Più di 72mila ravioli, è record di produzone per la sagra di Covo

Una tradizione antichissima che si tramanda oralmente di generazione in generazione e che conquista ogni anno sempre più persone.

Più di 72mila ravioli, è record di produzone per la sagra di Covo
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Più di 72mila ravioli, per la correttezza 72.520, sono stati preparati per la 35esima edizione della Sagra del Raviolo Nostrano di Covo. Una produzione da record, frutto del lavoro di circa venti volontari (tra cui un quasi novantenne e diversi ultrasettantenni), con 170 kg di carni,200 kg di farina e 1800 uova.

Le origini della sagra di Covo

La Sagra del Raviolo Nostrano di Covo ha ridato vita a una tradizione di sicure origini contadine,ma difficilmente databile, forse fine ottocento/ inizio novecento. La Sagra del Paese,è la seconda domenica di Ottobre e sicuramente questa data è  dovuta alla voglia di festeggiare la fine delle interminabili giornate di lavoro nella campagna, regolate dalla luce del sole,orario:dall’alba al tramonto.
La Sagra ha avuto il suo periodo di maggiore partecipazione negli anni dell’immediato  dopoguerra e del boom economico, dove quasi tutti andavano per trattorie, a gustare i ravioli e gli arrosti. E di trattorie ce n’erano diverse,più di dieci, per un paese di 2000 abitanti. Tra le curiosità c’è sicuramente la tradizione che voleva alcuni giorni riservati a specifiche professioni e attività per esempio il lunedi era giorno riservato ai contadini, il martedi ai commercianti, e comprendevano anche maniscalchi, fabbri e altri artigiani. E cosi andava e funzionava la festa, per una settimana coinvolgeva tutte le professioni del tempo. Questo almeno è quello che si racconta,non è dato,per ora di trovare testimonianza scritta.

Una tradizione rinnovata

Negli anni 80 un gruppo di volontari nei locali della "Cooperativa 25 aprile" ha ridato vita alla tradizione e dai circa tremila ravioli della prima edizione siamo agli oltre 72mila di questa 35esima sagra.
Il comune di Covo ha istituito la DECO ed ora sono diversi i punti in cui si può assaggiare il raviolo di Covo anche se i volontari della Cooperativa sono orgogliosi della loro ricetta originale che non si trova scritta.
Le donne si sono tramandate le precise quantità e rapporto di combinazione di carni bovine e suine,cosi come di prosciutti e mortadella,tutti rigorosamente di prima scelta,grana stagionato al punto giusto, spezie distribuite da mani esperte, più precise della bilancia di un farmacista.
Ogni anno il rito si rinnova e dagli enormi i pentoloni esce un ripieno delicato,ma dal sapore preciso, e all’impastatrice e dalla sfogliatrice esce una pasta fine con tanti tuorli d’uova per ogni chilo di farina,e poi sono le mani esperte e precise che riempiono gli stampi da tre dozzine,per ultimo il ritaglio sempre manuale di uno per uno dei ravioli e tutto
è pronto!

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