Ottocento nati a Treviglio nel 2018: è (quasi) baby boom. Ecco perché

Nuovi ambulatori e nuovi servizi. Così si inverte il trend e le culle della Bassa tornano a riempirsi.

Ottocento nati a Treviglio nel 2018: è (quasi) baby boom. Ecco perché
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Settimana scorsa nel reparto di Ginecologia - Ostetricia dell’ospedale di Treviglio le nascite del 2018 sono arrivate a quota 800. Poche? Tante? In un quadro nazionale e regionale di calo delle nascite, il numero conferma, all’inizio di novembre, che il trend di crescita dei parti nell’ospedale della Bassa si sta consolidando. Una buona notizia, soprattutto dopo un anno in cui vedere culle vuote o letti vuoti in Ginecologia non era così infrequente.

Bi-test per diagnosi precoce di malattie cromosomche

A invertire la rotta, anche grazie a una rivoluzione organizzativa del reparto, con nuovi servizi e lavorando a fondo "sulla fiducia delle donne trevigliesi e non solo" è da poco più di un anno la dottoressa Antonella Villa, ginecologa specialista nell’oncologia femminile. Minuta e sorridente, ha portato con sé oltre a una buona dose di empatia con pazienti e collaboratori, una lunga esperienza maturata prima agli Ospedali Riuniti di Bergamo e poi alla Clinica Mangiagalli. "E’ in corso un ripensamento importante, una riorganizzazione complessiva del reparto che punta a offrire un servizio meno frazionato, ma più integrato e intelligente" spiega. E tra le importanti riforme introdotte o portate avanti al quarto piano, spiccano alcuni nuovi ambulatori. E’ attivo ad esempio da ottobre l’ambulatorio di diagnosi prenatale non invasiva, che ogni lunedì effettua, tra gli altri importanti esami, i "Bi-test", o test combinato, per la diagnosi precoce di malattie cromosomiche quali la sindrome di Down.

L'ambulatorio della menopausa

Altra novità decisamente interessante è l’ambulatorio della Menopausa, una Unità che fa parte del reparto, denominata Ben-essere donna e affidata all’esperienza del dottor Stefano Garbo. "La menopausa è un tema a torto un po’ trascurato, negli ultimi anni - spiega Villa - anche a causa di uno studio poi confutato che in qualche modo demonizzava la Terapia ormonale sostitutiva. Oggi, grazie a nuovi studi, è invece considerata un modo per migliorare la vita delle pazienti: parliamo di benessere proprio perché la menopausa non è una malattia, ma causa sintomi e cambiamenti importanti, conoscerli e in certi casi farsi aiutare è importante. Nel nostro ambulatorio ci occupiamo delle donne dai 45 anni in su, con un team multidisciplinare che comprende ginecologi, dietologi, ortopedici, psicologi e sessuologi".

La donna al centro

Importante anche l’attività diagnostica ginecologica, con il laboratorio per le isteroscopie, per lo studio e la diagnosi dei tumori dell’endometrio e della cavità uterina. E poi l’uro-ginecologia, con un team di urologi, ginecologi, proctologi ed esperti di riabilitazione del pavimento pelvico, impegnati nella terapia multidisciplinare d’incontinenza e prolassi. La donna al centro, insomma, e a 360 gradi. Tornando all’Ostetricia, tra le priorità del reparto c’è del resto anche la presa in carico della paziente in dolce attesa: una buona prassi che consiste nella programmazione, fin dalla prima visita ambulatoriale, di tutti i successivi controlli fino alla fine della gravidanza. "L’obiettivo è evitare l’ansia della ricerca dell’appuntamento, e riavvicinare le donne della Bassa, dopo in anni in cui per vari motivi molte hanno scelto di partorire altrove - spiega Villa - Per invertire la tendenza abbiamo incrementato i servizi offerti, prima e dopo il parto". E non a caso, tra i servizi più apprezzati c’è proprio il consultorio di via Rossini, un servizio dell’Asst che oltre ai "tradizionali" corsi pre-parto, all’educazione sanitaria e alla normale attività di assistenza alle donne gravide, affianca attività di supporto psicologico, per prevenire ed eventualmente diagnosticare in tempo la depressione post-partum.

Baby boom? Vedremo, ma...

Tutto ciò significa maggiori servizi, e quindi maggiore appeal per un ospedale che deve confrontarsi con Centri più grandi (ma anche più lontani) bergamaschi e milanesi.
I risultati cominciano a vedersi, anche se con rigore scientifico Villa alle stime di novembre preferisce aspettare il bilancio annuale definitivo, prima di parlare di un vero e proprio baby-boom. "Il calo demografico c’è, ed è ovvio che questo si traduca in un minor numero di parti - spiega -. Non abbiamo la sfera di cristallo sull’andamento dei prossimi mesi, ma il trend oggi è in controtendenza rispetto al 2017. Ora è difficile che ci siano letti liberi, dei 34 che abbiamo in reparto: un buon inizio".

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