Terno d'Isola

Omicidio di Viviana Caglioni, la difesa chiede l'assoluzione per il fidanzato

Il legale di Cristian Michele Locatelli.è convinto che gli inquirenti abbiano indagato in un’unica direzione e che la testimonianza dello zio della donna non sia attendibile.

Omicidio di Viviana Caglioni, la difesa chiede l'assoluzione per il fidanzato
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Omicidio di Viviana Caglioni, la difesa chiede l'assoluzione per il fidanzato. Alla richiesta dell’ergastolo avanzata dal pubblico ministero Paolo Mandurino, ha replicato l’avvocato difensore di Cristian Locatelli, Luca Del Bue, che ha chiesto per il suo assistito l’assoluzione piena e, in estremo subordine, la riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale. Ne scrive PrimaBergamo.it

Il processo per l'omicidio di Viviana Caglioni

Cristian Michele Locatelli, 42 anni, di Terno d’Isola, è a processo per l’omicidio di Viviana Caglioni. Le accuse a suo carico sono di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dai maltrattamenti cui sottoponeva la donna e dalla recidiva. E' accusato di aver ucciso la donna a calci e pugni (era stata una settimana in coma).

L'omicidio a nel marzo 2020

Viviana, 34 anni, era morta ad aprile del 2020 dopo aver trascorso una settimana in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Era arrivata al pronto soccorso la notte tra il 30 e il 31 marzo con segni di violenza al volto, all’inguine, all’addome, al viso e alla nuca. Per gli inquirenti è deceduta proprio a causa delle botte subite dall’uomo con cui conviveva in un’abitazione in via Maironi da Ponte, nel quartiere di Valverde.

Per ora è in carcere

L’imputato dal momento dell’arresto si trova in carcere ma per la difesa Locatelli non è un omicida e non aveva neanche motivi per ucciderla. Al contrario, come sempre sostenuto da Locatelli, Viviana sarebbe morta dopo essere caduta e aver sbattuto la testa contro un mobile. Il legale è anche convinto che gli inquirenti abbiano indagato in un’unica direzione, visti i numerosi precedenti penali; anche per reati violenti, ma mai per episodi cui veniva contentata la violenza sulle donne.

Secondo l’avvocato difensore anche la testimonianza di Giampiero Roncoli, lo zio della vittima, non sarebbe credibile. Roncoli ha riferito di aver visto il pestaggio subito dalla nipote, ma di non averlo denunciato per paura di Locatelli. Del Bue non riesce però a spiegarsi come non sia intervenuto per difenderla e di aver dormito nella stesa casa del presunto omicida fino al giorno dell’arresto, avvenuto il 21 aprile dell’anno scorso. Per l’accusa, al contrario, la sua testimonianza è credibile, viste anche le minacce che avrebbe ricevuto da Locatelli.

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