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"Più assistiti per i medici di base in formazione": la ricetta della Regione per supplire la mancanza di dottori

Si parla anche di incrementare le borse di studio, anticipare la fine del corso di formazione 2018-2021 e facilitare l'accesso ai corsi di Medicina in Università.

"Più assistiti per i medici di base in formazione": la ricetta della Regione per supplire la mancanza di dottori
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Incrementare le borse di studio, anticipare la fine del corso di formazione 2018-2021 in modo da avere a disposizione 379 nuovi medici di medicina generale, aumentare la quota di assistiti per i medici di base in formazione da 650 a 1.000 mantenendo la borsa di studio, rivedere i criteri di accesso alla facoltà di Medicina: sono alcune delle iniziative che la Giunta regionale dovrà intraprendere presso i ministeri della Salute e dell’Università e Ricerca, secondo quanto previsto da una mozione presentata oggi in Consiglio regionale dal gruppo della Lega. Obiettivo, avere più medici di base a disposizione per il territorio, dopo l'esodo seguito alla pandemia: un fenomeno che sta causando disagi molto importanti anche nella nostra zona. A Brignano, ad esempio, sono già state raccolte oltre 500 firme, dopo che un medico di base è stato "sostituito" dalla Guardia medica.

La mancanza di medici in Regione

“L'invecchiamento della popolazione e della classe medica legato all'insufficienza dei posti disponibili ai corsi di formazione per medici di medicina generale hanno reso questa problematica sempre più critica. Una problematica che, soprattutto nei piccoli paesi, sta esplodendo in tutta la sua gravità e il governo non può continuare a fare finta di niente – commenta il segretario consigliere dell’Ufficio di presidenza, Giovanni Malanchini, ex sindaco di Spirano, uno dei firmatari della mozione – Si stima che nella sola Lombardia vi siano già 250mila persone penalizzate da questa carenza, e nei prossimi dieci anni andranno in pensione più di 4mila medici di famiglia. Una situazione talmente grave che l’inerzia del ministro Speranza su questo tema risulta addirittura surreale. Se da parte sua Regione Lombardia sta affrontando il problema mettendo mano, tra l’altro, a una riforma complessiva del sistema di medicina territoriale, è tempo che anche il ministero si dia una mossa”.

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