Accordo siglato con Italatte

Nuovo prezzo del latte, è scontro tra Coldiretti e Confagricoltura

Per il 2021, inoltre, rimane invariata la tabella qualità latte e sarà garantito il ritiro dei volumi di latte concordati.

Nuovo prezzo del latte, è scontro tra Coldiretti e Confagricoltura
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Nuovo prezzo del latte per le stalle della Lombardia. L’intesa, siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale ha, però, fatto storcere il naso a Confagricoltura in netto contrasto con Coldiretti.

Nuovo prezzo del latte

Un risultato frutto di un confronto serrato che, dopo aver definito il contesto per arrivare alla fine dell’anno in corso, ha permesso di stabilire lo scenario per il completamento dell’annata 2020/2021: da gennaio, infatti, sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano al 30% con un prezzo base a 35,5 centesimi al litro. Per il 2021, inoltre, rimane invariata la tabella qualità latte e sarà garantito il ritiro dei volumi di latte concordati. Ogni azienda agricola dovrà certificare il rispetto del benessere animale, mentre sono previsti incontri periodici tra le parti per monitorare l’andamento del mercato lattiero caseario.

Trattativa complessa

Per il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio “il proficuo lavoro messo in atto soprattutto dal presidente di Coldiretti Lombardia, Paolo Voltini, ha consentito di raggiungere il risultato di dare un minimo di certezza agli allevamenti da latte, che in questo modo avranno la possibilità di programmare la loro attività nei prossimi mesi”.

"Un’intesa che arriva dopo una trattativa complessa – spiega Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia – che risente del periodo difficile dovuto all’emergenza mondiale innescata dal Coronavirus, con una congiuntura di mercato non favorevole. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a tentativi speculativi inaccettabili su generi di prima necessità come il latte. Ora ripartiamo da questo accordo che mette dei paletti sotto i quali non si potrà scendere. Come Coldiretti continueremo a fare la nostra parte, assicurando la massima attenzione su un comparto centrale per il nostro agroalimentare”.

Con più di 5 mila allevamenti – conclude la Coldiretti regionale – e con 500 mila vacche da latte, la Lombardia produce oltre il 40% del latte italiano.

Preoccupazione da Confagricoltura

"Grande perplessità e preoccupazione per l’accordo tra Coldiretti ed Italatte” ha, invece, commentato Confagricoltura Lombardia attraverso le parole del presidente Antonio Boselli: “Questa intesa ha segnato una svolta negli accordi sinora stipulati e rischia di incidere pesantemente su tutte le future trattative; è necessario creare un organismo interprofessionale per rappresentare tutte le componenti della filiera”.

Confagricoltura Lombardia ha espresso forti perplessità e preoccupazione per il contratto sul prezzo del latte alla stalla siglato nei giorni scorsi da Coldiretti ed Italatte e manifesta stupore per i toni trionfalistici utilizzati nell’enfatizzarlo.

“Possiamo capire le difficoltà del momento – afferma Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia – ed il clima di incertezza che rende complicato prendere precise direzioni; tuttavia, questo contratto ha segnato una svolta negli accordi sinora stipulati e rischia di incidere pesantemente su tutte le future trattative, aprendo una strada pericolosa per il mondo allevatoriale”.

Accordo penalizzante

Confagricoltura Lombardia ha evidenziato come, con questo accordo, il differenziale con la Ue a 28 si ridurrà del 30% (-1,5 centesimi, che per una stalla media lombarda significa circa 20mila euro), non è più prevista una differenziazione mensile (con rischio in estate di quotazioni basse del latte), e viene accettato il contingentamento mensile del latte nei mesi invernali: a gennaio 2021 verrà riconosciuto il prezzo stabilito dal contratto solo per il quantitativo consegnato a gennaio 2020, mentre l’eccedenza di produzione subirà una decurtazione del prezzo di 6 centesimi al litro.

“E tutto questo – aggiunge Boselli - senza considerare che le vacche non sono macchine che possono produrre a comando e che il latte prodotto in più nei 6 mesi estivi non riceverà alcuna premialità rispetto al contratto: è stato di fatto accettato il principio penalizzante che comporta un doppio prezzo per lo stesso latte o, se vogliamo, una nuova imposizione di quote da parte dell’industria trasformatrice”.

Una vittoria effimera

L’organizzazione agricola regionale evidenzia come Coldiretti aveva già spaccato il fronte delle aziende venditrici, in maggio, quando non aveva accettato di incontrarsi per la revisione quadrimestrale prevista dal contratto, ottenendo l’effimera vittoria di un prezzo più vantaggioso solo perché i soci lo dovranno rimborsare a Italatte nel 2021.

“Ora – afferma il presidente di Confagricoltura Lombardia - la paura di vedere disdettato qualche contratto ha portato Coldiretti a firmare questo penalizzante accordo, che farà certamente scuola sui contratti che verranno conclusi con altre aziende di trasformazione. Nei prossimi giorni ci confronteremo con i nostri imprenditori per stabilire una linea d’azione, anche se questo accordo mette di fatto una pietra tombale su possibili nuove intese, perché questo contratto sarà seguito anche dalle altre aziende trasformatrici. Come Confagricoltura Lombardia continuiamo a ritenere che, per cercare di risolvere i problemi della filiera latte, come per tutte le altre filiere, sia indispensabile la creazione di un organo interprofessionale dove tutte le componenti siano rappresentate: l’obiettivo deve essere quello di raggiungere una corretta redistribuzione del reddito, individuando nuove soluzioni per aumentare il valore dell’intera filiera affinché, in momenti di crisi come questo, ciascuna parte sia adeguatamente tutelata e responsabilizzata”.

Voltini: “Sempre presenti ai tavoli per garantire il ritiro di tutto il prodotto”

“Un’associazione di categoria che difende gli interessi delle imprese agricole associate è chiamata a entrare nel merito delle questioni per poi assumersi la responsabilità di fare scelte importanti, a volte anche difficili, con l’unico obiettivo di tutelare il lavoro e il reddito delle aziende che rappresenta. E questo è quello che abbiamo fatto anche nell’ultimo tavolo latte”.

Così Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e Lombardia, replica alle polemiche sollevate intorno all’ultimo accordo sul prezzo del latte alla stalla in Lombardia.

“Non è stata Coldiretti a rompere la trattativa a maggio – precisa Voltini –. A differenza di tutti gli altri, ci siamo sempre seduti al tavolo, mettendoci la faccia. Di fronte alla deriva a cui si era giunti a metà 2020, con coraggio e buon senso ci siamo fatti carico di siglare un accordo in assenza del quale la situazione sarebbe stata ancora più penalizzante per gli allevatori. E’ stato un confronto duro e serrato. In un momento come questo, in cui pesano le condizioni di mercato sfavorevoli e i consumi sono ancora in contrazione a causa della pandemia globale in atto, era importante garantire ai nostri associati e agli allevatori il ritiro del prodotto, e assicurare loro un prezzo in linea con il mercato senza aggressioni speculative”.

E’ chiaro che il comparto lattiero caseario continua a soffrire di criticità che vanno risolte, a cominciare dai 5,7 milioni di litri di latte straniero che ogni giorno attraversano le frontiere e invadono l’Italia con cisterne o cagliate congelate low cost di dubbia qualità. E anche su questo, Coldiretti è stata l’unica forza a voler mettere in trasparenza i dati delle importazioni per difendere il vero Made in Italy con l’intento di riappropriarsi di un ruolo determinante all’interno della filiera. A fronte di una situazione così delicata per salvaguardare un comparto centrale del nostro agroalimentare servono scelte coraggiose e una visione di sistema di medio-lungo periodo, non certo polemiche sterili che volentieri lasciamo ad altri”.

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