si tratta di formare una squadra di rugby, composta solitamente da 15 elementi, all’interno della quale giocheranno 7 ragazzi con disabilità e 8 ragazzi normodotati.

Non solo forza e impeto. Il rugby è tanto altro. Per lo più solidarietà e assistenza. Ecco perché l’associazione "All Inclusive Sport" ha deciso di dare vita ad un progetto di inclusione sociale, chimato "Mixability", dove il protagonista è proprio il pallone ovale.
Rugby e inclusione sociale
In collaborazione con l’"Orobic Rugby Club" di Urgnano, l’associazione romanese guidata da Mattia Aceti da aprile ha avviato un progetto che mette al centro l’inclusione e la partecipazione. Questo è l’unico caso nella Bergamasca, il secondo nella Lombardia e il nono iN Italia. Dunque un’idea ambiziosa e pionIeristica che è appena nata e vuole spiccare il volo.
Mixability
L’idea di base è molto semplice. Si tratta di formare una squadra di rugby, composta solitamente da 15 elementi, all’interno della quale giocheranno 7 ragazzi con disabilità e 8 ragazzi normodotati, i quali interagiranno tra loro, durante la partita. Un modo semplice ed efficace, che unisce l’aspetto sociale a quello prettamente ludico.
Leggi l'intervista compleata a Mattia Aceti sul numero che uscirà in edicola venerdì 24 agosto